Napolitano: no alla negazione di Israele. Ma Tel Aviv ora vinca la sfida della pace


l'Unità.it


Napolitano in partenza per il Libano lancia un appello a Tel Aviv perchè "vinca la sfida della pace". Ma dice: no alla negazione di Israele.


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Napolitano: no alla negazione di Israele. Ma Tel Aviv ora vinca la sfida della pace

Bisogna sempre distinguere tra la legittima critica al governo d'Israele e l'antisionismo che mette in discussione l'esistenza stessa dello Stato d'Israele e va combattuto e respinto. Napolitano parte oggi per Beirut per la visita di Stato al Libano, e alla vigilia incontra una delegazione dell'associazione ebraica "Keren Hayesod" (che si occupa di solidarietà nei confronti dei nuovi arrivati nello Stato ebraico), tornando sui nodi fondamentali: "Anche quando le decisioni del governo di Israele possono risultare controverse, deve restare netta la distinzione tra ogni critica, sempre possibile, all'operato di chi di volta in volta guida Israele, e la negazione, esplicita o mascherata, per esempio come antisionismo, delle ragioni storiche dello Stato di Israele, del suo diritto all'esistenza e alla sicurezza, del suo carattere democratico".

"Memore del passato – ha aggiunto Napolitano – l'Italia respinge con forza i proclami di quanti ancora si levano ad invocare scenari di morte e distruzione di Israele. Le aberrazioni di quella Shoah di cui qualcuno vorrebbe occultare la tragica storia, non debbono mai ripetersi in nuove forme di persecuzione, fino al genocidio, in nessuna parte del mondo".

Ma Napolitano rivolge anche un appello: «La grande sfida che Israele deve ancora vincere è la sfida della pace», dice davanti a Renzo Gattegna, presidente delle Comunità ebraiche in Italia, e Riccardo Pacifici rabbino capo di Roma. La pace infatti, ricorda, «è l'unica garanzia duratura per continuare a crescere e prosperare entro confini sicuri e con il più ampio riconoscimento internazionale».

 Napolitano non manca di citare anche l'altro 'cornò della questione mediorientale, ovvero la necessità di «uno Stato palestinese indipendente, stabile e vitale. È una sfida -osserva- che richiede una determinazione e una vede non minori di quelle che Israele ha dovuto impiegare per assicurarsi prima la sopravvivenza e poi la propria affermazione come Stato».

Ricevendo l'associazione ebraica internazionale al Quirinale, Napolitano afferma che «da amici sinceri, senza nascondere le nostre preoccupazioni, confidiamo che la saggezza e il coraggio di Israele si tradurranno nelle decisioni e nei gesti indispensabili, perchè possa al più presto riprendersi e giungere finalmente a conclusione il negoziato israelo-palestinese e il processo di pace in Medio Oriente».

In tal senso, il presidente della Repubblica assicura che «Israele potrà sempre contare, nel difficile cammino verso la pace, sul convinto appoggio dell'Italia, condiviso da tutte le forze parlamentari e dall'opinione pubblica, animate da sentimenti di genuina simpatia e di solidarietà nei confronti di Israele».

Napolitano esorta inoltre, alla vigilia dell'attesa entrata in vigore del Trattato Ue di Lisbona, ad «avere fiducia nella Unione
Europea e nella sua aspirazione ad agire con maggiore incisività per l'affermazione nel mondo dei suoi valori fondanti, che sono la pace, la democrazia, il rispetto dei diritti e del Diritto internazionale, il dialogo e la tolleranza. L'Europa intende fare la sua parte per favorire la pace in Medio Oriente, nella consapevolezza che -conclude Napolitano- sia questo un passaggio essenziale per la stabilità dell'area e del mondo intero».


Fonte: l'Unità.it

02 novembre 2009

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