In ricordo di Anna Politkovskaya e Ali Iman Sharmake


Mauro Sarti


Parlano Nadezhda Azghgikina, membro del segreteriato della Russion Union of Journalists, collega della giornalista russa assassinata il 7 ottobre 2006 e Ahmed Abdisalam, giornalista dell’emittente radiofonica somala Horn-Afrique. Lavorava con il reporter somalo assassinato l’11 agosto scorso.


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In ricordo di Anna Politkovskaya e Ali Iman Sharmake

In ricordo di Anna Politkovskaya e Ali Iman Sharmake. Uccisi dalla censura e dalle lotte di potere. In Russia come in Somalia. La giornata che la Settimana della pace ha dedicato al tema dell’informazione dal titolo "Diamo voce alla pace, le responsabilità del mondo dell'informazione" si apre in silenzio: parlano Nadezhda Azghgikina, membro del segreteriato della Russion Union of Journalists e Ahmed Abdisalam, giornalista dell’emittente radiofonica somala Horn-Afrique. Parlano dei loro colleghi assassinati da chi non vuole un’informazione libera, della vita quotidiana di questi due réporter uccisi perchè volevano fare bene un mestiere difficile e delicato, tanto più in quei paesi dove la democrazia è in difficoltà. Ricorre il 7 ottobre 2007 (lo stesso giorno della Marcia Perugia-Assisi) il primo anniversario della morte di Anna Politkovskaja, l’11 agosto 2007 è stato invece assassinato Ali Iman Sharmake, a Mogadiscio, in Somalia. Forse erano entrambi da tempo nel mirino dei loro assassini, per i loro pezzi scomodi, per il coraggio che avevano nel fare il loro lavoro. A Roma viene intitolata una strada alla giornalista russa proprio in questi giorni.

“Negli ultimi 15 anni in Russia sono scomparsi ben 215 giornalisti – racconta Nadezhda Azghgikina, invitata in Italia dalla Marcia – e quasi mai vengono condotte le indagini per scoprire i responsabili. Ritengo che Assisi e l’Italia possano portare un contributo importante per cambiare questa situazione: il vero problema è che in Russia ci si concentra soprattutto su notizie di guerra, e sono pochi i colleghi che si occupano di pace. Anna Poltikovskaia invece era una delle poche giornaliste che si occupava di questo: concentrava il suo lavoro sui temi della pace, per la difesa dei diritti umani delle persone. Serve ora in Russia un profondo cambiamento, i giornalisti devono farsi portavoce del sentimento delle persone. Dalla Russia ci seguiranno in questo evento oltre 200.000 colleghi, tutti giornalisti che condividono questo modo di pensare”.

“Nel mio paese la pace non esiste – ha continuato Ahmed Abdisalam di radio Horn-Afrique– .Per questo sono venuto volentieri. Sono anche molto emozionato perché oggi al mio posto avrebbe dovuto esserci il collega che è stato assassinato l’11 agosto scorso, Ali Iman Sharmake. Alì è una delle tante persone che sono morte per difendere la libertà d’informazione. Lui è stato cofondatore assieme a me di una testata giornalistica, nel 1999. Il modo migliore per ricordarlo è continuare il lavoro che lui aveva cominciato: un’ora prima della sua morte, e mentre lasciava il funerale di un altro giornalista ucciso proprio qualche giorno prima, era stato intervistato dalla Bbc. Questa la sua risposta: “Vogliono cancellare la nostra voce, censurarci. Vogliono che smettiamo di parlare. Ma noi andiamo avanti lo stesso…”. Per questo noi di radio-tv Horn-Afrique, se vogliamo ricordarlo degnamente, dobbiamo continuare a fare sentire la nostra voce.
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