Italiani e “nuovi poveri” stranieri bussano alla porta della Caritas


Redattore Sociale


Aumentano le persone che chiedono aiuto ai servizi. Don Nozza: “Dal 2007 al 2008 incrementi di utenza pari del circa 20%”. Crescono le richieste degli italiani e le povertà “di ritorno” tra i migranti.


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Italiani e "nuovi poveri" stranieri bussano alla porta della Caritas

ROMA – Aumentano le persone che chiedono aiuto ai servizi delle Caritas, crescono tra questi gli italiani, ma tra gli immigrati crescono nuove povertà. Sono questi, dal 2007 ad oggi, i tre segnali che la Caritas italiana ha individuato come primi effetti della crisi economica nel nostro paese. A renderli noti è lo stesso direttore della Caritas italiana, mons. Vittorio Nozza, intervenuto questa mattina durante la conferenza stampa di presentazione della visita di Benedetto XVI all’Ostello don Luigi di Liegro della stazione Termini di Roma, prevista per domenica 14 febbraio, e di presentazione delle iniziative e dell’impegno della Caritas in occasione dell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Per Nozza, presso le Caritas italiane “dal 2007 al 2008 si registrano incrementi medi di utenza pari a circa il 20%. Ad esempio la Caritas diocesana di Torino riscontra un incremento delle richieste di aiuto ai centri di ascolto dell’ordine del 25% dal mese di settembre 2008, per un totale di circa 50 mila utenti alla fine dell’anno, mentre a Como, nel 2008, la Caritas diocesana ha erogato oltre 26 mila pasti, il 17% in più rispetto all’anno precedente”.

Altro segnale preoccupante, segnala il direttore della Caritas italiana, è la maggiore presenza di italiani tra i poveri che si presentano ai centri di ascolto. “A Treviso – spiega Nozza – nel 2007 gli italiani che si rivolgevano alla Caritas rappresentavano poco più del 18%. Nel 2008 rappresentano il 22%. Mentre nella diocesi di Termoli Larino, in Molise, in soli tre mesi, da novembre 2008 al gennaio 2009, gli utenti italiani sono passati dal 42 al 59%”. Crescono, però, anche tra gli immigrati segnali preoccupanti che delineano nuove povertà. Il primo di questi è la povertà “di ritorno”. “In Toscana – ha aggiunto Nozza – il 20% degli stranieri nel 2007 si sono rivolti per la prima volta ai servizi promossi dalle Caritas 6 anni dopo l’arrivo in Italia”. Calano anche le rimesse. “In Lombardia – ha specificato il direttore della Caritas – si è passati dai 777 milioni di euro del 2006 ai 756 milioni di euro del 2007, fino ai 704 milioni di euro del 2008”. Infine, per gli immigrati, l’ultimo ed ‘estremo’ segnale delle crescenti difficoltà economiche è il ritorno in patria. “A Venezia, in meno di un anno, circa il 10% delle badanti presenti sul territorio della diocesi, circa 4mila donne in gran parte dell’Est europeo, sono tornate al loro paese”.

Tra i bisogni dei poveri ascoltati nei diversi centri della Caritas, spiccano maggiormente quelli di carattere economico, che riguardano circa il 54% degli stranieri e il 46% degli italiani. Per gli italiani, seguono i problemi familiari, per il 19,8%, mentre per gli stranieri dopo quelli economici sono i problemi abitativi, per il 21,8%, ad essere pressanti. Tra le richieste espresse soprattutto beni e servizi materiali, sia per gli italiani, il 46%, ma soprattutto per gli stranieri, il 51,3%. Seguono le richieste di sussidio economico per li italiani, circa il 21%, e le richieste di lavoro per gli stranieri, per il 33,5%.

Fonte: Redattore Sociale

11 febbraio 2010

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