Perché accontentarsi solo per un attimo?


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Il racconto di Francesca Fornario: Caro Diario, la mamma mi ha portato in centro alla manifestazione delle donne. Ce n’erano tantissime che quasi non riuscivamo a passare…


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Perché accontentarsi solo per un attimo?

Caro Diario, la mamma mi ha portato in centro alla manifestazione delle donne. Ce n’erano tantissime che quasi non riuscivamo a passare. Molte avevano trascinato lì anche i mariti, i figli, i fidanzati: un fiume di persone con una strana luce negli occhi dalla quale capivi che aspettavano questo momento da chissà quanto tempo e che non avrebbero rinunciato a essere lì, nonostante la pioggia, perché esserci era troppo importante… e infatti alla manifestazione siamo arrivati tardi perché è stata dura farsi largo tra tutte queste persone che facevano shopping.
La piazza, invece, era mezza vuota, ma mamma mi ha spiegato che bisogna sempre guardare la piazza mezza piena. Nella metà piazza mezza piena c’erano donne di tutte le età. Quelle sotto al palco erano più giovani e ci hanno detto che erano lì per il concerto di Emma. Io nemmeno lo sapevo che la Bonino aveva una band, ma poi ho capito che era un’altra Emma, non quella che vedevo alle altre manifestazioni.

L’altra Emma ha cominciato a cantare una canzone e tutte la sapevano a memoria. Una cosa bella delle manifestazioni è che a un certo punto ci si mette a cantare, perché le canzoni spiegano la politica meglio dei comizi, dice sempre mia mamma che ascolta Guccini. «Bellissimo perderti per poi riaverti un attimoooo…», cantavano in coro le ragazze. E io, visto che eravamo lì per rivendicare i nostri diritti, ho fatto presente alla mamma: «Ma un attimo non è un po’ poco?». Cioè, perché mai una donna si deve accontentare di uno che prima la abbandona e poi torna giusto un attimo? Mamma mi ha spiegato che quella era solo una canzone romantica, che sono quelle dove le donne soffrono e si accontentano e gli uomini dicono che fanno quello che possono. A me mi sa che fino a quando non invertiremo i ruoli nelle canzoni, nelle serie tv e pure nelle pubblicità, la piazza delle donne sarà sempre mezza vuota, anche se poi noi la vediamo mezza piena.

Fonte:  L’Unità

12 dicembre 2011

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