Minacce della Russia contro lo scudo spaziale di George W. Bush


La redazione


Missili balistici potrebbero essere puntati su Varsavia e su Praga. L’Osservatore Romano di oggi lancia l’allarme all’indomani del lancio di prova da un sottomarino nucleare di un missile balistico intercontinentale.


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Minacce della Russia contro lo scudo spaziale di George W. Bush

Cresce l’escalation di pressioni e minacce da parte della Russia contro il progetto Usa di difesa antimissile nell’Europa dell’est, il cosiddetto scudo spaziale. Ieri, per la prima volta, Mosca, sia pur mandando in avanscoperta i suoi generali, ha indicato obiettivi ben precisi, Varsavia e Praga, per i suoi missili balistici intercontinentali. Una risposta diretta, quindi, a Polonia e Repubblica Ceca, i due Paesi prescelti da Washington per ospitare il sistema antimissilistico contro i cosiddetti «Stati canaglia».

L’ipotesi è stata data in contemporanea al lancio di prova da un sottomarino nucleare di un missile balistico intercontinentale, il quinto nel 2007. «Dobbiamo prendere misure che impediscano la svalutazione del potenziale deterrente nucleare russo. Non escludo che la nostra dirigenza politica e militare possa puntare qualcuno dei nostri missili balistici intercontinentali verso gli impianti di difesa antimissilistica in Polonia e Repubblica Ceca», ha spiegato il comandante delle forze spaziali strategiche, generale Nikolai Solovtosv, ricordando che i missili strategici russi sono in grado di bucare qualsiasi sistema difensivo esistente e futuro, compreso quello che gli Usa vogliono installare in Europa. Già il presidente russo, Vladimir Putin, in un'intervista ai principali quotidiani dei Paesi del «G-8», alla vigilia del vertice tedesco di giugno, aveva ammesso la possibilità di schierare i missili russi contro obiettivi europei nel caso di un esito negativo dei negoziati fra Mosca e Washington sullo scudo spaziale. L’altro ieri, invece, il capo di stato maggiore russo Yuri Baluevski aveva ammonito che l’eventuale lancio di un missile antimissile dalla Polonia «potrebbe essere male interpretato dai sistemi russi e provocare un colpo di risposta». Immediate e dure erano state le reazioni di Praga e di Varsavia alle minacce di Mosca.

«Il linguaggio dei generali russi è inaccettabile, inimmaginabile nel mondo de- mocratico», aveva obiettato il ministero degli Esteri ceco. Sulla stessa lunghezza
d’onda il premier polacco Donald Tusk. Ieri, infine, si è passati dal rischio di un
errore ad una possibile scelta strategica, con bersagli indicati in modo chiaro.
Intanto, la Russia è pronta a nuovi negoziati sul trattato sulle forze convenzionali in Europa (Cfe) nonostante la sua decisione di sospenderlo la settimana scorsa. Lo scrive il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, in un articolo che viene pubblicato oggi sul quotidiano tedesco «Handelsblatt». «La moratoria non chiude la porta ad ulteriori negoziati», ha scritto Lavrov. «Noi non abbiamo mai interrotto il dialogo e siamo pronti a riavviarlo in qualsiasi momento e sotto qualsiasi formato – ha aggiunto il ministro degli Esteri – Il nostro obiettivo più importante è raggiungere un accordo di qualità che accresca la sicurezza dell’Europa e di tutti i Paesi». La moratoria, ha aggiunto Lavrov, «è un ulteriore appello (a tutti i Paesi) a guardare oggettivamente la situazione e muoversi insieme per calmare le cose». Come è noto, mercoledì scorso la Russia ha cessato di applicare il trattato Cfe, uno dei fondamenti della sicurezza del vecchio continente che limita gli armamenti dall’Atlantico agli Urali.

Fonte: L'Osservatore Romano, mercoledì 19 dicembre 2007

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