Isf: "Un 2010 più libero se vince l’Onda verde. Nel 2009 record di giornalisti uccisi nel mondo"


La redazione


Information Safety & Freedom stila un rapporto di fine anno denunciando i gravi attacchi alla libertà d’informazione ed un giornalismo sempre più a rischio.


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Isf: "Un 2010 più libero se vince l’Onda verde. Nel 2009 record di giornalisti uccisi nel mondo"

“Il giornalismo d’inchiesta è in crisi, perché ha bisogno di tempo e di soldi ed è diventato un bene di lusso per molti giornali. Nel 2003 mille giornalisti stranieri erano in Iraq a seguire la guerra, ora sono meno di cento. C’erano decine di giornalisti statunitensi al Cairo, ora ce ne sono due, uno del New York Times e uno del Los Angeles Times. E i redattori mettono molta pressione a chi è sul campo affinché scriva più spesso e rapidamente, senza spendere troppi soldi. Ma fare inchieste approfondite e serie necessita tempo e denaro, quando fai un’inchiesta non sei sempre sicuro di ottenere quello che sei andato a cercare e a volte hai bisogno di avere più di un’opportunità".
Jane Mayer, giornalista investigativa del New York Times Magazine

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2009: riassunto di un anno

33 i giornalisti rapiti, 1456 quelli aggrediti fisicamente, 570 i media censurati, 157 giornalisti fuggiti dai loro rispettivi paesi, 151 blogger e cyber-dissidenti arrestati, 61 blogger aggrediti fisicamente, 60 paesi colpiti dalla censura online (fonte: RSF)

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AFGHANISTAN: UCCISA GIORNALISTA CANADESE
31.12.09 – Michelle Lang, 34 anni, che lavorava per il 'Cagarly Herald', è rimasta uccisa, insieme a quattro militari quando il veicolo blindato su cui si trovavano é saltato in aria su una bomba nei pressi di Kandahar, nel sud del paese. La provincia Kandahar, così come quella di Khost, al confine con il Pakistan, sono considerate importanti roccaforti dei talebani e sono tra le zone più pericolose del paese.

SENEGAL: UN PASSO VERSO LA LIBERTÀ DI STAMPA

30.12.09 – Verrà costituito un Comitato Nazionale con il compito di proporre al Parlamento senegalese una normativa che garantisca il diritto all'informazione. Così il Senegal fa un passo in avanti verso il diritto all'informazione. È stato deciso nel corso di un seminario svoltosi a Dakar, nei giorni scorsi. Il Comitato, coordinato da un'organizzazione di difesa dei diritti dell'uomo denominata “Forum civil”, avrà il compito di fare un'analisi della situazione e mettere a punto un progetto di legge di iniziativa popolare sul diritto di accesso all'informazione. Tutto in stretto contatto con altri soggetti interessati all'argomento, come il ministero della Comunicazione, e con l'intento di coinvolgere il maggior numero di cittadini e organizzazioni. (fonte: Informa)

INTERNET COME DIRITTO FONDAMENTALE DEI CITTADINI DELL'UNIONE

30.12.09 – Il Parlamento Europeo ha approvato la riforma delle telecomunicazioni. Per la prima volta, il diritto all'accesso a Internet viene garantita una protezione giuridica equivalente a un diritto o a una libertà fondamentale. Il legislatore riconosce che "Internet è essenziale per l'istruzione e l'esercizio pratico della libertà di espressione e l'accesso all'informazione, qualsiasi restrizione imposta all'esercizio di tali diritti fondamentali dovrebbe essere conforme alla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Qualunque provvedimento di questo tipo riguardante l'accesso o l'uso di servizi e applicazioni attraverso reti di comunicazione elettronica, da parte degli utenti finali, che ostacolasse tali diritti o libertà fondamentali può essere imposto soltanto se appropriato, proporzionato e necessario nel contesto di una società democratica e la sua attuazione deve essere oggetto di adeguate garanzie procedurali conformemente alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e ai principi generali del diritto comunitario, inclusi un'efficace tutela giurisdizionale e un giusto processo" .La Direttiva, pubblicata il 18 dicembre, dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 2012.

IRAN: ARRESTATI GIORNALISTI E CENSURATI SITI DI OPPOSIZIONE
29.12.09 – All'indomani delle manifestazioni dell'opposizione del 27 dicembre, che si sono tramutate in un bagno di sangue, una raffica di arresti, orchestrata dal ministero delle Informazioni e dai Guardiani della Rivoluzione, si è abbattuta sui giornalisti iraniani. Fra i giornalisti arrestati il più noto è  Emadoldin Baghi, figura emblematica della difesa dei diritti dell'uomo in Iran, catturato nella sua abitazione il 28 dicembre e trasferito in un luogo sconosciuto. Negli ultimi dieci anni Baghi è stato arrestato ottanta volte. Sempre ieri è stato arrestato Alireza Behshtipour Shirazi, direttore del sito Kaleme.org (il sito officiale di Mirhossein Moussavi, leader dell'opposizione). Stessa sorte è toccata a Mostafa Izadi, collaboratore di molti giornali tra i quali 'Etemad-e Melli'. Inoltre la sede del settimanale 'Irandokhte'  è stata perquisita e tutti i computer della redazione sono stati sequestrati. Le autorità iraniane hanno confermato l'arresto, avvenuto il 27 dicembre a Teheran, del giornalista siriano Reza Al-Bacha, che lavora per la catena televisiva  Dubaï TV. (fonte: RSF)

LIU XIAOBO, IL POETA OSTINATO CHE COMBATTE IL REGIME CINESE, CONDANNATO A UNDICI ANNI DI CARCERE
29.12.09 – Il suo 54° compleanno, lo ha "festeggiato" ieri in carcere, dopo che il giorno di Natale era stato condannato a undici anni di prigione con l'accusa di "incitamento alla sovversione contro lo stato". Liu aveva già scontato precedentemente due pene in carcere: la prima dopo il giugno del 1989 e la seconda nel 1995 quando aveva chiesto pene meno severe per gli attivisti democratici ancora in prigione. Secondo gli esperti del sistema legale cinese e le organizzazioni per i diritti umani, questo nuovo processo non lascia più sperare che l’apertura economica di Pechino sia affiancata da un’apertura politica e giuridica. Nell’ultimo anno il governo ha aumentato i controlli e la censura su internet, ha messo fuori gioco il piccolo gruppo di avvocati che hanno difeso le cause dei cittadini contro l’amministrazione e ha arrestato chi ha denunciato la corruzione dei costruttori delle scuole colpite dal terremoto in Sichuan, nel maggio del 2008, in cui sono rimasti uccisi migliaia di studenti. Liu ha alle spalle una vasta produzione letteraria e saggistica dedicata alle libertà civili, per la quale nel 2009 ha vinto il Freedom to write award del Pen american center. Non ha potuto ritirare il premio perché era già in carcere, ma una sua lettera è stata letta dalla moglie durante la cerimonia di consegna. Questa volta quel che ha irritato le autorità cinesi è il suo ruolo nella stesura di Carta 08, per i diritti umani in Cina, una lista di propositi riformisti che in Cina ha raccolto diecimila firme online finché le autorità non hanno oscurato il sito. Carta 08 chiede lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e la fine del governo monopartitico comunista. Soprattutto chiede la libertà di espressione e l’abolizione della legge che ha portato Liu in tribunale. (fonte: Internazionale) 

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 PER IL TIMES, NEDA SOLTAN È IL PERSONAGGIO DELL'ANNO 
28.12.09 – Neda Soltan, la studentessa iraniana di 26 anni uccisa nelle proteste di piazza a Teheran contro i brogli nelle elezioni presidenziali del 12 giugno, e' il personaggio dell'anno per il 'Times'. Il quotidiano inglese l'ha scelta per in quanto "simbolo globale della opposizione alla tirannia" dopo che la foto che la ritraeva sanguinante in una strada della capitale iraniana ha fatto il giro del mondo. La scelta del 'Times' è destinata a irritare il regime iraniano che ha sempre definito la morte di Neda "una messinscena" e una manipolazione dai media stranieri.

TURCHIA: UCCISO GIORNALISTA

27.12.09 – Ismail Cihan Hayirsevener, direttore della catena Marmara Tv, e del giornale  'Güney Maramara Yasam' è stato assassinato nella città turca di Bandirma a colpi di arma da fuoco. Hayirsevener, 53 anni, era famoso per le sue inchieste sui casi di corruzione locale, e per questo aveva ricevuto molte minacce. (fonte: RSF)

 MESSICO: ASSASSINATO GIORNALISTA, IL DODICESIMO NEL PAESE DALL'INIZIO DELL'ANNO

27.12.09 – José Alberto Velásquez López, direttore del quotidiano 'Diario Express de Tulum' e collaboratore di Canal 30, è stato ucciso nella città di Tulum, nello stato di Quintana Roo (est del Paese), mentre stava rientrando a casa a bordo della sua auto. I killer, in moto, lo hanno affiancato e gli hanno sparato. Un proiettile lo ha colpito al petto. Trasportato in ospedale è deceduto il giorno dopo. (fonte: RSF)

DA GUANTÁNAMO AD AL JAZEERA

26.12.09 – Dei 779 detenuti che sono passati per il carcere di Guantánamo, uno era giornalista: Sami al Hajj, un cameraman di Al Jazeera, arrestato in Pakistan nel 2001 con l’accusa di aver falsificato i suoi documenti e di aver finanziato i ribelli ceceni. Sami al Hajj non è mai stato processato per i crimini di cui veniva accusato. Ora, un anno dopo il rilascio, è tornato a lavorare per la tv satellitare araba più famosa del mondo. “Guida un nuovo ufficio che si occupa di diritti umani e libertà civili. Il prigioniero è diventato corrispondente”, scrive il New York Times. “Vorrei parlare per i prossimi sette anni, per recuperare i sette anni di silenzio”, ha dichiarato Al Hajj. “Per gli spettatori della rete satellitare araba uno degli elementi che hanno danneggiato di più l’immagine degli Stati Uniti nel mondo arabo dopo l’11 settembre è stato proprio il carcere statunitense in territorio cubano. Per questa ragione Al Hajj è un’arma molto potente per la redazione di Al Jazeera”, continua il giornale. Al Hajj non si occupa solo del suo caso, ma sta cercando di allargare l’attenzione dei mezzi d’informazione su tutti i casi di violazione dei diritti umani nel mondo: la libertà di stampa in Iraq, i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane e le limitazioni per le libertà civili previste nel Patriot act. Al Hajj ha cominciato a lavorare come cameraman per Al Jazeera nel 2000. È stato arrestato il 15 dicembre 2001 mentre attraversava insieme a un giornalista il confine tra Pakistan e Afghanistan. Molto probabilmente è stato confuso con un altro cameraman di Al Jazeera che aveva girato un’intervista con Bin Laden dopo gli attacchi dell’11 settembre. In un primo tempo Al Hajj è stato detenuto dalle autorità pachistane, poi è passato sotto la custodia delle autorità statunitensi, picchiato e torturato nella prigione di Bagram, in Afghanistan. Nel 2002, infine, è stato trasferito a Guantánamo. “Ho visto molte cose che avrei preferito non vedere. Come il trattamento inumano dei detenuti a Bagram”, ha raccontato. Il giornalista sostiene che gran parte degli interrogatori riguardavano l’attività del network per cui lavorava ed è convinto che una delle ragioni principali per cui è stato mandato a Guantánamo è perché era un giornalista. “Al Hajj è stato rilasciato nel maggio del 2008, dopo un’importante campagna condotta da organizzazioni per la difesa dei diritti umani e dal governo del Sudan, stato di provenienza del giornalista. Secondo il suo avvvocato le accuse sono cambiate nel corso degli anni e sono decatute poco a poco: prima era accusato di aver fatto un’intervista a Bin Laden, poi di aver aperto un sito che alimentava il jiadismo e poi di essere in Afghanistan per concludere uno scambio di armi con i ribelli ceceni. Tutte accuse che non sono state provate”, continua il New York Times. Dopo il suo rilascio Al Hajj ha fondato un’associazione per gli ex detenuti di Guantánamo: il Guantánamo Justice Center. Attraverso questa associazione gli ex prigionieri si dotano degli strumenti legali per far causa all’amministrazione Bush e al sistema giudiziario statunitense.

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