Napolitano: "I romeni non sono il male, bisogna integrare rispettando la legge"


La redazione


Si è svolta martedi 20 novembre al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la celebrazione della Giornata nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza. Sono anche intervenuti alcuni ragazzi che hanno presentato esperienze e messaggi delle Associazioni del Forum PIDIDA.


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Napolitano: "I romeni non sono il male, bisogna integrare rispettando la legge"

Parole forti e attuali quelle pronunciate dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della celebrazione della Giornata nazionale dell'infanzia e dell'adolescenza.

Il presidente Napolitano ha colto l’occasione per sottolineare la necessità di un’Italia con leggi chiare e rigorose e ha lanciato un messaggio contro la discriminazione e la violenza nei confronti degli immigrati soprattutto alla luce degli ultimi fatti di cronaca che hanno visto i romeni al centro dell’attenzione.

"Credo ci sia il problema di una grande missione 
educativa che –ha dichiarato il Presidente- spetta alle famiglie, alla 
scuola, alle organizzazioni sociali e religiose. Il problema è 
di mettere in grado i giovani e gli adolescenti di difendersi 
efficacemente dai rischi, dalle sollecitazioni perverse, dalle 
devianze alle quali oggi sono esposti. Viviamo in un mondo dove 
questi rischi sono molto seri e voi capite a quali fenomeni mi 
riferisco. Questo è qualcosa che si integra con il rispetto dei 
diritti. Abbiamo bisogno di ragazzi che crescano uscendo da 
questi scogli senza cadere in nessuna insidia se vogliamo, in un 
prossimo futuro, una società più coesa, più coerente con i 
grandi principi costituzionali e con i valori civili che debbono 
prevalere in questo Paese".
"Si è sentito dire che non solo i rom ma anche i romeni sono il male, di cui avere paura –ha detto Napolitano incontrando gli studenti presso il Quirinale- io dico che non bisogna avere paura, bisogna integrare nel rispetto della legge". E' necessario, secondo il Capo dello Stato, "evitare che in Italia dilaghi la violenza specie se impunita, far rispettare la legge, ma guai a passare ad atteggiamenti di rifiuto o di indiscriminata accusa".

"I diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione sono di tutti i bambini, senza eccezione alcuna, di tutti i bambini che si trovano sul territorio italiano, comunque siano arrivati in Italia, comunque siano entrati i loro genitori. I loro diritti sono gli stessi dei nati in Italia, dei figli degli italiani".

"No, non bisogna avere paura, bisogna integrare nel rispetto della legge – ha concluso il presidente. Bisogna dare la cittadinanza ai giovani nati in Italia".

Erano presenti alla celebrazione il Vice Presidente del Senato della Repubblica, sen. Mario Baccini, il Vice Presidente della Camera dei Deputati, on. Carlo Leoni, il Ministro delle politche per la famiglia, on. Rosy Bindi, il Ministro della solidarietà sociale, on. Paolo Ferrero, il Giudice della Corte Costituzionale, prof.ssa Maria Rita Saulle, ed il Presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia, sen. Anna Maria Serafini.

Nel corso della cerimonia, sono intervenuti i Ministri Rosy Bindi e Paolo Ferrero, il Presidente del Centro Nazionale Documentazione e Analisi per l'Infanzia, prof. Francesco Paolo Occhiogrosso, il Presidente dell'Unicef, dott. Antonio Sclavi, il Sindaco junior di Benevento, Antonella Rosella e il Presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia, Anna Maria Serafini.

***

INTERVENTO
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ALLA CELEBRAZIONE DELLA GIORNATA PER I DIRITTI
DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA


Palazzo del Quirinale, 20 novembre 2007

Ringrazio i Ministri, i rappresentanti del Parlamento, i rappresentanti delle Istituzioni che si occupano dei problemi dell'infanzia e dell'adolescenza per aver voluto celebrare qui la Giornata Mondiale consacrata alla Carta delle Nazioni Unite per i diritti dei bambini e degli adolescenti.
E saluto cordialmente tutti, in modo particolare e con affetto i bambini, i ragazzi che sono qui.
Ho ascoltato in tanti di voi degli accenti molto belli. Avete ripetuto: "Sarebbe bello che…". E ci ponete il problema di come rendere effettivo quello che voi vorreste che si realizzasse. Credo che in parte tocchi a voi stessi. Quando ho sentito domandare "che cosa si può fare per migliorare la situazione", una situazione in cui ancora si sa poco della stessa Carta dell'Onu per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ho poi trovato la risposta in un altro intervento, quando si è detto che si dovrebbe studiarlo a scuola. Ci vorrebbe del tempo a scuola – non so quanto, non pregiudico le decisioni del Ministro della Pubblica Istruzione – per discutere dei diritti umani, e quindi anche per conoscere meglio questa Carta.
Un'altra cosa mi ha colpito – voglio dirlo subito – dei vostri interventi. Sì, ci sono stati riferimenti a cose che vi piacerebbe avere. Ed è vero che c'è molto da fare anche in Italia per realizzare pienamente le aspirazioni, i desideri, i bisogni e i diritti dei bambini e degli adolescenti. Ma quel che mi ha molto colpito è che nei vostri interventi si sia parlato dei bambini e degli adolescenti in generale, non solo dei nostri bambini e adolescenti italiani, perché questa è una Carta universale, una Carta che tende ad affermare i diritti, compreso il diritto alla vita, dei bambini e degli adolescenti in tutto il mondo.
Ora, io ritengo che certe volte la televisione mostri brutture e violenze che non sarebbe necessario mostrare, però quando mostra bambini che in tante parti del mondo non hanno cibo, bambini che non hanno casa, bambini che sono costretti a fare la guerra, queste immagini è bene che le vediate anche voi e che ricordiate sempre che la causa dei diritti è comune ai bambini e agli adolescenti di tutto il mondo.
E per certi aspetti la causa è comune a tutta l'umanità, alle generazioni le più lontane e diverse. Quando ponete, come avete posto, il problema dell'ambiente, il problema della salute, il problema della lotta per resistere alle conseguenze gravi che avrebbe un ulteriore cambiamento climatico e inquinamento ambientale, rivendicate certamente un diritto vostro, perché avete una lunga vita davanti da vivere, e la volete vivere nelle condizioni migliori; ma è una causa comune, è una causa comune all'Italia e a tutti paesi che vogliono contribuire al progresso civile dell'umanità. E siamo impegnati in queste battaglie, in Europa, in Italia, a qualunque generazione noi apparteniamo.
Vorrei anche insistere sull'importanza degli interventi che ci hanno richiamato alla realtà dei bambini che sono in Italia senza essere cittadini italiani e figli di cittadini italiani: sono bambini figli di immigrati. Ci è stato detto molto chiaramente da un bambino: "Io sono qui con un permesso di soggiorno legale". Guai a non pensare che questi bambini abbiano gli stessi diritti degli altri, degli italiani: i diritti fondamentali, sanciti nella nostra Costituzione, sono di tutti bambini senza eccezione alcuna che si trovano nel nostro paese. Comunque siano entrati in Italia, comunque siano entrati i loro genitori in Italia, i loro diritti sono gli stessi di quelli nati in Italia e dei figli di italiani.
Credo che sia molto importante crescere in questa convinzione, crescere con questa educazione. Dobbiamo stare attenti a tanti problemi, dobbiamo evitare che in Italia dilaghi la violenza, e soprattutto la violenza impunita, bisogna far rispettare la legge, ma guai se di qui si passasse ad atteggiamenti di rifiuto e ad atteggiamenti di indiscriminata accusa.
Ho sentito con piacere il ragazzo "rom" che mi ha parlato: gli auguro di diventare avvocato, sperando però che non smetta mai di suonare né la viola, né il pianoforte né la fisarmonica. È un ragazzo "rom", un "famoso" rom. Poi, addirittura si è detto: non solo i rom ma i romeni tutti quanti sono il male, sono qualcosa di cui il nostro paese deve aver paura. No, non bisogna aver paura, bisogna integrare, bisogna far rispettare la legge, bisogna che abbiano la cittadinanza i giovani nati in Italia. Io auguro davvero al ragazzo dell'Istituto Newton di prendere la cittadinanza al più presto, e cercherò di dare una mano: bisogna modificare una legge troppo restrittiva, bisogna aprire canali nuovi di accesso alla cittadinanza italiana per tanti ragazzi e per tanti giovani.
Infine vorrei dire una cosa, non so se esco fuori dal seminato: credo che ci sia il problema di una grande missione educativa che spetta alle famiglie, che spetta alla scuola, che spetta alle organizzazioni sociali e alle organizzazioni religiose, che spetta anche alle vostre associazioni. Il problema è quello di mettere in grado i ragazzi e gli adolescenti di difendersi efficacemente dai rischi, dalle sollecitazioni perverse, dalle devianze a cui oggi sono esposti. Viviamo in un mondo in cui questi rischi sono molto seri – e voi capite a quali fenomeni mi riferisco – e questo è qualcosa che integra il discorso sul rispetto dei diritti. Abbiamo bisogno di ragazzi che crescano uscendo da questi scogli, non cadendo in nessuna di queste insidie se vogliamo avere davvero, anche nel prossimo futuro, una società più coesa e una società più coerente con i grandi principi costituzionali e con i valori civili che debbono prevalere in questo paese.

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