L’anno nero della stampa in Palestina


NEAR EAST NEWS AGENCY


Bilancio negativo per l’informazione, sia a Gaza sia in Cisgiordania. Il 2014 è stato segnato da ripetute violazioni e dall’uccisione di 17 giornalisti durante l’operazione militare israeliana nella Striscia.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
stampagerusalemme

 

I numeri parlano di una situazione nera per la stampa palestinese, che nel 2014 ha vissuto uno dei suoi anni peggiori e anche più sanguinosi.

L’offensiva militare israeliana della scorsa estate contro la Striscia di Gaza ha contribuito molto a questo bilancio negativo stilato dal Centro per la Libertà di Stampa con sede a Gaza. Secondo il rapporto, 17 giornalisti sono morti durante i 50 giorni di attacchi contro l’enclave palestinese e tra questi è annoverato anche il fotoreporter italiano Simone Camilli.

Alle morti si aggiungono le decine di violazioni, ne sono state contate 295, perpetrate da Israele nei confronti di giornalisti e reporter che lavorano nei Terrirori Occupati. In tanti finiti dietro le sbarre o più semplicemente impossibilitati a svolgere il proprio lavoro a causa delle restrizioni imposte dagli israeliani. L’organizzazione parla di impedimenti alla libertà di movimento, di arresti e di interrogatori di circa 28 giornalisti e del ferimento e dell’aggressione di altri 26 lavoratori dell’informazione.

Una stretta sulla libertà di stampa che si è espressa anche con la distruzione delle sedi di redazioni. Sono 19 gli edifici colpiti durante il conflitto a Gaza.

Nei 50 giorni di bombardamenti sulla Striscia sono morte oltre 2.200 palestinesi, la maggior parte tra la popolazione civile, mentre sono state 73 le vittime israeliane, quasi tutte militari.

Fonte: http://nena-news.it

16 gennaio 2014

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento