Questa sera tutti insieme per “Rai per una notte”


Articolo 21


Mancano poche ore alla serata in diretta dal Paladozza di Bologna. Le interviste a Marco Travaglio, Michele Santoro e Vauro.


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Questa sera tutti insieme per "Rai per una notte"

Marco Travaglio: “gli abbiamo smontato il giocattolo della censura”

di Stefano Corradino

Mancano poche ore alla serata in diretta dal Paladozza di Bologna. Raggiunto il primo obiettivo: 50 mila sottoscrittori hanno dato il loro contributo per dar vita a Raiperunanotte. Immancabili e prevedibili, fino alla vigilia, gli affondi del Pdl: “è propaganda politica”. “Propaganda – risponde Marco Travaglio intervistato da Articolo21 – è quella che il Pdl fa nei suoi telegiornali di regime, noi facciamo i giornalisti che è una cosa un po’ diversa!”

Questa sera siete a Bologna con “Raiperunanotte”. Ieri le ultime polemiche di una parte del mondo politico. Uno degli attacchi più ricorrenti:  “Santoro e Travaglio danneggiano l’azienda”

Danneggiamo l’azienda? E’ l’azienda che si danneggia da sola mandando a spasso le trasmissioni di approfondimento politico proprio nel mese in cui ce n’è più bisogno, perché si è alla vigilia delle elezioni e i cittadini hanno maggior bisogno di informazioni. Se poi uno trova un buco dove parlare lo stesso davvero non si capisce  dove sia il danno. Se l’azienda pensa di aver fatto il proprio interesse manderà in onda programmi talmente strepitosi per il pubblico che nessuno guarderà Raiperunanotte. Se non sarà capace di farlo vorrà dire che l’azienda stessa si è danneggiata da sola.

L’altra accusa: “non fanno informazione né comunicazione ma solo propaganda politica”

Propaganda? E a chi ? A quale partito? Propaganda è quella che il Pdl fa nei suoi telegiornali di regime, noi facciamo i giornalisti che è una cosa un po’ diversa! Comunque penso siano molto nervosi, essenzialmente per due motivi: primo perché gli abbiamo smontato il giocattolo della censura. Secondo perché facciamo una trasmissione molto attesa (tante tv la riprenderanno e poi su internet e 180 piazze, addirittura all’estero) e… senza politici!! Questo credo li mandi completamente al manicomio. Fare informazione televisiva senza esponenti politici li fa diventare pazzi e questo per noi è motivo di grande soddisfazione!

Qualcuno magari si mangerà le mani pensando che avreste fatto meno clamore se i talk show fossero andati in onda

Sicuramente ma con una riflessione: non so gli altri, ma se fosse andato in onda Anno zero non avrebbero potuto mentire così spudoratamente sulla presentazione delle liste del Lazio, sul decreto salva liste, sullo scandalo di Trani. Hanno potuto beneficiare di un mese di black out e raccontare balle a volontà senza essere smentiti, quindi nel complesso gli è convenuto.

Di sicuro hanno accresciuto l’attesa di questa serata

Senza dubbio, e cercheremo di rivoltare la frittata delle verità di regime che hanno servito agli italiani in questo mese. E potrebbe servire a qualcuno per capire come erano andate veramente le cose

Una serata Rai fuori dalla Rai. Questa iniziativa può rappresentare un precedente?
Sì! Perché siamo alle prove generali di un regime ancora più ottuso. Questo era un mese di prova per vedere se si può chiudere tutto senza suscitare reazioni. Il fatto che ci sia stata una reazione tra giornalisti peraltro molto diversi e spesso anche in polemica tra loro, e che a questa reazione abbia fatto seguito una diffusa reazione del pubblico, è già un precedente. Sanno che non possono fare impunemente quello che vogliono perché a un certo punto la gente si ribella.
L’altro precedente è che grazie alle nuove tecnologie, alle tv via internet, ai blog, a facebook, a questa federazione improvvisata di televisioni locali che si collegheranno, alla tv di Al Gore e non dimentichiamo, lo dico anche se ci sono coinvolto, a “Il Fatto Quotidiano” che sponsorizza la manifestazione si è potuto dimostrare che c’è una scialuppa di salvataggio nel caso in cui tentino di affondare la nostra barca. C’è un posto dove andare a raccontare le cose anche con il mezzo televisivo. Ed è molto importante.

Nel 2002 non fu così

Purtroppo no.  E l’editto bulgaro passò dopo qualche giorno di polemiche quasi inosservato e non ebbe conseguenze. Stavolta devono sapere che c’è una reazione e un’alternativa quindi: o ripristinano le condizioni di minima decenza nelle tv pubblica o c’è un altro posto dove andare a fare servizio pubblico. Perché questo è, servizio al pubblico! Noi rispondiamo solo ai telespettatori, e per la carta stampata ai nostri lettori. Loro sono gli unici nostri editori, non i partiti. Se ne devono fare una ragione. Sta cambiando tutto e loro non se ne sono resi conto.

Cda Rai, Agcom, Commissione di Vigilanza… C’è da dire che sono tanti gli organismi che analizzano,  denunciano, vietano…

Fosse per me non ce ne dovrebbe essere nessuno: se uno viola la privacy è vietato, se uno viola i segreti è vietato, se uno diffama è vietato. Se ne occupino i tribunali, gli altri sono tutti tribunali dei partiti che non hanno nessuna autorità per giudicare il lavoro dei giornalisti.

Hai pubblicato di recente un nuovo libro dal titolo “Ad personam”. Cosa serve per superare questa consuetudine politica nel legiferare, per l’appunto, ad personam e ad aziendam? Più rispetto per le leggi? Leggi nuove? Ricambio della classe politica?

Serve più informazione. Con una informazione più documentata e aggressiva sul potere, il potere è costretto a cambiare oppure i cittadini sono costretti a cambiare i propri rappresentanti. Per uscire da questo stato di anestesia totale in cui l’informazione di regime tiene il paese.

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Michele Santoro, "il nostro buco nel filo spinato che circonda l'informazione"

di Stefano Corradino

"Dal 2002 ad oggi la situazione è molto diversa. E' vero che abbiamo mille canali per poter veicolare un pensiero alternativo ma l'editto bulgaro è ancora in vigore, non è mai stato rimosso dalla scena dell'informazione e continua a produrre danni pesanti". Così Michele Santoro spiega ad Articolo21 i contenuti della giornata del 25 marzo a Bologna, sciopero bianco per la difesa della libertà di stampa. "Spero che questa giornata serva anche a coloro che oggi ci attaccano"

"Lo spettacolo che Michele Santoro sta organizzando per giovedì a Bologna è l'ultima dimostrazione che esiste il massimo della libertà". Lo ha affermato ieri Berlusconi in conferenza stampa a Bologna

E' vero, dal nostro punto di vista esiste il massimo della libertà, perchè noi siamo persone molto libere. E' Berlusconi che non si è ancora liberato, e il problema è quindi quello di coinvolgere anche lui in un processo di liberazione; ma se leggiamo le intercettazioni di Trani ad oggi, onestamente, mi sembra molto complicato.

A che punto è la raccolta di adesioni e fondi per l'attesa serata ?

Procede in maniera entusiasmante! Domani saremo in grado di chiudere la sottoscrizione e sicuramente raggiungeremo gli obiettivi prefissati per coprire l'evento.

Otto anni fa il famoso editto bulgaro. Cos'è cambiato da allora?

La situazione è molto diversa tuttavia l'editto è ancora in vigore e non è mai stato rimosso dalla scena dell'informazione. In ogni caso oggi esistono varie possibilità in più, mille canali per poter veicolare un pensiero alternativo.

Significa prendere atto delle scelte Rai e andare oltre?
Tutt'altro. Il terreno della Rai e del servizio pubblico non va affatto abbandonato e soprattutto non va lasciato nelle mani del presidente del Consiglio. Quindi dobbiamo continuare a batterci con determinazione ancora maggiore ma, nel fare questa scelta sappiamo di poter contare su una situazione diversa e strumenti in più per farci sentire.

La tua idea di una puntata televisiva in piazza creerà dei precedenti?

Ne sono sicuro, è una scelta storica e quindi spianerà una strada, sarà un buco dentro il filo spinato che circonda oggi l'informazione italiana. L'immagine del filo spinato è quella di un grande maestro di giornalismo come Sergio Zavoli e mi sembra quella che meglio di altre rappresenta la situazione attuale.

Che obiettivo vi siete dati per questo evento?

Quello delle 50mila persone ma penso sarà superato. Abbiamo riempito tutti i posti disponibili del Paladozza di Bologna dopo appena tre ore di distribuzione dei biglietti. Nel frattempo il popolo viola sta lavorando, su sua iniziativa, a una manifestazione nella piazza antistante con un maxischermo per raccontare ciò che accade all'interno. Ciò che chiediamo è che, dovunque sia possibile si organizzino anche piccolissimi gruppi di ascolto.

Finite le elezioni cosa succederà? Tornerete in onda come se nulla fosse successo?

Continueremo il nostro viaggio e ciò che ha fatto di noi il primo programma di informazione nel nostro paese. E resteremo al nostro posto. Del resto anche la giornata del 25 è un modo per restare al nostro posto.

L'hai paragonata alle iniziative che prendevano i braccianti ai tempi di Di Vittorio

Loro facevano sciopero lavorando. Noi, a nostra volta scioperemo lavorando per poter tornare a lavorare liberamente. Mi auguro che da questa iniziativa tutti escano migliori compresi quelli che oggi ci attaccano e che potrebbero per un attimo concepire una realtà più complessa di quella che riescono a vedere con il loro cervello limitato. Una realtà in cui c'è posto per tutti tutti e tutti possono esprimere le proprie idee.

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Vauro: " La Rai va difesa come luogo dell'informazione pubblica"

Di Debora Aru

«Romperemo il silenzio» ha detto Michele Santoro. Ecco perché giovedì al Paladozza di Bologna ci sarà la trasmissione evento "Rai per una notte", realizzata dalla Federazione nazionale della stampa e dall'Usigrai. La serata è stata definita da Santoro il primo sciopero bianco degli abbonati della Rai, che reagiscono a un divieto non con la solita minaccia di non pagare il canone, bensì organizzando e partecipando a una trasmissione per difendere il diritto dell’informazione. I 6000 posti al Paladozza, ha detto il conduttore, sono andati esauriti nel giro di poche ore e anche la sottoscrizione lanciata per coprire le spese è andata a buon fine.
Lo stesso Al Gore, ex vice presidente USA, premio Oscar per il documentario “Una scomoda verità”, Premio Nobel per la pace ne 2007 e fondatore di Current, in una nota stampa ha ufficializzato la messa in onda di Rai per una notte sulla sua TV (piattaforma sky, canale 130).
L’iniziativa è stata presentata ieri pomeriggio alla sede della FNSI di Roma da Marco Travaglio, Santoro e Sandro Ruotolo. Erano inoltre presenti il segretario e il presidente della FNSI  Franco Siddi e Roberto Natale, il segretario dell’Usigrai Carlo Verna. E c’era anche Vauro, intervistato da Articolo 21.

Rai per una notte. Cosa succederà giovedì al Paladozza di Bologna?

A Bologna faremo una trasmissione, quella che non possiamo fare in Rai o per lo meno a Rai2, perché Rai News 24 ha deciso che la manderà in onda. Ovviamente sarà un momento di vicinanza particolare che va al di là del video che normalmente ci separa dal nostro pubblico.

È la prima volta che si intraprende un’iniziativa come questa. La Rai vi censura, ma voi la difendete. Da che parte state?

Io credo che si debba difendere la Rai in quanto luogo dell’informazione pubblica, senza ovviamente sminuire gli altri luoghi in cui si fa informazione che per fortuna si stanno moltiplicando. Infatti è proprio grazie a questi spazi alternativi che possiamo difendere la Rai. Ma la tv pubblica resta comunque il luogo del diritto dei cittadini ad essere informati, dei giornalisti di fare informazione, allo stesso modo delle aule di giustizia dove il diritto legale si esercita, diventa pratica e non enunciazione. Ci troviamo di fronte ad una società amputata dei propri diritti, anche se poi trova sfogo in altri canali, rimane una società amputata. Qui si vuole perfino amputare il diritto all’acqua. In contemporanea alla grande kermesse berlusconiana di sabato c’era una manifestazione che rivendicava il diritto pubblico dell’acqua. Non vogliamo perdere di vista l’importanza del diritto pubblico.
  
Secondo te che cosa sta succedendo in Rai?

Io in Rai sono praticamente un pendolare. Tra le volte che ci cacciano tutti e quelle in cui mi cacciano da solo, vado e vengo. Quello che mi pare che stia succedendo è quello che accade ormai da tanto tempo. Le pressioni dei partiti e principalmente del Governo, sono talmente forti che la richiesta di obbedienza nei confronti di funzionari e dirigenti da loro stessi collocati in azienda, diventa imbarazzante per gli stessi dirigenti seppur così abituati all’obbedienza. Ecco infatti che si spiega la battuta di Masi: «Cose che non succedono neanche nello Zimbabwe».

A causa di una tua vignetta hai “assaggiato” in prima persona il gusto dell’epurazione. Che cosa si prova?

Io ho ancora la lettera firmata da Masi, che mi informava di essere stato espulso da tutte le reti e testate della Rai perché avrei insultato la pietas per i morti deridendo le vittime dell’Aquila. Al di là del fatto che ovviamente le mie vignette non deridevano affatto gli aquilani, poi si è visto chi è che li derideva per davvero. Sono gli imprenditori quelli che davvero hanno insultato le vittime del terremoto, tutti quelli del governo che faranno fortuna col piano casa che Berlusconi ha rilanciato proprio ieri in piazza.

Che disegno faresti ora per commentare quello che sta accadendo?

Disegnerei le due manifestazioni che ci sono state contemporaneamente sabato a Roma. Il titolo: “Il buco nell’acqua in piazza San Giovanni”.

Fonte: Articolo21

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