Passo indietro libico


Il Mondo di Annibale


C’è poco da dire, è un passo indietro quello che il leader del CNT libico ha dovuto fare. E non ci riferiamo certo alla storia della “pallottola vagante”, quanto all’esplicito riferimento alla legge islamica, base dell’ordinamento futuro” per cui “ogni legge contrastante con la sharia’a non avrà valore”.


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Passo indietro libico

C’è poco da dire, è un passo indietro quello che il leader del CNT libico ha dovuto fare oggi. E non ci riferiamo certo alla storia della “pallottola vagante”, quanto all’esplicito riferimento alla legge islamica, la legge islamica, base dell’ordinamento futuro” per cui “ogni legge contrastante con la sharia’a non avrà valore”. Un passo indietro che lui stesso, forse, ha spiegato nel corso dello stesso discorso, quando ha espressamente ringraziato i “Paesi del Golfo”, (cioè Arabia Saudita e non solo Qatar), oltre ad Europa e Nato. Un passo indietro non per noi, ma per Jalil, che nelle settimane trascorse aveva usato parole diverse, accennato a ipotesi diverse.

Certo, il nuovo leader (provvisorio) libico, ha detto anche che lui e i suoi sono solidali con i popoli dello Yemen e della Siria in lotta contro i loro tiranni, e questo anche se ufficialmente non urta Riyadh in realtà non suona bene alle orecchie dei potenti petromonarchi. Per convincersene basta rileggere la “notiziola” che alcuni giornali hanno pubblicato oggi. Appena appreso della morte di Gheddafi il deposto despota egiziano, Hosni Mubarak, ha avuto una gravissima crisi di nervi, che ha richiesto l’intervento dei medici. Non certo per i modi raccapriccianti in cui è finita la vita di Gheddafi.  Quei modi Mubarak li ha fatti applicare contro tantissimi egiziani. E neanche per una particolare solidarietà politica. Gheddafi ne ha procurati non pochi di grattacapi a Mubarak, e le burrasche tra i due non sono state poche. Mubarak ha avuto quella crisi di nervi perché in quella rabbia popolare contro l’ex raiss libico ha visto la rabbia egiziana contro di lui, la rabbia dei popoli contro l’autorità che in quanto tale invece non va discussa. Lo stesso ragionamento fanno i sauditi. E quindi quel plauso a yemeniti e siriani non gli sarà piaciuto anche se odiano Bashar al-Assad. Ma questo piccolo “strappo” dai controrivoluzionari arabi non toglie che il passo indietro da loro più agognato Jalil lo ha fatto, lo ha dovuto fare.

Fonte: www.ilmondodiannibale.it

23 ottobre 2011

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