Gaza al terzo giorno di offensiva. Netanyahu: “Attacco intensificato”


NEAR EAST NEWS AGENCY


Oltre 300 raid dell’aviazione in una sola notte: estrema la violenza israeliana che stavolta ha come target case e residenze civili. La popolazione resta chiusa in casa. A breve riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.


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Palestinians inspect the remains of a car which police said was hit in an Israeli air strike in Gaza City July 9, 2014. An Israeli aircraft targeted a civilian car in the center of Gaza City's busiest shopping street on Wednesday night and at least one person in the car, the driver, was killed, medics said.Video of the destroyed car showed it had large red stickers that read "TV". The killed driver, Hamed Shehab, 30, worked for the Gaza-based news website Media 24. A Media 24 journalist told Reuters that Shehab was occasionally called in to work as a driver when news events warranted. The Israeli military had no initial comment on the strike, and a spokeswoman said she was checking for details. REUTERS/Ashraf Amrah (GAZA - Tags: POLITICS CIVIL UNREST MEDIA TPX IMAGES OF THE DAY) - RTR3XWPR

 

AGGIORNAMENTO ore 12:45

ALTRE 3 VITTIME PALESTINESI. SALE A 81 IL BILANCIO DEI MORTI. YA’ALON: “CONTINUEREMO AD ATTACCARE IN MODO SISTEMATICO. HAMAS HA SUBITO DANNI MOLTO PESANTI”

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Una notte di inferno per la popolazione gazawi: 322 rai aerei in poche ore, che portano a oltre 700 i bombardamenti da parte israeliana. Il terzo giorno di offensiva israeliana, l’operazione “Barriera protettiva”, si apre con 14 vittime, uccise tra il centro e il sud della Striscia. Tra loro, dicono fonti mediche, sette donne e quattro bambini. Il primo bombardamento ha colpito un coffee shop a Khan Younis: sei uomini uccisi e almeno 15 feriti. Il secondo ha centrato la casa di Raed Shalat, nel campo profughi di Nuseirat, uccidendolo. Altri due raid hanno avuto come target due case a Khan Younis: sette vittime, di cui 4 donne e 3 bambini.

A differenza della precedente operazione, “Colonna di Difesa” del novembre 2012, questa volta la violenza dell’offensiva è molto maggiore, soprattutto per i target scelti dall’aviazione. Se due anni fa furono bombardati per lo più edifici governativi e stazioni di polizia, simboli del potere di Hamas, stavolta Tel Aviv colpisce le case, i palazzi, le residenze dei civili, perché considerate rifugio di militanti di Hamas. Oltre 50 le case rase al suolo, un dramma nel dramma.

Dalla Striscia nella notte sono continuati a partire i missili lanciati dai gruppi armati palestinesi soprattutto verso il sud del territorio israeliano. Secondo fonti dell’esercito israeliano ieri il sistema difensivo Iron Dome avrebbe intercettato almeno 230 missili.

Si muove – con lentezza – la comunità internazionale. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si incontrerà oggi per un meeting d’urgenza sulla crisi di Gaza. Gli inviati dei Paesi arabi sperano in una risoluzione vera e propria, ma è probabile che il Palazzo di Vetro si limiti ad emettere un comunicato. Il rappresentante palestinese, Riyad Mansour, ha accusato il Consiglio di immobilismo “mentre la punizione collettiva e l’aggressione stanno colpendo Gaza”. L’ambasciatore israeliano, Ron Prosor, accusa invece Hamas di “aver cominciato e di non aver lasciato altra scelta” a Tel Aviv, il cui esercito “usa target precisi per evitare di uccidere civili”.

Fa un passo indietro anche l’Egitto che nel 2012 fece da mediatore per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Ieri, il presidente al-Sisi ha parlato al telefono con il presidente dell’ANP, Abbas, che aveva chiesto al Cairo di intervenire per mettere fine alle violenze. Al-Sisi – acerrimo avversario dei Fratelli Musulmani e quindi del suo braccio palestinese, Hamas – ha risposto che muoverà i propri contatti, ma non farà da mediatore.

Gaza trema. Il timore di un’ulteriore escalation è forte: nessuno esce di casa perché i bombardamenti sono ravvicinati, senza pause, diretti a target di ogni tipo in tutta la Striscia. La popolazione non sa, stavolta, cosa attendersi a causa dell’estrema violenza dell’attacco. In Cisgiordania continuano le manifestazioni di solidarietà, ma a muoversi sono più che altro i campi profughi, durante la notte teatro di scontri tra esercito israeliano e giovani palestinesi.

Fonte: http://nena-news.it

10 luglio 2014

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