Fatah, il congresso della svolta. Abu Mazen attacca Hamas


Repubblica.it


Dopo venti anni duemila delegati provenienti dai Territori e dai paesi arabi riuniti a Betlemme. Il segretario contro gli islamici: \"Golpisti e corrotti, la Palestina rimanga unita\". Il movimento integralista, al governo, vieta il passaggio dei delegati da Gaza alla Cisgiordania.


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Fatah, il congresso della svolta. Abu Mazen attacca Hamas

BETLEMME – Alla presenza di oltre duemila delegati, si è aperto stamani a Betlemme il sesto Congresso di al-Fatah. Atteso da vent'anni, l'evento vede la presenza di oltre duemila delegati giunti dai Territori e da diversi Paesi arabi. Assenti, invece, la maggior parte dei delegati di Gaza, bloccati dal divieto di Hamas a raggiungere la Cisgiordania.

I lavori, che si svolgono nell'aula magna della Scuola Terrasanta, a breve distanza dalla Basilica della Natività, sono stati aperti da un discorso dell'ex premier Abu Ala (Ahmed Qorei) a cui è seguita una preghiera.

Il congresso rappresenta un test importante per il presidente dell'Anp Abu Mazen che vuole rinnovare i quadri dirigenti di al-Fatah. Mazen ha oggi denunciato come "golpisti e corrotti" i leader rivali della fazione islamico-radicale di Hamas, al potere nella Striscia di Gaza. Rivolgendosi alla gente del territorio recentemente martoriato dai bombardamenti israeliani, Abu Mazen ha assicurato che comunque "la Palestina resterà unita" e ha aggiunto: "Noi non permetteremo ad Hamas di distruggere l'unità" del popolo palestinese. "Se sapremo essere uniti e tenaci avremo uno stato. Si tratta di un diritto, non di un regalo di Israele", ha aggiunto il leader palestinese.

"Noi siamo contro il terrorismo e non siamo terroristi, ha sottolineato Abu Mazen, ma abbiamo "il diritto di resistere all'occupazione. Un diritto – ha sostenuto – che gode della legittimazione internazionale. Noi non vogliamo solo il pane, ma anche la libertà", ha aggiunto, commentando l'offerta di accordi economici, prima che politici, avanzata ai palestinesi dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Quello di Netanyahu – ha denunciato – è in realtà "solo un modo per cercare di farci dimenticare del nostro Paese". Ma l'obiettivo dell'Anp resta quello di avere "uno Stato palestinese democratico, con Gerusalemme come capitale e una soluzione equa per i profughi".

In conclusione, Abu Mazen ha chiesto ai 1.900 delegati presenti al Congresso di approfittare di questi tre giorni per realizzare un ''un nuovo inizio'', consolidando l'impegno volto al ''raggiungimento dei nostri obiettivi principali: liberazione e indipendenza''.

Fonte: repubblica.it

4 agosto 2009

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