Kenya, Kibaki e Odinga uniti a due anni dall’accordo nazionale


Redattore Sociale


Il presidente e il primo ministro hanno partecipato alla commemorazione della storica firma che mise fine agli spargimenti di sangue seguiti alle elezioni presidenziali del 2007.


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Kenya, Kibaki e Odinga uniti a due anni dall'accordo nazionale

In esclusiva da News froma Africa
NAIROBI – Appelli alla pace, alla riconciliazione e al risanamento nazionale hanno dominato le preghiere domenicali di commemorazione dei due anni dalla firma dell'Accordo Nazionale in Kenya. Il presidente Kibaki e il primo ministro Raila Odinga hanno colto l'occasione per sedare i timori di un crollo della coalizione e per sistemare i danni provocati da recenti baruffe. I due politici hanno partecipato a una funzione nella Basilica della Sacra Famiglia per la celebrazione dell'anniversario. Rivolgendosi all'assemblea, il presidente Kibaki ha descritto la firma dell'Accordo come una “incredibile decisione”, fortemente necessaria alla nazione a quel tempo. Odinga ha dichiarato che le uccisioni e i tumulti verificatisi dopo le contestate elezioni del 2007 non dovrebbero mai più essere permessi nella nazione. E ha affermato che il governo di coalizione ha raggiunto un “enorme” successo, date le difficili circostanze nelle quali ha operato.
 
Il governo sta riemergendo da una disputa politica che ha perseguitato i mercati e ha fatto crollare lo scellino. All'inizio del mese, Odinga aveva annunciato di aver sospeso due ministri i cui ministeri erano indagati per corruzione. Il presidente Kibaki aveva rovesciato la decisione, dichiarando che Odinga non aveva il potere di sospendere i ministri, una mossa che ha portato il partito di Odinga a dichiarare lo stato di crisi e richiamare Kofi Annan, ex diplomatico dell'Onu che aveva negoziato la fine della violenza elettorale nella quale erano state uccise 1.500 persone.
 
Domenica scorsa, i due leader hanno eretto un unico fronte e hanno cercato di riassicurare la nazione. Il presidente ha ricordato i diversi incontri con Odinga che hanno portato alla firma dell'Accordo. “Condividevamo la stessa passione. Questo è il motivo per cui abbiamo creduto che la firma dell'accordo fosse la cosa migliore per il paese”, ha dichiarato. “Sono sicuro che se rimaniamo uniti come abbiamo fatto finora, il paese ne trarrà beneficio. Questo è quello che vogliamo per la nazione”, ha detto. “Dobbiamo tutti aspirare al meglio per il Kenya e cercare di ottenerlo”.
 
Odinga, citando l'inno nazionale, ha dichiarato che per il Kenya non ci sarà “abbondanza all'interno dei suoi confini” se i keniani non rimarranno uniti e pacifici. “Possiamo ottenere molto se rimaniamo uniti. Dovremmo imparare a prescindere dalle nostre appartenenze tribali e considerarci un'unica nazione”, ha affermato. Nel sostenere che il governo aveva raggiunto molti risultati, Odinga ha portato l'esempio delle riforme. “Il processo di creazione della costituzione è ancora in corso ed ha raggiunto uno stadio critico. Dovremmo desistere dal fare dichiarazioni che comprometterebbero il processo”, ha sostenuto. “Non dovremmo permettere che si verifichino di nuovo le divisioni che hanno scosso il paese nella corsa al referendum del 2005”. Ha inoltre augurato ai membri del parlamento di possedere la saggezza di condurre “dibattiti sobri” relativi alla bozza, sentimenti condivisi dal presidente Kibaki.
 
In alcune interviste riportate nei giornali di domenica tuttavia, Odinga esprimeva insoddisfazione riguardo ai suoi alleati nella coalizione. Un'atmosfera di macchinazioni politiche ha ingolfato la classe politica, con il Partito di Unità Nazionale del Presidente Kibaki intento a lanciare un nuovo partito, come nuovo mezzo di elezione politica e con Odinga politicamente intento a farsi strada nella Provincia Centrale (terra natia del Presidente Kibaki). Il 28 febbraio 2008, il Presidente Kibaki ed Odinga firmarono un accordo di pace che mise fine a due mesi di spargimenti di sangue dopo le discusse elezioni presidenziali del 2007. Durante le preghiere domenicali erano presenti anche il vice-presidente Kalonzo Musyoka, il vice primo ministro Musalia Mudavadi e diversi ministri, parlamentari e funzionari governativi.

L'arcivescovo Cattolico di Nairobi, John Cardinal Njue, ha affermato che il paese avrebbe perso i benefici guadagnati nel corso degli anni se i cittadini non fossero rimasti uniti. “L'accordo fra i due capi è stato un buon inizio per la nazione… dovremmo lavorare insieme per proteggere questo stato di cose,” ha affermato il Cardinale Njue. Un incontro del Comitato delle Personalità Africane Eminenti per fare il punto dei risultati ottenuti dalla Grossa Coalizione dopo due anni, che era stato fissato per il 29 Marzo, è stato posticipato a Settembre. Annan ha dichiarato che la decisione è stata raggiunta per dare ai due partner della coalizione il tempo di risolvere i problemi interni. (Zachary Ochieng, traduzione di Sara Marilungo)

Fonte: Redattore Sociale

2 marzo 2010

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