Osama Bin Laden ucciso in Pakistan


La redazione


Colpito alla testa in un blitz dei servizi speciali americani. Di seguito il discorso integrale con il quale il presidente Usa ha annunciato l’uccisione di Osama Bin Laden.


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Osama Bin Laden ucciso in Pakistan

E’ stato ucciso Osama Bin Laden. Il capo dei talebani, mente degli attacchi terroristici agli Stati uniti dell’11 settembre, è stato ucciso in un’operazione militare statunitense in Pakistan, nella località di Abad Abad. A darne l’annuncio il Presidente degli Stati Uniti Barck Obama.
Una folla in festa si è radunata davanti alla Casa Bianca.
Il principe saudita Bin Laden è stato ucciso colpo di arma da fuoco alla testa, mentre si trovava nella sua casa in Pakistan, nel corso di un’operazione condotta dai Navy Seals, le forze speciali della Marina americana.

2 maggio 2011

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Pubblichiamo il discorso con il quale il presidente Usa ha annunciato l'uccisione di Osama Bin Laden

BARACK OBAMA
Buona sera. Questa notte posso riferire alla gente d’America e al mondo che gli Stati Uniti hanno portato a termine un’operazione in cui è stato ucciso Osama Bin Laden, il leader di Al Qaida, un terrorista che è responsabile dell’omicidio di migliaia di uomini, donne e bambini innocenti.

Sono passati quasi dieci anni da quel giorno luminoso di settembre oscurato dal peggiore attacco della nostra storia contro americani. Le immagini dell’11 settembre sono scolpite nella nostra memoria nazionale: aerei dirottati comparire all’improvviso in un limpido cielo di settembre; le torri gemelle collassare al suolo; un fumo nero alzarsi dal Pentagono; il disastro del volo 93 in Shanksville, in Pennsylvania, dove le azioni di cittadini eroici hanno consentito di evitare una distruzione e un dolore ancora maggiori.

Tuttavia sappiamo che le immagini peggiori sono quelle che non sono state viste alla luce del sole. La sedia vuota di una famiglia a tavola. I bambini che sono stati costretti a crescere senza la madre o il padre. I genitori che non proveranno mai più l’abbraccio del figlio. Quasi tremila persone strappate da noi, che hanno lasciato un vuoto nei nostri cuori. L’11 settembre 2001 la gente d’America nel momento del lutto si è stretta insieme. Abbiamo offerto una mano ai vicini, il sangue ai feriti. Abbiamo riaffermato i legami che ci uniscono l’uno all’altro e il nostro amore per la comunità e il Paese. Quel giorno, non importa da dove venissimo nè quale Dio pregassimo o di quale razza fossimo, noi eravamo uniti come una sola famiglia di americani.

Eravamo uniti anche nella determinazione di proteggere la nostra Nazione e di di rendere alla giustizia coloro che avevano commesso questo attacco spregevole. Venimmo rapidamente a conoscenza che gli attacchi dell’11 settembre erano stati portati da Al Qaida, un’organizzazione terroristica guidata da Osama Bin Laden, che aveva apertamente dichiarato guerra agli stati Uniti e che era determinata ad uccidere innocenti nel nostro paese e nel mondo. Così siamo andati in guerra contro Al Qaida per proteggere i nostri cittadini, i nostri amici, i nostri alleati.

Negli ultimi dieci anni grazie al lavoro eroico delle nostre Forze Armate e del nostro antiterrorismo, abbiamo ottenuto grandi risultati in questo sforzo. Abbiamo smantellato attacchi terroristici e rafforzato la nostra difesa interna. In Afganistan abbiamo rimosso il governo dei Talebani, che aveva dato a Bin Laden e ad Al Qaida rifugio e sostegno. E nel mondo abbiamo lavorato con i nostri amici e alleati per catturare o uccidere membri di Al Qaida, compresi molti di quelli che presero parte al complotto dell’11 settembre.

Tuttavia Osama Bin Laden era riuscito ad evitare la cattura e a fuggire dall’Afganistan in Pakistan. Nello stesso tempo Al Qaida ha continuato ad operare da quella zona di confine nel mondo attraverso i suoi affiliati.

Per questo poco dopo aver assunto l’incarico ho dato indicazioni a Leon Panetta, il Direttore della CIA, di considerare la cattura o l’uccisione di Bin Laden la priorità della guerra contro Al Qaida, anche se noi continuavamo il nostro più ampio impegno per distruggere, smantellare e sconfiggere la sua rete.

Poi nell’agosto scorso dopo anni di lavoro senza sosta della nostra intelligence mi è stato riferito di un possibile accesso a Bin Laden. Non era certo e ci sono voluti molti mesi per abbattere questa minaccia. Mi sono riunito ripetutamente con la mia squadra di sicurezza nazionale per raccogliere più informazioni sulla possibilità che Bin Laden era stato localizzato in un rifugio nascosto in Pakistan. La scorsa settimana ho deciso che avevamo informazioni di intelligence sufficienti per agire e ho autorizzato l’operazione per prendere Osama bin Laden e assicurarlo alla giustizia.

Oggi, sotto la mia direzione, gli Stati Uniti hanno lanciato un’operazione mirata contro quel rifugio ad Abbottabad, in Pakistan. Una piccola squadra di americani ha portato a termine l’operazione con coraggio e capacità straordinarie. nessun americano è rimasto ferito. Hanno fatto attenzione a evitare vittime civili. E dopo un conflitto a fuoco hanno ucciso Bin Laden e hanno preso in custodia il suo corpo.

Per oltre due decenni Bin Laden è stato il leader e il simbolo di Al Qaida e ha continuato a pianificare attacchi contro il nostro paese e alleati. La morte di Bin Laden segna il risultato significativo nell’impegno della nostra nazione di sconfiggere Al Qaida. Tuttavia la sua morte non segna la fine del nostro impegno. Non ci sono dubbi sul fatto che Al Qaida continuerà a perseguire attacchi contro di noi. Noi dobbiamo rimanere vigili in patria e fuori, e lo saremo.

Nel fare questo, dobbiamo anche riaffermare anche che gli Stati Uniti non sono in guerra con l’Islam e non lo saranno mai. Ho sempre detto in modo chiaro, così come ha fatto il Presidente Bush dopo l’11 settembre che la nostra guerra non è contro l’Islam. Bin Laden non era un leader musulmano: era un assassino di massa di musulmani. Al Qaida ha davvero ucciso musulmani in molti paesi incluso il nostro. Per questo la sua sconfitta dovrebbe essere accolta con favore da tutti coloro che credono nella pace e nella dignità umana.

Nel corso degli anni ho ripetutamente chiarito che noi avremmo agito in Pakistan se avessimo saputo dove Bin Laden si trovava. È ciò che abbiamo fatto. Ma è importante precisare che la cooperazione del nostro antiterrorismo con il Pakistan ha contribuito a portarci a Bin Laden e all’edificio in cui si nascondeva. Bin Laden aveva dichiarato guerra contro il Pakistan e contro i pakistani.

Oggi ho chiamato il presidente (del Pakistan) Zardari, e il mio team ha a sua volta chiamato le rispettive controparti pakistane. Hanno convenuto che questo è un giorno storico per entrambe le nostre nazioni. E nel guardare avanti, è essenziale che il Pakistan continui ad unirsi a noi nella lotta contro Al Qaida e i suoi affiliati.

Non sono stati gli americani a scegliere questa lotta. È venuta loro con il massacro senza senso sul nostro suolo di nostri cittadini. Dopo dieci anni di servizio, lotta e sacrificio, conosciamo bene i costi della guerra. Questo impegno pesa su di me ogni volta che io, come Comandante in Capo, devo firmare una lettera indirizzata a una famiglia che ha perso un suo caro, ogni volta che devo guardare negli occhi un soldato che è stato gravemente ferito.

Gli americani sono consapevoli dei costi della guerra. Tuttavia come Paese noi non tollereremo mai che la nostra sicurezza sia minacciata, nè ci daremo da parte quando la nostra gente viene uccisa. Noi saremo senza esitazione in difesa dei nostri cittadini e dei nostri amici e alleati. Noi saremo fedeli ai valori che ci hanno resi ciò che siamo. E in notti come questa noi possiamo dire a quelle famiglie che hanno perso i loro cari a causa del terrore di Al qaida: giustizia è stata fatta.

Questa notte, diciamo grazie alle infinite informazioni di intelligence e agli uomini dell’antiterrorismo che hanno lavorato senza tregua per raggiungere questo risultato. Gli americani non vedono il loro lavoro, nè conoscono i loro nomi. Ma questa notte possono provare la soddisfazione del loro lavoro e il risultato del loro inseguimento della giustizia.

Ringraziamo gli uomini che hanno portato a termine questa operazione, per il loro esempio di professionalità, patriottismo, e per il coraggio di coloro che servono il Paese. Sono parte di una generazione che ha sopportato il fardello più pesante fin da quel giorno di settembre.

Infine, lasciatemi dire alle famiglie che l’11 settembre hanno perso i loro cari, che non abbiamo mai dimenticato la loro perdita, nè esitato nell’impegno di vedere che facciamo tutto ciò che è necessario per prevenire altri attacchi sul nostro suolo. Questa notte, consentiamoci di riandare al senso di unità che prevalse in quell’11 settembre. So che a volte è vacillato. Ma il risultato di oggi è una testimonianza della grandezza di questo Paese e della determinazione della sua gente.

La causa per garantire la sicurezza del nostro Paese non è ancora completata. Ma questa notte ricorda a tutti noi ancora una volta che l’America può raggiungere qualunque obiettivo essa si ponga. Questa è la storia della nostra storia, sia che si tratti del perseguimento di prosperità per la nostra gente, o della lotta per l’eguaglianza dei nostri cittadini, o del nostro impegno a difendere all’estero i nostri valori, o dei sacrifici per rendere il mondo un posto più sicuro.

Lasciatemi ricordare che possiamo fare tutto ciò non per la ricchezza o la forza, ma per ciò che siamo: una Nazione, davanti a Dio, indivisibile, con la libertà e la giustizia sopra ogni cosa.

Grazie. Possa Dio benedire voi. E possa Dio benedire gli Stati Uniti d’America.

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