Frattini scopre Gaza: Israele deve fare di più


Umberto De Giovannangeli - L'Unità


L’alleggerimento del blocco israeliano della Striscia “è stato un primo passo importante, ma non basta. Israele dovrebbe fare di più”. Lo dichiara il ministro degli Esteri Frattini dopo la sua visita a Gaza.


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Frattini scopre Gaza: Israele deve fare di più

Meglio tardi che mai. Ovvero: Franco scopre Gaza…Il «Franco» in questione è il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini. – L'alleggerimento del blocco israeliano della Striscia «è stato un primo passo importante, ma non basta. Israele dovrebbe fare di più ». Così il titolare della Farnesina a conclusione della sua visita nella enclave palestinese. Frattini ha auspicato in particolare che sia consentito un maggiore «accesso di materiali da costruzione». «Servono cento scuole i cui progetti la comunità internazionale è pronta a sostenere, ma finora ne sono stati approvati solo sette, questo non è possibile» ha osservato il ministro. VISITA SCIOCCANTE Le antiche rigidità vengono incrinate da ciò che Frattini ha potuto vedere con i propri occhi e toccare con mano. Una visione per molti versi angosciante anche per chi rivendica al Governo italiano di «essere il più grande amico d’Israele in Europa». – Parlando con i giornalisti in una scuola gestita dall'Unrwa (l’agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi) a Beit Lahya, nella Striscia, Frattini si è soffermato anche sulla necessità di favorire la ripresa delle esportazioni. «Oggi è il primo giorno di esportazione di fiori e fragole verso l'Olanda» nell'ambito di un singolo accordo autorizzato da Israele, sottolinea o Frattini aggiungendo che tuttavia «questo non è abbastanza». «Occorre – prosegue – che le esportazioni dalla Striscia di Gaza, in particolare quelle agricole, vengano smaltite nella Regione e in primo luogo in Cisgiordania». Da Gaza, il titolare della Farnesina affronta anche il dramma del caporale israeliano Gilad Shalit, dal giugno 2006 nelle mani di Hamas. Il rilascio di Shalit, «sarebbe un gesto coraggioso di umanità e di clemenza», rimarca Frattini. Un tale epilogo – sottolinea – contribuirebbe a «innescare un circolo virtuoso di gesti positivi anche sul piano politico». «C'è un negoziato in corso – ricorda il capo della diplomazia italiana – che ancora non ha portato all'accordo, ma che prevede in cambio la liberazione di un grandissimo numero di prigionieri palestinesi», detenuti in Israele. «Credo che la liberazione di Shalit – insiste Frattini – sarebbe dunque un gesto positivo ed importante anche perché è materia di diritti umani fondamentali». NIENTE HAMAS Nella Striscia, Frattini visita istituzioni gestite dall'Unrwa e dalla cooperazione italiana, ed evita incontri con esponenti di Hamas. La visita a Gaza conclude la tre giorni del ministro degli Esteri in Israele e nei Territori. Nonostante tutto, l'Italia non rinuncia a scommettere sulla «volontà di pace» della leadership palestinese come di quella israeliana, affidando le speranze della ripresa dei negoziati diretti agli sforzi (e agli incentivi) messi sul tavolo dagli Usa in questi giorni «per persuadere Israele a riprendere una moratoria edilizia negli insediamenti ebraici». È il succo politico della missione di Frattini, convinto – anche alla luce degli incontri avuti con i massimi dirigenti delle due parti – che l’obiettivo deve essere ora quello di trovare il minimo comune denominatore per un restart in grado di dar vita a «negoziati seri sui confini» del futuro Stato palestinese «e su tutte le questioni chiave» del contenzioso.

Fonte: l'Unità

25 novembre 2010

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