I miei migliori Auguri per un Felice Anno Nuovo!


Roberto Savio


I miei migliori Auguri per un Felice Anno Nuovo! Anche se purtroppo non abbiamo molte ragioni di credere che il 2018 sarà di fatto migliore del 2017: Trump finisce l’anno molto più forte di come ha cominciato; i nazionalismi ora si stanno diffondendo ovunque, dal Giappone alla Cina, dal Regno Unito alle Filippine, India, Turchia, […]


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I miei migliori Auguri per un Felice Anno Nuovo!

Anche se purtroppo non abbiamo molte ragioni di credere che il 2018 sarà di fatto migliore del 2017: Trump finisce l’anno molto più forte di come ha cominciato; i nazionalismi ora si stanno diffondendo ovunque, dal Giappone alla Cina, dal Regno Unito alle Filippine, India, Turchia, Russia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e così via; il conflitto Siriano, con 400.000 morti e 6 milioni di persone costrette a fuggire, non è ancora vicino alla sua fine; i paesi arabi si stanno avvicinando sempre più ad un momento di confronto; la questione palestinese è ancora senza soluzione; ci sono molti conflitti, dallo Yemen al Rohyngia; infine un’enorme quantità di denaro viene spesa in armamenti, che prima o poi dovranno essere usati.

Ma è proprio per questo che noi dobbiamo fare ogni possibile sforzo per portare avanti i valori che oggi sono diventati fuori moda, come la pace, la cooperazione, la giustizia sociale, la partecipazione, i beni comuni. Senza valori comuni gli interessi individuali diventeranno la base del nostro mondo e gli interessi portano necessariamente alla competizione, non sono fatti per portare la pace.

Un sociologo giapponese ha pubblicato uno studio molto interessante che dimostra che guardando alla storia, non si può giudicare una generazione isolata dal prima e dal dopo, poiché essa riceve valori e visioni da quella precedente e lascia anche la sua impronta su quella che la succede.

Bene, la mia generazione ha scoperto che le guerre sono inutili, cosa che dicevano anche i nostri padri.

La mia generazione voleva migliorare il mondo. Noi abbiamo creduto in un qualche tipo di utopia, di sinistra o di destra che fosse. Poi nel 1989 il mondo ha cambiato direzione. Siamo tutti stati addestrati all’individualismo, al successo personale, alla competizione, i mercati sono stati messi al centro della società, la finanza è stata scollegata dalla produzione e dai mercati. Nello stesso modo si è formata la generazione dopo di noi, dal 1989 al 2009, quando la paura ha fatto ingresso nel nostro mondo per via della crisi finanziaria, del terrorismo, delle migrazioni che abbiamo provocato proprio noi con le invasioni in Iraq, Libya, Syria, Yemen, paura per via della preponderanza della corruzione in America Latina, della crisi della democrazia e della comparsa di personaggi inauditi come Trump, paura per via della carenza di opportunità per i giovani e potremmo continuare.

Siamo passati dalla cultura della cupidigia a quella della paura, fino a combinarle tutte e due, cosa che secondo gli storici è un mix molto pericoloso. Nel frattempo le nostre utopie sono diventate sogni chimere.

Ho fatto per un momento il sociologo per dire che questo significa che la nostra generazione deve fare di più. E’ importante, in questo processo intergenerazionale, continuare a credere che i valori, non i mercati, sono alla base della società. Il nostro successo sarà aver lasciato una qualche eredità ed è proprio questo che mi tiene occupato.

Come regalo per il nuovo anno vi racconto una storiella dello Sri Lanka del VI secolo:

In un villaggio un giovane arciere ogni notte tirava frecce alle stelle. Tutto il villaggio lo derideva dicendo che era un idiota, che non avrebbe mai raggiunto le stelle perché erano troppo lontane.

Un giorno il re indisse una gara di tiro con l’arco e il ragazzo vinse proprio perché fu quello che riuscì a lanciare la freccia più lontano.

Buon Anno!

Roberto Savio

 

 

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