L’Italia rifinanzia la Guardia costiera libica


Il Sole 24 Ore


La Camera approva la risoluzione di maggioranza e respinge quella contro il sostegno alla Guardia libica.
I sì sono stati 438, i no 3, gli astenuti 2. L’aula ha prima votato e respinto la risoluzione a firma di Erasmo Palazzotto e sottoscritta da una trentina di deputati per lo più di maggioranza che proponeva di non autorizzare la missione bilaterale di cooperazione con la Guardia costiera libica.


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La Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza che autorizza le Missioni militari all’estero, deliberate dal governo.

In favore ha votato anche Fdi. I sì sono stati 438, i no 3, gli astenuti 2. Tecnicamente l’Aula ha approvato la relazione delle Commissioni Difesa ed Esteri in cui il governo è impegnato a «verificare la possibilità che dalla prossima programmazione vi siano le condizioni per superare» la cooperazione con la Guardia costiera libica, trasferendola alla missione Ue Irini.

Respinta la mozione per lo stop alla missione della Guardia costiera libica

Prima di dare il via libera alla risoluzione di maggioranza, l’aula ha votato e respinto quella a firma di Erasmo Palazzotto e sottoscritta da una trentina di deputati per lo più di maggioranza che proponeva di non autorizzare la missione bilaterale di cooperazione con la Guardia costiera libica. Contro questa richiesta hanno votato 376 deputati, a favore 40 mentre in 21 si sono astenuti. «La Camera ha scelto di confermare la collaborazione con la guardia costiera libica. Ancora una volta abbiamo votato contro in pochi, troppo pochi. Ancora una volta una scelta orribile, una giornata orribile», è stato il commento su Twitter di Matteo Orfini del Pd. Insomma la maggioranza ha tenuto sul voto sulla missione che finanzia i libici.
Il braccio di ferro tra Pd e Governo, poi l’intesa: passa la linea Dem

Ieri,mercoledì 14 luglio, in Commissione Difesa ed Esteri della Camera, il Governo ha dato parere negativo all’emendamento del Pd che chiedeva di «verificare la possibilità che dalla prossima programmazione vi siano le condizioni per superare la cooperazione con la Guardia costiera libica». L’esecutivo ha chiesto correzioni. Ma i Democratici hanno insistito perché anche l’Unione europea entri nella “partita” dell’addestramento del corpo libico. In serata l’emendamento è stato ripresentato con una modifica linguistica e formale e approvato. Nell’emendamento approvato si chiede a Palazzo Chigi di impegnarsi «a verificare dalla prossima programmazione le condizioni per il superamento della missione» di assistenza alla Guardia costiera libica, trasferendone le funzioni ad altre missioni «per consolidare il ruolo dell’Italia in Libia, razionalizzare la struttura di comando e potenziare il ruolo europeo». Dunque iI match imprevisto all’interno della maggioranza si è chiuso in serata con la soddisfazione dei Democratici.

 

La richiesta di chiudere i centri detenzione in Libia e di firmare la Convenzione Ginevra

Il segretario del Pd Enrico Letta che da premier aveva lanciato l’operazione Mare nostrum per il soccorso dei migranti nel Canale di Sicilia ha chiesto che il memorandum di cooperazione tra Italia e Libia attraverso cui il nostro Paese dal 2017 finanzia la guardia costiera libica per operare soccorsi in mare e bloccare le partenze sia affidato all’Unione Europea entro sei mesi. I Dem avevano proposto di non autorizzare il supporto alla Guardia costiera libica e di sospenderne l’operatività fino a quando non ci sarà la revisione definitiva del Memorandum e non sarà garantito né dimostrato dalle autorità libiche che le persone soccorse in mare non vengono riportate nei centri di detenzione e il governo libico non avrà aderito alla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati. Lia Quartapelle, responsabile Esteri del Pd aveva spiegato che:«Noi abbiamo chiara la strategia: razionalizzare il comando delle missioni in Libia che sono 4 e vogliamo che l’Italia non sia sola ma ci sia anche l’Europa». Ma Laura Boldrini del Pd era stata tassativa: «Non voterò in Aula – ha annunciato – il provvedimento sulle missioni internazionali relativamente alla parte sulla Libia». Più drastico ancora il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni secondo il quale «va cancellata la politica migratoria dell’Italia degli ultimi decenni basata sull’emergenza continua».

Lo stesso ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, una settimana fa illustrando il provvedimento in Parlamento non aveva, tuttavia, eluso il problema Libia. Guerini aveva ricordato che l’impegno complessivo all’estero «si sostanzia in 40 missioni per il 2021, prevedendo la conferma delle 38 missioni internazionali già in atto e l’avvio di 2 nuove operazioni nello Stretto di Hormuz e in Somalia». Sulla Libia aveva osservato che «nell’ultimo colloquio con il Primo Ministro Dibaibah, ho avuto modo di evidenziare i risultati ottenuti da Irini e sottolineare l’importanza della ripresa dell’addestramento della Guardia Costiera libica da parte della Missione Ue. Il comando della Missione ha già condiviso con le autorità locali una ipotesi di programma addestrativo, funzionale alla formazione del personale nella gestione delle situazioni di crisi ed emergenza, nel rispetto dei diritti umani e di genere».

 

Guerini aveva fatto riferimento alla delibera approvata dal Consiglio dei ministri il 17 giugno che prevedeva solo nell’area africana 17 missioni «a conferma della strategia italiana volta a promuovere una maggiore attenzione verso quella parte del Continente Africano che si sviluppa all’interno di un immaginario triangolo, i cui vertici congiungono quadranti tra loro distanti ma interconnessi: a sud-ovest c’è il Golfo di Guinea, a sud-est il Corno d’Africa, e al vertice nord, sulle sponde del Mediterraneo, c’è la Libia, in cui il mantenimento della pace rappresenta una priorità per sostenere al meglio l’iniziativa delle Nazioni Unite di accompagnare il paese alla stabilità». In Sahel la Difesa contribuirà alle iniziative Ue, quali Eutm Mali, Eucap Sahel Mali e Eucap Sahel Niger e a quelle multilaterali della Coalizione per il Sahel come la Task Force Takuba- a cui si affianca la missione di assistenza ed addestramento Misin in Niger.

 

 

Nel 2022 Italia guiderà missione Nato in Iraq

Secondo Guerini proseguirà anche l’azione di contrasto contro il Daesh, e in questa prospettiva anche nel 2021, l’Italia confermerà il proprio contributo alle due missioni internazionali già presenti in Iraq, Inherent Resolve (Oir) e Nato Mission Iraq (NM-I). Nel corso dell’anno, si procederà poi al graduale travaso di assetti e capacità dalla prima alla seconda Operazione, privilegiando le attività di training e capacity building, peculiari della missione Nato, di cui assumeremo il Comando nella primavera del 2022. Altro Paese che vede la conferma consistente presenza è il Libano, dove continua il preoccupante stallo istituzionale e il progressivo degrado della situazione economica, che rischiano di invalidare anche l’operato delle forze di sicurezza libanesi, che rappresentano oggi uno dei pochi elementi in grado di impedire il definitivo collasso del Paese. Nel quadrante europeo, dove le Forze Armate sono presenti con 6 missioni e in particolare nell’area dei Balcani per garantire quella stabilità che resta un obiettivo cruciale per l’Italia, per la Nato e per la Ue. L’impegno, ha spiegato il ministro, proseguirà nell’ambito delle operazioni Nato ed Ue, ovvero Kfor ed Althea. In Kfor, «deteniamo per la settima volta il Comando della Missione che cederemo nel prossimo autunno a favore dell’Ungheria, verosimilmente per un anno».

Fonte:Il Sole 24 ore

15 luglio 2021

 

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