India: si allarga la protesta a sostegno del pacifista contro la corruzione


La redazione


Anna Hazare, attivista che si ispira a Mahatma Gandhi, è riuscito a vincere il braccio di ferro contro il primo ministro indiano Manmohan Singh, ottenendo il diritto di digiunare pubblicamente per due settimane da oggi e guidare la campagna nazionale contro la corruzione.


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India: si allarga la protesta a sostegno del pacifista contro la corruzione

Anna Hazare, attivista che si ispira a Mahatma Gandhi, è riuscito a vincere il braccio di ferro contro il primo ministro indiano Manmohan Singh, ottenendo il diritto di digiunare pubblicamente per due settimane da oggi e guidare la campagna nazionale contro la corruzione. Questo aumenta le pressioni sul governo a cui viene chiesto di dimostrare, a una nazione insofferente, di poter affrontare la corruzione dilagante.

Hazare, arrestato martedì a poche ore dall'inizio di un digiuno estremo pianificato nel nome di leggi più dure contro la corruzione, ha fatto scoppiare le proteste in tutto il subcontinente obbligando il governo a un passo indietro nella gestione della crisi.

"Nessuno di noi la considera una vittoria", ha detto Kiran Bedi, ex agente di polizia e figura rispettata per la sua lotta contro la corruzione, alla televisione Times Now dopo aver aiutato Hazare a negoziare il permesso di digiunare pubblicamente nella capitale indiana.

"Non stiamo giocando. Lo facciamo per spingere il paese più avanti", ha detto Bedi, arrestata e poi rilasciata nei giorni scorsi.

Il governo, di fronte alle proteste spontanee di decine di migliaia di persone nelle città e nei villaggi indiani, è stato obbligato a rilasciare Hazare, che si è però rifiutato di allontanarsi dalla prigione di Tihar fino all'ottenimento del diritto di guidare la protesta contro la corruzione.

Un team di medici seguirà le condizioni fisiche di Hazare, che dovrebbe iniziare il digiuno alle 15 ora locale (le 11:30 in Italia) e un suo drastico peggioramento potrebbe aggravare ulteriormente la crisi del governo.

Singh e il suo governo hanno dato l'impressione di non riuscire a gestire la situazione, incapaci di far rientrare la rabbia della crescente classe media urbana del paese.

"Fa vedere come il governo guidato da Manmohan Singh sia impopolare. Se si votasse oggi, l'Upa (la coalizione di maggioranza al Congresso) avrebbe problemi a confermarsi", ha detto The Times in un editoriale. Secondo programma, le prossime elezioni nazionali saranno nel 2014.

Fonte: Reuters Italia

18 agosto 2011

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Hazare, eroe anti bustarella

di Carola Lorea

Lo hanno prelevato all'alba del 16 agosto da casa sua, mentre usciva per raggiungere il parco. Non una passeggiata qualsiasi: ad attendere Anna Hazare, 73 anni, pacifista e attivista per i diritti umani, c’erano centinaia di persone intenzionate con lui a iniziare uno sciopero della fame contro la corruzione che affossa l’India.
Non è stata una mossa particolarmente azzeccata, quella dei poliziotti: per mettere il bavaglio alla protesta, il governo di Delhi è riuscito a scatenare marce di contestazione in tutto il Paese. E a puntare gli occhi del mondo intero sul meno edificante aspetto della nobile terra del Mahatma Gandhi.
Dopo il tentativo di repressione si è diffusa però la notizia che la polizia avrebbe disposto il rilascio dell'attivista. Ma Hazare si è rifiutato di uscire dalla prigione fino a quando non otterrà il permesso di iniziare il suo digiuno pubblico e a tempo indeterminato.

La metà degli indiani ha pagato una mazzetta

In India la corruzione non è affatto un problema recente. Già nel 2005 un’indagine di Transparency International aveva rilevato che il 45% dei cittadini indiani si è trovato costretto almeno una volta ad «allungare una mazzetta» a funzionari statali per ungere le ruote dei meccanismi burocratici più disparati. E con la crescita del Prodotto interno lordo e della ricchezza la situazione è solo peggiorata.
La corruzione è un cancro non solo sociale. Le somme di denaro distribuite sotto ai tavoli, oltre a frenare le possibilità di molti, creano in tutti ondate di malcontento e frustrazione che attendono solo di esplodere. L’indiano medio si dichiara sfiduciato sull’onestà dei suoi governanti, che ostacolano i commerci, scoraggiano gli investimenti e ingigantiscono le disparità.
I DOLLARI OLTREOCEANO. Le stime di Transparency International rivelano che ogni anno i camionisti indiani pagano 5 miliardi di dollari in mazzette per recapitare senza intralci il loro carico al di là delle frontiere nazionali. Decine di miliardi di dollari sono stivati nei paradisi fiscali Oltreoceano, mentre l’80% della popolazione guadagna meno di due dollari al giorno e la maggior parte dei secondogeniti del Paese soffre di malnutrizione.
Gli organizzatori della Dandi March, l’annuale marcia che, ripercorrendo le orme del Mahatma, accende i riflettori sui problemi del Paese, hanno più volte dichiarato pubblicamente che è a causa delle illegalità dei potenti che l’India «sembra un Paese ricco pieno di persone povere».

Legno, acciacio e carbone: ogni settore ha la sua mafia

Per capire come e quanto pesi il fenomeno basta dare uno sguardo agli episodi degli ultimi mesi. Il più famoso, noto come “truffa del 2G”, ha coinvolto il ministro delle Telecomunicazioni – prontamente dimessosi – ed è costato alle casse dello Stato quasi 40 miliardi di dollari. Le licenze per la telefonia sono state infatti svendute a circa 85 aziende di telefonia, fra cui Airtel, Vodafone, Reliance e altre piccole aziende poco o per nulla familiari con il settore.
Ma sono molti i personaggi governativi rimasti impigliati nelle maglie degli scandali che hanno intaccato la credibilità dell’amministrazione indiana. Il più noto all’estero è quello di Ashok Chavan, ex ministro dello stato del Maharashtra, anch’egli costretto alle dimissioni dopo aver sistemato una sfilza di funzionari e politici con tutta la famiglia al seguito nelle case popolari destinate alle vedove di guerra e ai veterani della Kargil War.
IL MAFIA RAJ OPERA TRASVERSALMENTE. Ma ministri e cattivi governanti sono solo parte di una rete molto più grande e strutturata. La criminalità organizzata pilota l’allocazione delle risorse statali per lo sfruttamento delle risorse e per la costruzione delle opere pubbliche, come nel caso della gestione dei fondi destinati ai Giochi del Commonwealth di Delhi nel 2010.
Il cosiddetto Mafia Raj è un sistema che opera trasversalmente su tutti gli appalti e vanta branche specializzate a seconda del settore: si parla per esempio di timber mafia (mafia del legno), coal mafia (mafia del carbone), road mafia (mafia della costruzione di strade) come alcune delle reti più potenti.

La battaglia isolata nelle Ong tra banconote finte e proposte di legge

Sradicare la corruzione dall’economia e dalla politica indiana richiede molto più che l’approvazione di una legge severa, sollecitata con  forza dall’opinione pubblica. Sperare che proprio il governo possa intervenire è utopico, considerando che 120 dei 522 membri del parlamento indiano sono indagati per crimini di vario genere.
La denuncia di intellettuali e i riformisti corre inascoltata da anni. Gli attivisti cercano soluzioni concrete al problema, qualcuna anche divertente. È il caso della zero rupees note, la banconota da zero rupie: in tutto e per tutto simile alla banconota rosa da 50 rupie, ma di valore nullo. È stampata e distribuita dall’organizzazione non governativa 5th Pillar per ricompensare con un’umiliazione simbolica i burocrati in cerca di bustarelle. Un modo ironico per fare sentire la propria condanna.
UNA TASK FORCE ANTI CORRUZIONE. In questa lotta impari, un ruolo cruciale è stato giocato da India Against Corruption. Nata nel 2010 a seguito di uno scandaloso succedersi di casi di truffe e riciclaggio di denaro sporco tra membri del partito di maggioranza, l’organizzazione non-governativa di stampo non-violento rappresentata dal veterano delle riforme sociali Anna Hazare conta centinaia di migliaia di simpatizzanti e può vantare fra i suoi membri alcuni dei più celebri attivisti, avvocati e giudici del panorama indiano.
Forte della sua competenza in ambito legale, India Against Corruption ha presentato al governo il Jan Lokpal Bill, la proposta di legge che mira a istituire un organo governativo per investigare e perseguire i casi di corruzione relativi al comportamento di tutti i dipendenti pubblici. Forse è una bttaglia persa, ma almeno il movimento di Hazare ha comunque il merito di aver spronato il governo a prendere in considerazione il tema una volta per tutte, dopo 42 anni di tentate riforme e bozze non approvate.
E il suo sconsiderato arresto può aver contribuito alla causa più di quanto loro si aspettassero.

Fonte: Lettera43

17 agosto 2011

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India: si allarga la protesta a sostegno del militante…

Il video di Euronews

Nel Paese si allarga la protesta a sostegno del militante, paragonato a Ghandi per il metodo non-violento. Hazare, arrestato martedì e in sciopero della fame, ha rifiutato l'offerta di rilascio da parte delle autorità, fino a quando queste non gli permetteranno di digiunare in un parco pubblico.

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