La Sierra Leone restituita alla pace


L'Osservatore Romano


La conclusione, dopo quindici anni, della missione dell’Onu in Sierra Leone sancisce la restituzione alla pace di un Paese lacerato dal 1991 al 2002 da una delle più feroci guerre civili africane.


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La conclusione, dopo quindici anni, della missione dell’Onu in Sierra Leone sancisce la restituzione alla pace di un Paese lacerato dal 1991 al 2002 da una delle più feroci guerre civili africane, che provocò almeno 50.000 morti e costrinse alla fuga più di due milioni di persone, la metà della popolazione. «Questo Paese rappresenta uno dei casi più riusciti al mondo di ricostruzione dopo un conflitto e di mantenimento e di consolidamento della pace», ha dettoil Segretario generale dell’O nu,
Ban Ki-moon, in una conferenza stampa congiunta nella capitale sierraleonese Freetown con il presidente Ernest Bai Koroma, alla vigilia della cerimonia con la quale viene sancita la fine di una missione internazionale cominciata quando divampava la guerra civile e che era arrivata a contare 17.000 caschi blu.
Dal 2008, comunque, alla missione Unamsil dei caschi blu era subentrata la missione civile dell’Ufficio integrato di peacebuilding dell’Onu in Sierra Leone (Unipsil), che ora, appunto, lascia anch’essa il Paese. «Questa Nazione è in pace», ha detto a sua volta il responsabile dell’Unipsil, Jens Toyberg-Frandzen, secondo il quale non c’è più bisogno di una missione di peacekeeping (imposizione della pace) o di peacebuilding (costruzione della pace). Secondo Toyberg-Frandzen, in Sierra Leone «esistono molte delle istituzioni necessarie per governare in modo democratico, nonostante in qualche caso siano un po’ deboli». In Sierra Leone, unodei Paesi più poveri del mondo nonostante la scoperta di ricchi giacimenti minerari, dopo la fine del conflitto si sono tenute tre elezioni giudicate dagli osservatori dell’O nu libere e credibili.
La fine della missione, formalmente prevista per il 31 marzo, era stata decisa un anno fa con una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che aveva per l’ultima volta prorogato il mandato dell’Unipsil. Negli ultimi anni, appunto dal 2008, la missione aveva il compito di aiutare il Governo di Freetown non solo a scongiurare l’insorgenza di nuovi conflitti, ma anche a contrastare corruzione, traffico di droga e criminalità organizzata in genere.

Fonte: www.osservatoreromano.va
6 marzo 2014

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