Crisi alimentare mondiale: il cibo è un diritto, non una variabile affidata alle regole del mercato


Luisa Morgantini


La Vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, nel suo discorso a Strasburgo: "Il cibo è un diritto eppure assistiamo ad una crisi e a proteste che ricordano le nostre rivolte per pane, persone che vengono uccise perchè hanno fame". Ne parleremo a Padova il 10 maggio. Vieni anche tu!


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Crisi alimentare mondiale: il cibo è un diritto, non una variabile affidata alle regole del mercato

INFOPRESS
DI
LUISA MORGANTINI
Vicepresidente del Parlamento Europeo

(GUE/NGL)

CRISI ALIMENTARE MONDIALE : IL CIBO È UN DIRITTO, NON UNA VARIABILE AFFIDATA ALLE REGOLE DEL MERCATO E ALLE SPECULAZIONI.

Strasburgo 22 aprile 2008

Il cibo è un diritto che non può essere affidato alle regole del mercato e alle speculazioni finanziarie, eppure assistiamo ad una crisi e a proteste che ricordano le nostre rivolte per pane, persone che vengono uccise perchè hanno fame.
Dai sussidi per la produzione di biocarburanti, all'aumento dei costi del gasolio e dei fertilizzanti, al maltempo, all'aumento del consumo di carne in Asia, alla speculazione sui prodotti alimentari, le cause sono molteplici ma anche le nostre responsabilità.
Jean Ziegler denuncia lapidariamente che "La globalizzazione sta monopolizzando le ricchezze della terra, le multinazionali sono responsabili di una violenza strutturale… hanno costruito un mondo di disuguaglianze e orrore: dobbiamo mettere fine a tutto questo".
La UE oltre alle regole del WTO e agli EPA ha deciso per una politica agricola comunitaria dei sussidi che, se prima sembrava inadeguata, oggi appare distruttiva degli equilibri internazionali: le politiche di contingentamento ad esempio sui cereali sono anch'esse responsabili della situazione cui oggi dobbiamo far fronte, senza farci ammaliare dal facile fascino di una campagna pro-OGM che promette di "sfamare il mondo", ma rappresenta invece una scorciatoia effimera che causerebbe danni enormi.
Più che una distribuzione di cibo, è necessaria ed urgente una più equa distribuzione delle risorse fondamentale per la produzione alimentare, in primo luogo l'accesso all'acqua, alla terra e al credito: l'aumento dei finanziamenti al World Food Programme- come anche dichiarato dal Commissario UE Louis Michel- è dovuto, ma chiaramente non è la soluzione.
Per continuare l'attività corrente con l'impennata dei prezzi e la crisi attuale servono risorse aggiuntive, come il pacchetto di emergenza di 10 milioni di dollari in aiuti stanziato per Haiti e i finanziamenti già annunciati per l'agricoltura africana, che spero però siano davvero -come afferma Michel- destinati ai piccoli produttori locali e quindi destinati ad aiutare un'agricoltura di sussistenza che contribuisca al superamento della crisi soprattutto per i più poveri e non alle multinazionali votate all'export, che renderebbero i Paesi poveri ancora più dipendenti dalle importazioni.
Dovremmo quindi ascoltare Ziegler, valutare seriamente la sua proposta di moratoria di 5 anni nella produzione di biocarburanti, attivare subito i meccanismi di stabilizzazione propri del mercato azionario e soprattutto rispettare le promesse fatte di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che muoiono di fame nel mondo agendo in modo veramente efficace ed urgente perché il diritto di essere liberi dalla fame è forse il più fondamentale di tutti i diritti.

Per informazioni:
www.luisamorgantini.net

***

Intervento in Plenaria su CRISI ALIMENTARE MONDIALE

Strasburgo 22 aprile 2008

Il Cibo è un diritto, non dovrebbe essere affidato solo alle regole del mercato e alle speculazioni finanziarie. Assistiamo ad una crisi ed a proteste che ricordano le nostre rivolte per pane , persone che vengono uccise perchè hanno fame.

Molteplici le cause: sussidi per la produzione di biocarburanti; aumento dei costi del gasolio e dei fertilizzanti; maltempo; l'aumento del consumo di carne in Asia; speculazione sui future dei prodotti alimentari. Quali sono le nostre responsabilità?

Jean Ziegler denuncia lapidariamente che "La globalizzazione sta monopolizzando le ricchezze della terra, le multinazionali sono responsabili di una violenza strutturale… hanno costruito un mondo di disuguaglianze e orrore: dobbiamo mettere fine a tutto questo". Vogliamo ascoltarlo?
La UE oltre alle regole del WTO e agli EPA ha deciso per una politica agricola comunitaria dei sussidi che, se prima sembrava inadeguata, oggi appare distruttiva degli equilibri internazionali. Il contingentamento della nostra produzione di cereali, con misure volte al "set aside" sono anch'esse responsabili della situazione cui oggi dobbiamo far fronte.

E facciamo attenzione al facile fascino di una campagna pro-OGM che promette di "sfamare il mondo", una scorciatoia effimera che causerebbe invece danni enormi.
La legge inglese RTFO si dice sia "una perfetta follia". Folle è obbligare i produttori a inserire una quota di biocarburante, senza impedire che essi distruggano habitat naturali o destinati all'alimentazione.

Valuterei quindi seriamente la proposta di Ziegler per la moratoria di 5 anni nella produzione di biocarburanti.
E' necessario rispettare le promesse fatte per almeno dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che muoiono di fame nel mondo.

Ha ragione Louis Michel, l'aumento dei finanziamenti al World Food Programme anche se è dovuto non è la soluzione. E non dimentichiamo che la crisi ha avuto spesso luogo in aree che non hanno subito cali di produzione. Benvenuto i l pacchetto di emergenza di 10 milioni di dollari stanziato per Haiti, e sui finanziamenti già annunciati per l'agricoltura africana , mi fa piacere, se ho ben capito, sentire Michel che dice che andranno ai piccoli produttori e quindi ad aiutare un'agricoltura di sussistenza che contribuisca al superamento della crisi soprattutto per i più poveri, e non alle multinazionali votate all'export, cosa che renderebbe i Paesi poveri ancora più dipendenti dalle importazioni.

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento