Gerusalemme Est, la superstrada dell’apartheid


Emma Mancini - nena-news.globalist.it


Approvato in via definitiva il progetto di costruzione della strada per i coloni. Un serpente che taglierà in due il quartiere palestinese di Beit Safafa.


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InsediamentiGE

Una superstrada taglierà in due il quartiere palestinese di Beit Safafa, a Gerusalemme Est. Un serpente di cemento il cui scopo sarà collegare la Città Santa con le colonie israeliane in Cisgiordania. Violentando un’intera comunità, già assediata da Muro e insediamenti.

Ad annunciarne la costruzione è stato il Comune di Gerusalemme, riprendendo in mano un progetto vecchio di ventidue anni: il progetto fu redatto nel 1990 dopo la confisca di una buona parte delle terre di Beit Safafa. Oggi, dopo l’approvazione da parte delle autorità israeliane della costruzione di oltre tremila unità abitative in area E1 e di altre 1.500 nella colonia di Ramat Shlomo, a Gerusalemme, arriva anche il via libera alla superstrada di Beit Safafa.

Una strada che dividerà a metà il quartiere, separando le abitazioni, la moschea, la scuola, i negozi. I luoghi che prima si potevano raggiungere camminando per pochi minuti, diventeranno difficilmente inaccessibili. Una volta che la superstrada sarà completata, gli abitanti di Beit Safafa dovranno attraversare ponti e sottopassaggi per raggiungere l’altra parte del quartiere.

A peggiorare ulteriormente la situazione è l’impossibilità per i palestinesi del quartiere di utilizzare la superstrada. Un nuovo esempio di apartheid: gli unici beneficiari saranno israeliani e coloni del blocco di insediamenti di Gush Etzion, a Sud di Gerusalemme.

Immediata la reazione dei residenti di Beit Safafa che da anni stanno combattendo contro la costruzione della superstrada: dieci giorni fa l’avvocato Kais Nasser ha presentato una petizione contro il Comune perché blocchi subito il progetto. Ma i lavori sono già iniziati: circa 50 camion stanno già trasportando terra e materiale di costruzione nel quartiere palestinese, disturbando con rumori e polveri la vita quotidiana della comunità.

E le case più vicine alla superstrada saranno circondate da un muro alto otto metri che eviti i rumori forti. Un muro molto simile a quello che intrappola la Cisgiordania e che impedirà lo svolgersi delle normali attività sociali.

Fonte: http://nena-news.globalist.it
21 dicembre 2012

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