“L’Africa muore sotto gli occhi indifferenti del mondo”


Stefano Corradino


200mila morti e 2 milioni di sfollati. Il dramma dimenticato dal Darfur. Visita la fotogallery dell’iniziativa.


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“L’Africa muore sotto gli occhi indifferenti del mondo”

“Mi fa male pensare che c’è gente che fa la fila davanti al Tribunale per il processo di Erba e poi se ne frega di un dramma come il Darfur”. E’ netto e severo il giudizio della cantante Mariella Nava alla serata promossa ieri dalle associazioni Italians for Darfur, Articolo21 e Tavola della pace. Insieme a lei Fiorella Mannoia e Monica Guerritore. Tre artiste impegnate, tra testi di Gandhi e Terzani e canzoni eseguite dal vivo, hanno espresso la loro indignazione per una tragedia dimenticata che miete quotidianamente vittime e che in tv occupa neanche un centesimo dello spazio dedicato ai fatti di cronaca di casa nostra.

“L’Africa sta morendo sotto gli occhi indifferenti del mondo” sottolinea Fiorella Mannoia che ha accolto “con grande convinzione l’invito ad intervenire ad una giornata di riflessione sul Darfur”. “Le guerre – afferma la cantante – si combattono solo per interessi economici. O c’è il petrolio di mezzo o ci sono le armi da smerciare. E a subire le conseguenze di questi conflitti determinati (o rimossi) in nome del profitto sono sempre gli inermi, i più poveri, le donne, i bambini. Uccidere l’Africa – conclude la Mannoia è come uccidere la propria madre”.
“Dopo quella sulla pena di morte – afferma il geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi, coordinatore della serata – ci si aspettava una moratoria sui genocidi come quello in Darfur. E invece ci siamo trovati con una moratoria sull’aborto. Un bel salto di qualità invertito” – chiosa ironicamente.
Ironico e severo anche l’intervento di Roberto Natale, presidente Fnsi. "Bruno Vespa ha dedicato una puntata alla Madonna di Lourdes. Non sarebbe il caso di dedicare una prima serata televisiva al Darfur? La stessa Madonna di Lourdes probabilmente ne sarebbe contenta…" Natale non lesina critiche all'informazione italiana, che non si risparmia quando si tratta di documentare i particolari più raccapriccianti dei delitti di cronaca ma alle stragi quotidiane, come quelle in Africa concede spazi del tutto irrilevanti. Perché si deve considerare cronaca l’ultimo esame del dna e non può essere considerata tale la notizia di una campagna per salvare vite umane come quella per i due iraniani a cui è stata annullata la condanna a morte?
“C’è un imputato preciso che spesso ci dimentichiamo di citare – afferma il coordinatore della Tavola della Pace Flavio Lotti – ed è la politica. Se le Nazioni Unite non possono intervenire efficacemente per i paesi più poveri la responsabilità è dei nostri governi. E allora quando ci troveremo a votare alle elezioni del 13 e 14 aprile non ci dimentichiamo che la scelta dei rappresentanti non condiziona solo la politica nazionale… E non possiamo limitarci alla denuncia ma dobbiamo esigere comportamenti diametralmente diversi da quelli che andiamo ad eleggere”.
La serata si conclude con "A journey to Darfur" lo straziante documentario realizzato da George Clooney insieme al padre Nick e a un amico cineoperatore tra filmati e interviste agli sfollati nei campi. Scorrono le stime nei titoli di coda. Dall'inizio del conflitto sono state uccise oltre 200 mila persone e gli sfollati sono più di 2 milioni e mezzo…

Visita la fotogallery dell'iniziativa!

25/02/2008

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