La nostra sfida per la pace positiva


Mauro Sarti


Intervista a Flavio Lotti, Coordinatore Nazionale della Tavola della pace


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La nostra sfida per la pace positiva

Flavio Lotti, avete deciso di abolire la parola pace?
Quelle circolate in questi giorni sono solo stupidaggini. Come si può pensare di abolire la parola più cara a tutte le donne e gli uomini della terra? La prossima Marcia Perugia-Assisi sarà al contrario una grande occasione per riscoprire il significato autentico di questa parola oggi tanto abusata e svuotata di valore. La pace non può essere solo un’invocazione generica né possiamo continuare ad accettare che venga sempre definita negativamente. La pace, per me, non è e non può essere solo assenza di guerra. Chi vive nelle baraccopoli di Nairobi o di qualunque altra megalopoli del mondo vive in pace? Chi muore di sete o affogato in una improbabile attraversata del Mediterraneo vive la stessa disperazione di chi muore sotto le bombe in Afghanistan o con un colpo di fucile in Somalia.

Dunque?
Dunque chi vuole davvero la pace deve impegnarsi a combattere tanto le guerre che l’ingiustizia planetaria che continuano a seminare il panico nel mondo. Con la prossima Marcia Perugia-Assisi noi vogliamo contribuire alla riqualificazione della parola pace ribadendo che pace vuol dire riconoscere a tutte le persone la stessa dignità e gli stessi diritti. Questa è la pace positiva che l’umanità attende e che noi vogliamo e dobbiamo contribuire a costruire.

Il mondo non vi sembra ascoltare molto.
Il problema non è il mondo ma la politica. La politica è sorda. Assistiamo ad una crisi planetaria che si fa sempre più grave. Ma nessuno vuole ascoltare. Da quarant’anni vengono presentate proposte che affrontano i grandi temi del pianeta e dell’umanità (ambiente, guerra, miseria, risorse, ecc.) ma sostanzialmente tutte queste proposte sono quasi sempre state ignorate dalla politica internazionale. Il problema è l’assenza di una politica di pace, di una politica capace di risolvere i problemi dell’umanità.

E i conflitti hanno continuato così a proliferare…
Esatto. Il problema è che le soluzioni che venivano proposte, oggi trovano più difficoltà ad essere applicate. Per questo ripeto che serve una politica nuova, una nuova cultura politica fondata sui diritti umani. Serve un nuovo modo di vedere e di guardare al mondo. Per alcuni il mondo è fatto di stati e di potenze e il problema è stare dalla parte del più forte o di riequilibrare il potere. Per me il mondo è fatto di persone e il problema è rispettare, attuare, difendere i loro diritti.

E’ il concetto di “pace positiva” …
Questo è il tempo in cui dobbiamo dare il sale alla pace. Un’espressione troppo bella per essere maltrattata, bistrattata, abusata, violata a piacimento. La pace è un valore ma anche un obiettivo e un mezzo. Per raggiungerla, ripeto, serve una nuova cultura politica ancorata ai diritti umani. Per difendere questi diritti non serve la guerra, ma è urgente mettere in atto politiche concrete e positive. Anziché appoggiare la sicurezza armata degli stati, dobbiamo promuovere la sicurezza delle persone.

Cosa resta dell’insegnamento di Aldo Capitini, primo organizzatore della Marcia e maestro della nonviolenza?
Tutto. Siamo alla vigilia del quarantesimo anniversario della morte di Aldo Capitini che avvenne il 19 ottobre 1968. E il suo insegnamento è sempre più attuale. C’è un bisogno vitale di nonviolenza nel mondo. Non possiamo più sopportare di assistere inermi al dilagare della violenza. Per fortuna il seme gettato da Capitini continua a germogliare con grande energia, e il suo è un pensiero che ancora oggi affascina e fortifica soprattutto i giovani.

Giovani che quest’anno sono attesi a migliaia alla Marcia…
Ne verranno moltissimi. La Marcia per la pace Perugia-Assisi sarà l’occasione per fare incontrare questi giovani con il pensiero di Aldo Capitini e la sua scelta nonviolenta, una scelta che ha saputo promuovere per primo in Italia. Le sue idee sul “potere di tutti”, sull’omnicrazia, sulla compresenza, si fonda proprio sul riconoscimento dell’uguaglianza tra le persone e dei loro fondamentali e inviolabili diritti.

 

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