G7 Finanze su disuguaglianze: ma quali misure?


La redazione


Il commento critico della Coalizione Italiana contro la Povertà (GCAP Italia) sul Vertice dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali dei Paesi del G7, che si è appena chiuso a Bari.


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Bari, 13 maggio – Sulla lotta alle disuguaglianze molte dichiarazioni di intenti che non si traducono in un piano d’azione concreto e in politiche misurabili. Ancora una volta è preoccupante la quasi totale assenza della dimensione internazionale e dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Progressi su cooperazione in materia fiscale e finanziaria non sono accompagnati da un esplicito impegno condiviso di porre fine alla corsa globale al ribasso in materia di fiscalità.

Questo, in sintesi, il commento della Coalizione Italiana contro la Povertà (GCAP Italia) sul Vertice dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali dei Paesi del G7, che si è appena chiuso a Bari.

“Riconosciamo alla Presidenza italiana il merito di aver messo al centro del dibattito G7 il tema delle disuguaglianze e apprezziamo che la Bari Policy Agenda on Growth and Inequalities evidenzi come gli elevati e crescenti livelli delle disparità rappresentino un rischio per la coesione sociale, il benessere dei cittadini e la lotta contro la povertà. I Ministri del G7 non sono tuttavia arrivati, come avremmo auspicato, a dettagliare specifiche misure di politica domestica ed internazionale volte a contrastare la disuguaglianza nei contesti nazionali, né hanno ancora predisposto un comune piano d’azione, coordinato ed inclusivo, e un sistema di monitoraggio dei progressi su cui auto-giudicarsi ed essere giudicati dai cittadini” dichiara Mikhail Maslennikov, in rappresentanza di GCAP Italia.

La dichiarazione finale del G7 di Bari  non specifica, inoltre, se ci sia un orientamento dei Governi del G7 ad implementare politiche di contrasto delle disuguaglianze coerentemente con la strategia nazionale sullo sviluppo sostenibile (Agenda 2030 delle Nazioni Unite), annunciata nel caso dell’Italia nel Piano Nazionale di Riforma ma di cui si è ancora in attesa di una comunicazione.

La ridotta attenzione alla dimensione internazionale delle disuguaglianze rappresenta un altro aspetto critico dei lavori. Le discussioni a Bari hanno infatti riguardato il contrasto alla disuguaglianza con riferimento esclusivo ai Paesi del G7, trascurando i contesti più vulnerabili dei Paesi in via di sviluppo dove le disparità limitano le opportunità per milioni di persone di affrancarsi dalla trappola della povertà.

“Ancora una volta, nell’agenda delle sette grandi potenze, non è stata presa in considerazione la responsabilità verso i Paesi del sud del mondo favorendo l’adozione di policy internazionali volte ad uno sviluppo inclusivo e sostenibile di tutti i paesi del mondo. Le politiche di cooperazione internazionale e l’aiuto pubblico allo sviluppo sono ancora le grandi assenti di questo Summit. Di questo passo l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 1 dell’Agenda 2030 – porre fine alla povertà in tutte le sue forme entro il 2030 – difficilmente sarà realizzabile” conclude Damiano Sabuzi Giuliani, in rappresentanza di GCAP Italia.

La società civile non ha inoltre riscontrato posizionamenti pubblici forti e impegni concreti, in linea con le proprie richieste, per riformare l’attuale sistema fiscale globale e combattere pratiche di abuso.

Il potenziamento della mobilitazione di risorse domestiche per finanziare efficacemente politiche di riduzione delle disuguaglianze richiede sistemi fiscali nazionali con una maggiore portata redistributiva e misure ambiziose di contrasto all’evasione ed elusione fiscale.

Sebbene si siano registrati progressi sul fronte della cooperazione fra i Paesi del G7 in materia di contrasto a crimini fiscali e finanziari e sia stato rinnovato l’impegno sul fronte anti-corruzione, si è tuttavia evitato un confronto sugli aspetti strutturali, sottovalutati anche in sede G20, della corsa globale al ribasso sulle aliquote dell’imposta societaria, sul contrasto a pratiche fiscali dannose e sul ricorso a incentivi fiscali nocivi che contraddistinguono l’agguerrita concorrenza fiscale in atto fra i Paesi e rappresentano un fattore significativo dietro l’aumento della disuguaglianza.

Ufficio stampa
Serena Carta
340 909 5533

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