Le rotte migratorie Bangladesh-Italia. Una guida per partenze consapevoli


Alessandra Tarquini - Vis


L’iniziativa è di Terre des Hommes per indurre i migranti ad essere informati e in fuga da un paese fra i più sovrappopolati al mondo. Segnalati i rischi dell’immigrazione irregolare, degli abusi e gli illeciti.


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Le rotte migratorie Bangladesh-Italia. Una guida per partenze consapevoli

DACCA – Terre des Hommes Italia 1 ha lanciato una guida per preparare i migranti bangladesi alla migrazione verso l'Italia, seconda meta europea per i cittadini del Bangladesh. Due ricerche mostrano come, ancora una volta, non è tutto oro ciò che luccica. Giunti in Italia, burocrazia e misere condizioni di lavoro, spesso irregolare, sgretolano il sogno di cambiamento di migliaia di persone. Con questa guida la ong italiana mira a sviluppare una partenza consapevole e informata e contrastare non solo l'immigrazione irregolare, ma anche abusi e lucri illeciti sui migranti.

Un volo settimanale Dacca-Roma. Misha è arrivato in Italia con un volo diretto da Dacca verso Roma per poi giungere a Vicenza, dove lo aspetta un lavoro in una fabbrica. Sullo stesso volo c'è anche Ripon che tenterà la fortuna, in un fast food indiano grazie ad un cugino emigrato qualche anno fa nel bel paese. Misha e Ripon sono solo due dei migranti bangladesi che hanno deciso di tentare la fortuna in Italia. Sono espressione della comunità migrante del Bangladesh, talmente numerosa da destare l'attenzione della Biman, la compagnia aerea di bandiera del Bangladesh, che ha deciso di inserire un volo settimanale diretto fra le due capitali.

Nuovi flussi verso l'Europa. Pur restando, per la maggior parte dei casi, il Medio Oriente e il Sud-Est Asiatico le destinazioni finali dei migranti bangladesi, recentemente si sono aperte nuove rotte di migrazione verso l'Europa. Dopo il Regno Unito, l'Italia è al secondo posto tra le mete migratorie dei bangladesi. Alla fine del 2009, secondo i dati ISTAT, la quota di cittadini del Bangladesh regolarmente residenti in Italia ammonta a 74mila persone che, aggiungendo la stima degli irregolari, potrebbe verosimilmente arrivare a contare circa 148mila presenze.? Un fenomeno, quello migratorio, quindi quanto mai attuale e emergente che ha portato Terre des Hommes Italia, organizzazione internazionale non governativa impegnata dal 1998 in Bangladesh nella promozione e protezione dei diritti dei bambini, ad allargare il suo raggio di azione per affrontare il tema della sicurezza dei migranti bangladesi in Italia.

Una fotografia della realtà. Lo scorso mese, proprio a Dacca, Terre des Hommes ha presentato due ricerche sul fenomeno della migrazione fra il Bangladesh e l'Italia, nell'ambito di un progetto cofinanziato dell'Unione Europea, insieme a WARBE Development Foundation 2, ong locale che tutela e sostiene i diritti dei migranti,  e all'Ufficio per la Manodopera, l'impiego e la formazione del Ministero per la sicurezza degli espatriati e dei lavoratori all'estero del Bangladesh. Si tratta di un'interessante fotografia della realtà dei lavoratori immigranti bangladesi nel mercato del lavoro italiano e dell'impatto sociale della migrazione internazionale fra i due paesi. Nell'ambito dello stesso seminario è stata presentata anche la pubblicazione "Information Booklet for Italy- bound Bangladeshi migrants", una guida informativa pensata proprio per diventare un manuale utile a tutte quelle persone che decideranno di lasciare il Bangladesh per raggiungere  l'Italia. Un libricino di 46 pagine in lingua inglese suddiviso in cinque capitoli con il quale si intende affrontare la sfida di accompagnare il migrante nelle procedure da seguire per giungere regolarmente e consapevolmente in Italia, evitando sfruttamenti e abusi.

Elevato rischio di sfruttamento. Molti lavoratori migranti del Bangladesh – dimostrano le ricerche condotte da Terre des Hommes – sono esposti ad un elevato rischio di sfruttamento e abusi nei paesi di transito e di destinazione. "Spesso i migranti decidono di partire sull'onda di un'idea mitizzata del paese di destinazione  –  sottolinea Patrizia Gattoni, rappresentante di Terre des Hommes Italia in Bangladesh. – Viaggiano senza documenti validi per l'espatrio e pagano ingenti somme a mediatori, detti "Dallal", per poter intraprendere il viaggio. A renderli ancora più vulnerabili si aggiungono le scarsissime conoscenze circa le condizioni di vita e di lavoro, la cultura e la lingua del paese verso i quali sono diretti. La realtà che trovano, nella maggioranza dei casi, non è quella che si aspettavano partendo."

Si aiuta a riflettere se non sia meglio restare. Scorrendo la guida emerge la cura con la quale Terre des Hommes cerca di preparare il migrante al viaggio verso l'Italia, sottolineando sin dalle prime righe la necessità di partire avendo maturato pienamente la scelta di abbandonare il proprio paese, considerando tutti gli aspetti, primi fra tutti il distacco dai familiari e la complessità del paese di destinazione. Si descrivono, ad esempio, le molteplici diversità con le quali il migrante si troverà da subito a dover fare i conti e sulle quali non otterrà sconti una volta giunto nella meta di migrazione: dalla lingua al clima, dal sistema sanitario alle leggi e alle regole culturali da seguire. Prima di partire, si suggerisce all'immigrato di considerare il costo del nuovo percorso di vita in Italia, comparandolo ad un possibile cambiamento nel paese di origine: per alcuni potrebbe infatti rivelarsi più assennata la scelta di investire le stesse risorse economiche invece che per il viaggio nell'avvio di una nuova attività in Bangladesh. "Con questa guida non intendiamo scoraggiare la migrazione verso l'Italia  –  sottolinea Gattoni di Terre des Hommes –  Il nostro intento è quello di cercare di porre un freno all'immigrazione irregolare, riducendo il rischio di sfruttamento e aumentando l'integrazione dei migranti bangladesi in l'Europa, e favorire lo sviluppo socio-economico del Bangladesh attraverso una migliore gestione del processo migratorio."

Molte le ragioni per fuggire. Sono molti i motivi che portano i cittadini del Bangladesh a tentare la fortuna altrove: è uno tra i paesi più sovrappopolati al mondo, metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, circa il 45 per cento dei bambini è malnutrito e, come se non bastasse, è uno dei paesi al mondo più minacciati dai cambiamenti climatici. Seppure siano comprensibili i motivi che portano una quota significativa di bangladesi ad abbandonare il proprio paese d'origine per cercare di migliorare le proprie condizioni di vita, la migrazione, se vissuta inconsapevolmente, rischia di aggravare la situazione già difficile di chi decide di abbandonare il proprio paese. La ricerca è stata condotta nell'area metropolitana di Milano, della Provincia di Mantova e Vicenza, tre dei bacini chiave di inserimento dei lavoratori bangladesi nel nord Italia. La maggior parte dei bangladesi emigrati in Italia svolge lavori con bassa professionalità, con poche o nulle tutele dei propri diritti, e le rimesse, prima di diventare risorse utili per le famiglie di origine, servono nei primi anni di permanenza italiana a estinguere il debito contratto per pagare il costo molto elevato del viaggio verso l'Europa, spesso in mano a trafficanti e sfruttatori.  

Le procedure per l'espatrio. Nella guida sono dettagliate tutte le procedure da espletare in Bangladesh prima di partire e quelle da non tralasciare una volta giunti a destinazione. Ricco di fotografie, figure, icone che evidenziano le attenzioni da tenere, disegna così il percorso  –  o labirinto – da intraprendere nel sistema burocratico italo-bangladese. Arricchito da un breve glossario, il manuale fornisce anche i contatti di tutti gli uffici bangladesi e italiani coinvolti nel processo di migrazione, dei servizi legali e di consulenza delle Organizzazioni italiane presso le quali gli immigrati potranno ricevere assistenza una volta giunti in Italia.

I rischi dell'emigrazione irregolare. Un capitolo, il terzo, è interamente dedicato ai rischi e ai pericoli dell'immigrazione irregolare, nella quale potrebbero incorrere molti del bangladesi immigrati spinti e "accecati" dal desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita.  "Non sono rari i casi di chi si lascia abbindolare da criminali che fanno la fortuna lucrando sulle speranze e sulla fragilità dei migranti – continua Gattoni scorrendo nel suo racconto alcune storie incontrate nelle attività di Terre des Hommes in Bangladesh  –  Spesso il migrante, seguendo delle false promesse, paga il doppio della somma necessaria per giungere regolarmente in Italia o, in casi peggiori, diviene vittima di tratta umana. In quel caso è bene non dimenticare che abbiamo di fronte non solo un immigrato irregolare, ma soprattutto una vittima di abuso o di crimine."

Fonte: Repubblica.it, Mondo Solidale 

16 novembre 2010

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