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Liberazione


Felice Casson: “Sospendere l’acquisto degli F35, i soldi ai lavoratori”.


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"Sospendere immediatamente la partecipazione italiana al programma sugli
F-35", per ridirigere quei soldi alle vere emergenze del Paese, a
cominciare dal lavoro e dalla messa in sicurezza dei territori a rischio
idrogeologico. È questa la richiesta avanzata oggi da Felice Casson,
vicepresidente della Commissione Giustizia del Senato, che ha presentato
una mozione firmata da altri 17 senatori del Partito Democratico. Ma la
battaglia anti-governativa sugli F-35 si fa sentire anche alla Camera:
proprio oggi, infatti, il capogruppo Pd della Commissione Difesa alla
Camera fa sapere che "entro martedì l'ufficio di presidenza della
Commissione delibererà sulla proposta del Pd di avviare un'indagine
conoscitiva sugli F-35".

I 18 senatori chiedono dunque al governo Letta di abbandonare una volta
per tutte il costoso e contestato programma Joint Strike Fighter per la
costruzione degli F-35, i nuovi caccia della Lockheed Martin di cui
l´Italia ha all'attivo un ordine di 90 elementi (per un costo stimato di
circa 12 miliardi di euro). Peccato che solo pochi giorni fa il ministro
della Difesa Mario Mauro definiva, in un´intervista a Il Messaggero, gli
F-35 dei "sistemi di difesa avanzati che servono per la pace".

La mozione presentata da Casson al Senato pone dunque il Partito
Democratico di fronte all´ennesima spaccatura. La posizione ufficiale del
governo, infatti, sostiene la produzione degli F-35, ma sarà difficile per
il premier Enrico Letta ignorare tout court la richiesta dei suoi
senatori. Non è la prima volta, tra l'altro, che Casson manifesta la
propria distanza da Letta e dalla "voce ufficiale" del partito (basti
pensare alla questione dell'ineleggibilità di Silvio Berlusconi,
fortemente sostenuta dal senatore veneto in contrasto con la linea
dominante nel partito).

Secondo Casson e gli altri senatori, il governo dovrebbe "procedere
immediatamente, in prospettiva europea", alla messa a punto di "una
visione strategica della politica di difesa", per destinare "le somme
risparmiate a investimenti pubblici riguardanti la tutela del territorio
nazionale dal rischio idrogeologico, la tutela dei posti di lavoro e la
sicurezza dei lavoratori".

I 18 senatori sottolineano inoltre che "non esiste a tutt´oggi alcun
impegno all´acquisto di questi veicoli: non c´è alcun contratto firmato e
tantomeno alcuna penale". "Peraltro – aggiungono i senatori – i governi
francese e tedesco negli ultimi mesi hanno più volte cercato di
coinvolgere i più importanti paesi europei al fine di sviluppare insieme
attività industriali in questo settore considerando il fatto che nel
settore aeronautico il consorzio Eurofighter è in grado di produrre un
velivolo assolutamente competitivo".

Senza dimenticare che diversi paesi hanno già sospeso la loro
partecipazione al programma (è il caso di Norvegia, Olanda, Australia,
Turchia, Danimarca e Canada). Persino la Gran Bretagna – precisa Casson –
ha decurtato le previsioni di spesa (doveva comprare 130 velivoli, oggi ne
conferma solo 20). "E gli Usa stanno valutando l'annullamento della
versione B, a decollo corto e atterraggio verticale, che interessava la
nostra Marina", aggiunge il vicepresidente della Commissione Giustizia.

"La nuova normativa e le nuove procedure adottate – conclude Casson –
consentono di ripensare qualunque programma e attribuiscono al Parlamento
un ruolo decisivo, di cui il Parlamento stesso deve fare oculato e
motivato uso, soprattutto in presenza di tagli ai vari settori della vita
pubblica, che sono continui e pesanti, mentre i costi per il programma
F-35, circa 12 miliardi, appaiono francamente esorbitanti e fuori luogo".

Ciò che non va giù ai firmatari della mozione – come a una larghissima
parte dell´opinione pubblica – è proprio questo: in un momento in cui la
situazione del Paese appare così drammatica, spendere 12 miliardi in un
progetto che presenta ancora numerosi problemi suscita grandi perplessità.

"Rivedere queste scelte – chiosa infatti Casson – appare quantomeno
sensato e congruo rispetto all'attuale situazione economica e finanziaria
del Paese".

Dopo la mozione in Senato, è in arrivo quella alla Camera. La scorsa
settimana – spiega Scanu – "nel corso della riunione dei 23 deputati Pd
della commissione Difesa, è stato definito il testo di una mozione che
sarà prestissimo oggetto di una discussione e di una votazione
nell'assemblea di tutti i deputati democratici". "I presupposti da cui
partiamo – aggiunge – riguardano da un lato il rispetto dell'articolo 11
della Costituzione e dall'altro una valutazione organica dei nostri
sistemi d'arma".

Come si muoverà il Pd ora che gli F-F35 sono stati ufficialmente bocciati
da parte dei suoi senatori? Difficile dirlo. Di certo per Letta la
partecipazione al programma Joint Strike Fighter è una spina nel fianco
destinata a entrare sempre più in profondità. Come ha spiegato
all'HuffPost Federica Mogherini, deputato Pd in commissione Difesa e
Affari Esteri, dalla nascita delle larghe intese l'approccio del Pd agli
F-35 è dovuto cambiare per forza.

Originariamente, infatti, nel programma di governo del Pd c'era un piano
triennale (2013-2015) che prevedeva l´impegno di 7,5 miliardi di euro per
mettere in sicurezza scuole e ospedali, avviare piani di recupero
ambientale e progetti per la mobilità urbana. I fondi dovevano essere
trovati anche attraverso il taglio dell'acquisto di cacciabombardieri F35
e di armamento. Progetto che per ora rimane sulla carta. Come ha ammesso
la stessa Mogherini: "Questo era il programma del partito quando credevamo
di vincere le elezioni e andare al governo. La situazione è cambiata ed è
stato formato un esecutivo d'emergenza. Dunque le cose ora sono un po'
diverse".

Fonte: Liberazione on line
7 giugno 2013

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