E’ ancora strage in mare


AGI Mondo ONG


Raddoppiano le vittime dell’immigrazione nel Canale di Sicilia, di pari passo con l’aumento degli arrivi. E le tragedie del Mediterraneo si replicano nello Stretto di Gibilterra, al largo di Malta e di Cipro, nel Golfo di Aden.


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E' ancora strage in mare

Più sbarchi, più stragi. Raddoppiano le vittime dell'immigrazione nel Canale di Sicilia, di pari passo con l'aumento degli arrivi. Sempre più grave il bollettino dalle frontiere europee: i migranti e rifugiati morti ad agosto alle porte dell’Ue sono stati almeno 270, di cui 179 tra Libia, Malta e Italia. È il bilancio più grave dall’inizio dell’anno. I numeri arrivano da Fortress Europe, l’Osservatorio sulle vittime delle migrazioni. L’ultima vittima risale a oggi, era partita dall'Africa alla volta dell'Europa su una 'carretta' del mare ma il suo viaggio è terminato tragicamente a 70 miglia dall'isola di Malta. La donna era a bordo di un'imbarcazione che trasportava altri 30 migranti ed è caduta in mare dopo che la barca si è capovolta rovesciando in acqua i passeggeri, tra cui anche due bambini. Sul posto sono intervenuti due elicotteri da Malta per soccorrere i migranti, ma per la giovane donna africana non c’è stato nulla da fare. È morta ancor prima toccare terra. In questi ultimi mesi Malta è meta di continui sbarchi di disperati: tra gennaio e agosto sull'isola sono arrivati 2.289 immigrati su 74 imbarcazioni, contro i 1.379 dell'anno scorso. Ma Fortress Europe riferisce che ci sono state vittime anche in Spagna (45), Iran (30), tra Algeria e Sardegna (14), Turchia (uno) ed Egitto (uno). Lo stretto di Gibilterra rappresenta il passaggio obbligatorio per i migranti africani che tentano di raggiungere l’Europa dalle coste della Spagna. Le contromisure adottate dalle autorità locali negli ultimi mesi per limitare gli sbarchi, hanno spinto gli scafisti a sperimentare rotte più lunghe e pericolose, come le Isole Canarie nell'Atlantico. L'Organizzazione per i Diritti umani in Andalusia (Apdh-a) ha stimato che 921 africani sarebbero morti in mare per sete, fame o assideramento, o in incidenti navali, nel tentativo di raggiungere l’Eldorado spagnolo. Nei primi sette mesi del 2008, 7.165 clandestini hanno raggiunto la Spagna su barconi e gommoni.

L’Europa dia l’esempio sul sistema d’asilo
È arrivato da Parigi l’ultimo appello dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, António Guterres, per un’Europa con un sistema d’asilo comune, coerente ed efficace. Parlando ai ministri responsabili per l’asilo e l’immigrazione dei Ventisette alla Conferenza ministeriale sull’Asilo convocata a Parigi dalla presidenza francese dell’Ue, Guterres ha affermato che, qualora garantisse effettivamente la protezione dei rifugiati, un sistema comune d’asilo europeo potrebbe “servire da esempio per il mondo intero”. L’Unione europea, un attore importante sulla scena globale, può svolgere un ruolo chiave nel far fronte alle sfide poste dai movimenti forzati di popolazione nelle varie regioni del pianeta. Secondo Guterres, lo sforzo volto a costruire un sistema comune d’asilo europeo è un “progetto ambizioso e senza precedenti”, e una “opportunità per rafforzare la protezione dei rifugiati”. Tuttavia, l’Alto commissario ha anche rimarcato come le persone che cercano protezione debbano poter avere accesso all’Unione europea. Troppo spesso, infatti, molte di loro finiscono nelle mani dei trafficanti di persone o diventano vittime della tratta a causa del proliferare degli ostacoli al loro ingresso nel Vecchio continente. Guterres ha sottolineato come vi sia il bisogno di far sì che sia garantita la qualità delle procedure d’asilo in Europa e che vengano corrette le ampie differenze registrate nelle pratiche per quanto riguarda l’asilo nei vari Paesi membri. Guterres ha esortato l’Unione ad affrontare questa sfida tramite una cooperazione maggiore a livello pratico tra gli Stati. Perché, ha insistito, “la Ue può e deve fare di più”.
 
Appello di Cir e Centro Astalli, potenziare commissioni asilo

E' urgente potenziare le commissioni territoriali per l'esame delle domande di asilo politico "affinche' siano rispettati i 35 giorni previsti dalla legge per la risposta". E' l'appello lanciato da Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) e da Padre Giovanni La Manna, presidente dell'associazione Centro Astalli, in seguito alla marcia organizzata da centinaia di richiedenti asilo, dal centro di accoglienza della protezione civile di Castelnuovo di Porto -dove sono ospitati- al centro di Roma. La protesta dei migranti, provenienti soprattutto da Eritrea, Etiopia e Somalia, e' stata scatenata dal timore di essere espulsi dalla struttura d'accoglienza, ma soprattutto dall'allungarsi dei tempi per ottenere il permesso di soggiorno utile per lavorare. "Alcuni appuntamenti con la commissione sono slittati ad aprile 2009", ha riferito preoccupato Padre Giovanni, "e questo significa che per tutti questi mesi i richiedenti asilo non potranno lavorare e saranno obbligati a restare nei centri d'accoglienza". Potenziare le sette commissioni territoriali, "ma anche il personale delle questure addetto all'immigrazione", ha continuato il presidente del Centro Astalli, "significa rispettare la dignita' dei richiedenti asilo, evitare di spaventare tanti cittadini italiani che non conoscono le problematiche dei richiedenti asilo, ma anche risparmiare ingenti somme di denaro spese dallo Stato italiano per l'accoglienza". Secondo il Cir, quest'anno c'e' un forte aumento del numero delle richieste d'asilo rispetto ai precedenti, cosi' come e' quasi raddoppiato il numero delle persone sbarcate a Lampedusa e sulle altre coste dell'Italia meridionale. Dei 20.271 arrivati via mare nei primi otto mesi del 2008 -12.419 nello stesso periodo del 2007- piu' della meta' ha presentato domanda d'asilo. E sono proprio i rifugiati provenienti dal Corno d'Africa, seguiti da quelli provenienti da Nigeria, Afghanistan e Iraq, a essere aumentati maggiormente.

A Lampedusa musica per l’integrazione
Claudio Baglioni e Fiorello insieme per un'edizione davvero speciale a Lampedusa, la sesta di O'scia' -'Isole Pelagie 2008'- un appuntamento che si conferma uno dei piu' importanti e significativi momenti di incontro in Italia tra arti, musiche, linguaggi e culture. Malgrado le difficolta' della vigilia, che avevano rischiato di mettere in forse l'intera manifestazione, Claudio Baglioni e la Fondazione O'scia' sono riusciti a ideare e organizzare quattro eventi dal 24 al 27 settembre di spettacolo e musica nel segno dell'integrazione. Il 26 settembre la seconda edizione de 'Gli uomini della storia accanto': tavola rotonda sul fenomeno migrazioni e sul valore dell'integrazione tra le culture, con la partecipazione di istituzioni e organizzazioni internazionali non governative che si confrontano su uno dei grandi temi del presente e futuro dell'Europa e dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Si inizia mercoledi' 24 per "riscoprire le radici" con Baglioni, mentre sabato 27 a chiudere la manifestazione sarà Fiorello.
 
Fonte: Ong Agi Mondo

10 settembre 2008

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