Missioni all’estero, la Lega dice sì


Rainews24


L’uccisione in Afghanistan del caporal maggiore David Tobini, terzo soldato caduto dall’inizio di luglio, riaccende i riflettori sulle missioni all’estero. Oggi in Senato verrà approvato il decreto di rifinanziamento.


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Missioni all'estero, la Lega dice sì

La Lega votera' si' al decreto di rifinanziamento delle missioni all'estero ma rimangono i 'mal di pancia' del Carroccio.

Alla vigilia dell'appuntamento al Senato, l'uccisione in Afghanistan del caporal maggiore David Tobini, terzo soldato caduto dall'inizio di luglio, riaccende le critiche delle 'camicie verdi' nei confronti dell'impegno internazionale dei nostri militari, con il ministro Roberto Calderoli per tutti che esprime i dubbi di sempre della pattuglia leghista, pur confermando che "per responsabilita' " votera' il decreto.

Dopo la settimana di 'passione' per la tenuta della maggioranza, messa a dura prova dallo strappo leghista sull'arresto di Alfonso Papa, le tensioni sono in parte rientrate nel fine settimana con il chiarimento tra Berlusconi e Bossi. I lumbard quindi approveranno in Aula al Senato il decreto di rifinanziamento uscito con fatica all'unanimita' dal Consiglio dei ministri, dopo un accordo politico siglato in extremis sul ridimensionamento dei contingenti impegnati all'estero: Sia pur salvaguardando il principio delle missioni su cui, peraltro, vigila con attenzione Giorgio Napolitano.

Pur esprimendo "dolore e cordoglio" per l'ultimo lutto, Calderoli non ha comunque nascosto la sua "rabbia" per una missione "che non condivide e non comprende". E ha invitato Ignazio La Russa, a continuare a lavorare per "completare una exit strategy che dovra' portare ad una sostanziale riduzione del numero dei nostri soldati impegnati in missioni internazionali gia' dal prossimo anno, partendo proprio dalla missione in Afghanistan".

Parole respinte subito dal ministro della Difesa perche' "non e' il momento del lutto quello giusto per discutere le ragioni della nostra presenza in Afghanistan".

Ma il ministro della Semplificazione non e' il solo, tra le camicie verdi, a esprimere a chiare lettere forti perplessita': oltre al viceministro Roberto Castelli che ha gia' annunciato il suo 'no' personale, mettendo sul tavolo anche le dimissioni qualora Bossi o Berlusconi lo chiedessero, il governatore del Veneto, Luca Zaia, si spinge piu' in la', tornando a chiedere di "portare a casa i nostri ragazzi", come gia' aveva fatto lo stesso Bossi piu' volte, perche' i militari all'estero "sono troppi in giro, costano troppo e ogni tanto muoiono anche".

Dopo l'impasse della scorsa settimana, dovuto alla presa di posizione di Castelli ma anche all'intesa saltata con l'opposizione sul finanziamento alla cooperazione, domani dal voto al Senato non dovrebbero comunque arrivare sorprese perche' il dl avra' il via libera anche da Pd e Udc che chiedono, tra l'altro, che non ci siano strumentalizzazioni sulla morte del militare italiano. Questo dice Lorenzo Cesa, deve essere "il momento della responsabilita' ", mentre i democratici, per voce di Marina Sereni, invitano il governo a mantenere fede agli impegni presi in sede internazionale. Fuori dal coro il senatore Pd Ignazio Marino che "personalmente" non votera' il decreto. A Palazzo Madama, pero', si preannuncia comunque una giornata calda dopo che il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, ha annunciato che il suo partito "coerentemente" votera' contro il decreto di rifinanziamento perche' "in Libia e in Afghanistan si sta facendo la guerra" e quindi il dl e' "contro la Costituzione".

Fonte: RaiNews24

25 luglio2011

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