Gli Stati Uniti contro Mugabe "Non riconosceremo il voto"


Repubblica.it


Intervista del vicesegretario di Stato alla Bbc. Dopo Onu, Ue, cancellerie occidentali ed africane, anche Washington boccia il ballottaggio di venerdì in Zimbabwe. Il leader dell’opposizione Tsvangirai, rifugiatosi all’ambasciata olandese chiede l’annullamento della consultazione e l’invio di forze di pace nel Paese.


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Gli Stati Uniti contro Mugabe "Non riconosceremo il voto"

WASHINGTON – Gli Stati Uniti non riconosceranno il risultato del ballottaggio presidenziale previsto per venerdì in Zimbabwe. Lo ha dichiarato il vicesegretario di Stato con delega per l'Africa Jeandayi Frazer in un'intervista rilasciata alla Bbc, e di cui riferisce la Bbc on line.

"Non potremo riconoscere tali risultati se mai il voto davvero avvenisse: il popolo è stato perseguitato, picchiato ed ucciso nel tentativo di difendere il proprio diritto di votare liberamente, in queste condizioni è impensabile accettare quanto eventualmente uscirà dalle urne".

Onu, Ue e la stragrande maggioranza delle cancellerie occidentali, così come numerose tra quelle africane, chiedono con forza che il ballottaggio presidenziale sia quantomeno rinviato, dopo che il leader dell'opposizione e candidato favorito, Morgan Tsvangirai, è stato costretto a ritirarsi domenica scorsa per le violenze scatenate contro i suoi seguaci, ed è ora rifugiato presso l'ambasciata olandese ad Harare, da dove ha chiesto anche l'intervento di una forza militare di pacificazione nel Paese, "per proteggere il popolo" e "indire nuove elezioni presidenziali". In una lettera al giornale britannico Guardian, Tsvangirai precisa che queste truppe dovrebbero avere il ruolo di peacekeeping per "separare il popolo dall'oppressore".

Ma per il regime dello Zimbabwe il voto comunque avrà luogo: Mugabe non si è fatto fermare né dall'annuncio del rivale, né dalle crescenti pressioni internazionali. E attraverso il quotidiano filogovernativo Herald, si dice pronto a negoziare ma solo dopo le elezioni. "Siamo aperti a colloqui ma abbiamo i nostri principi", dichiara il presidente all'edizione online del quotidiano. In primo luogo, continua, "siamo una nazione sovrana e le elezioni sono nostre".

Tsvangirai, il leader del Movimento per il Cambiamento Democratico, che ha sfidato Mugabe al primo turno, si è ritirato dal voto, denunciando gli attacchi compiuti dalle milizie filogovernative. Il Movimento di opposizione che fa capo a Tsvangirai ha denunciato 86 vittime tra i suoi sostenitori a causa delle violenze e ha parlato anche di più di 200mila persone cacciate dalle loro case.

Fonte: Repubblica.it

25 giugno 2008 

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