La società civile deve essere scomoda


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Appello per il diritto della società civile all’esercizio di denuncia nei confronti del sistema di accoglienza italiano e di solidarietà verso chi aiuta i migranti


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La società civile deve essere scomoda

 

La società civile deve essere scomoda

(Roma, 13 Luglio) – Siamo donne e uomini che da tempo dedicano parte della propria esistenza a cercare, conoscere, ascoltare, informare e, laddove occorre, denunciare quanto avviene nelle prassi che governano quel grande mutamento sociale che in maniera sbrigativa chiamiamo “immigrazione”. Riteniamo che il ruolo della società civile sia fondamentale per mantenere margini di democrazia e rispetto dei diritti umani nei luoghi dell’accoglienza e soprattutto nei luoghi chiusi del trattenimento di cittadini stranieri.

É per questo che abbiamo ritenuto necessario non far passare sotto silenzio il modo aggressivo con cui, nel corso di un dibattito pubblico, il Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, prefetto Mario Morcone, ha cercato da un lato di mettere a tacere l’avvocata Alessandra Ballerini – “rea” di aver esplicitato carenze e contraddizioni del sistema di accoglienza italiano e di aver rimarcato le violazioni dei diritti umani insite nelle attuali politiche italiane ed europee in materia di migrazione – e dall’altro di introdurre una distinzione tra società civile “buona” perché “collaborativa” con il governo, e società civile critica, fastidiosa, da isolare e zittire.

Sempre più, d’altra parte, siamo di fronte a tentativi di criminalizzare chi aiuta i migranti: dai fogli di via agli attivisti di Ventimiglia agli avvisi di reato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina recapitati a cittadini goriziani che – per il semplice fatto di aver dato a un gruppo di profughi cibo, acqua e indicazioni su come raggiungere la Caritas – sono stati equiparati a trafficanti di uomini.

Quello che la nostra Costituzione sancisce come un dovere – la solidarietà – rischia di diventare capo di imputazione. Per questo lanciamo un «Appello per il diritto della società civile all’esercizio di denuncia e solidarietà», che si conclude con alcune precise richieste:

«Chiediamo che gli hotspot siano resi visitabili a delegazioni di ong e associazioni indipendenti, come avvenuto in passato per i CIE.

Chiediamo che venga pubblicata una tabella delle presenze quotidiane negli hotspot, degli ingressi e delle uscite per nazionalità, genere, età e condizioni di vulnerabilità.

Chiediamo un incontro con il prefetto Mario Morcone – al Ministero o possibilmente in un hotspot – alla presenza dell’avvocato Alessandra Ballerini, che ai nostri occhi rappresenterà simbolicamente la società civile: zittire lei significa, per noi, zittire chi cerca verità, giustizia e rispetto dei diritti umani.

Chiediamo infine che l’irrinunciabile dovere della solidarietà venga tutelato e che siano revocate le misure contro gli attivisti e i cittadini che, in tutta Italia, prestano soccorso ai migranti».

Il testo integrale dell’appello – che ha tra i primi firmatari Alex Zanotelli, Erri De Luca, Moni Ovadia, Giuseppe Civati, Stefano Quaranta, Luca Pastorino, Paolo Ferrero, Sergio Cofferati, Eleonora Forenza, Barbara Spinelli – si può leggere qui.

Vi chiediamo di aderire (info@lasciatecientrare.it) e di divulgarne il contenuto.

 

INFO & CONTATTI

 

Gabriella Guido

Portavoce LasciateCIEntrare

+39 329.8113338

 

Yasmine Accardo

Referente Territori

+39 349.7565172

 

Stefano Galieni

Ufficio stampa

+39 347.1777846

 

Maria Valentina Tora

Comunicazione

+39 393.9644597

 

Campagna LasciateCIEntrare

Mail:info@lasciatecientrare.it

Site: lasciatecientrare.it

FB. LasciateCIEntrare

TW. @MaipiùCIE

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