Giornata 29 novembre: il messaggio di Ban Ki- Moon


UNHCR


La comunità internazionale può e deve avere un ruolo maggiore per rompere l’impasse. Per questa Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, dobbiamo riaffermare il nostro impegno per la pace.


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MESSAGGIO DI BAN KI-MOON IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO PALESTINESE

29 novembre 2015

Quest’anno, la celebrazione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese avviene in un momento in cui sicurezza e speranza sono molto basse.

Un’ondata di violenza, compresi atroci attacchi, accoltellamenti e attacchi con mezzi armati, ha causato grande sofferenza tra le famiglie israeliane e palestinesi, indistintamente. Io condanno questi attacchi e tutti gli atti di violenza. Insediamenti abusivi e relative violenze continuano, così come le demolizioni punitive di case e infrastrutture palestinesi.

Le tensioni relative ai luoghi sacri nella città vecchia di Gerusalemme hanno introdotto una pericolosa e preoccupante dimensione religiosa al conflitto. Durante la mia visita nella regione il mese scorso, ho insistito sulla necessità di preservare lo status quo al tempio Haram al Sharif/Monte del Tempio, in linea con gli accordi tra Israele e Giordania e nel rispetto del ruolo speciale di custode di Sua Maestà il Re di Giordania. Le rassicurazioni del Primo Ministro Benjamin Netanyahu circa la volontà di Israele di non compromettere lo status quo sono le benvenute; questo impegno deve comunque essere accompagnato da azioni tese a stigmatizzare la situazione e riportare fiducia.

È importante che i leader di entrambe le parti interpretino un ruolo costruttivo verso la risoluzione del conflitto. Entrambe le parti devono rigettare incitamenti e pubbliche provocazioni.

Nonostante riconosca le sfide israeliane relative alla sicurezza, devo ricordare alle autorità israeliane che l’uso della forza, se non calibrato a dovere, crea rabbia e frustrazione. Richiamo i servizi segreti israeliani ad esercitare la massima moderazione, specialmente nell’uso di forza letale.

I palestinesi provano profonda frustrazione, causata da un’occupazione che dura da quasi 50 anni. Gli israeliani temono per la loro sicurezza. La mancanza di orizzonti politici per arrivare alla soluzione dei due stati rischia di trasformare la situazione in una spirale senza controllo.

La comunità internazionale può e deve avere un ruolo maggiore per rompere l’impasse. Il Quartetto per il Medio Oriente continua i suoi sforzi per preservare l’agibilità dello Stato Palestinese e per stabilire le condizioni per il ritorno di negoziazioni significative.

Il 29 novembre 2012, lo Stato della Palestina è entrato a far parte delle Nazioni Unite come “Stato osservatore non membro”. Oggi, 136 paesi riconoscono lo Stato della Palestina e la sua bandiera sventola alle Nazioni Unite accanto a quelle di tutti gli Stati membri. Tuttavia, questi progressi non sono percepiti dai bambini a Gaza, o da chi risiede a Nablus, Hebron e Gerusalemme Est. Al contrario, ciò che sentono è la mancanza della speranza che le loro vite possano cambiare per il meglio e che saranno un giorno cittadini di uno Stato in grado di assicurare loro libertà e benessere attraverso la pace con i loro vicini.

Per questa Giornata internazionale di solidarietà, dobbiamo riaffermare il nostro impegno per la giusta pace che meritano i popoli di Israele e Palestina.

Fonte: www.unric.org

28 novembre 2015

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