Cisgiordania, riprende la costruzione del muro


NEAR EAST NEWS AGENCY


Rivelati alcuni dettagli del progetto da Ofer Hindi, responsabile della barriera. Si comincerà da Gush Etzion, poi si passerà a Maale Adumim.


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Cisgiordania, riprende la costruzione del muro

Israele riprenderà tra qualche settimana la costruzione del muro di separazione in Cisgiordania e la prima porzione a essere estesa sarà quella tra l'area di Betlemme e la colonia di Gush Etzion. Ad annunciarlo è stata questa mattina la radio pubblica israeliana, citando i dettagli sul progetto rivelati dal Colonnello Ofer Hindi, responsabile della barriera, alla seduta di ieri della Corte Suprema.

La costruzione del muro, iniziata nel giugno 2002, era stata interrotta cinque anni fa per probelmi di budget e per i continui ricorsi da parte dei palestinesi. Finora sono stati costruiti 725 km di barriera, il cui tracciato è stato modificato più volte tra il 2005 e il 2006: l'85% della costruzione si trova all'interno del territorio palestinese e ingloba la quasi totalità delle colonie israeliane – annesse di fatto da Tel Aviv – e tutti i pozzi fino a penetrare nelle terre assegnate all'Autorità palestinese 28 km oltre la Linea verde stabilita nel 1967.

"Barriera di sicurezza" per Israele, ma "Muro dell'apartheid" per palestinesi e attivisti, il progetto era stato partorito dalla mente di Ariel Sharon e fortemente appoggiato dall'amministrazione Bush: ufficialmente, per porre fine agli attentati terroristici nello Stato ebraico; ufficiosamente, per inglobare gli insediamenti in Cisgiordania – illegali secondo il diritto internazionale – e annettere grandi porzioni di territorio palestinese assieme alle sue risorse idriche, agricole e storico-archeologiche. Una mossa geopolitica ben architettata per indebolire uno stato palestinese già frammentato dagli accordi di Oslo fino a separare le regioni storiche che compongono la Cisgiordania – Giudea e Samaria – e cancellare ogni accesso diretto alla città di Gerusalemme dal territorio palestinese.

Secondo i dettagli rivelati da Hindi, infatti, dopo l'area di Gush Etzion le ruspe passeranno all'azione nella zona di Maale Adumim, il più grande insediamento israeliano in terra palestinese – 40.000 abitanti – annesso unilateralmente alla municipalità di Gerusalemme. La colonia, ormai una vera e propria città, si è estesa per 12 chilometri a est fino quasi a raggiungere il bacino del mar Morto. Qui, il percorso del muro lungo i suoi confini orientali era in attesa di approvazione da oltre cinque anni e con l'annuncio di Hindi il suo destino pare ormai deciso. Da qui alle sponde del mar Morto il passo è davvero breve.

Secondo il quotidiano israeliano Yedioth Aharonot, è stata la pressione da parte palestinese e internazionale a fermare i lavori di estensione del muro. Nonostante una inascoltata "Advisory opinion" della Corte Internazionale di Giustizia del luglio 2004 – che definiva completamente illegale il progetto israeliano – infatti, i lavori erano proseguiti fino al 2007. Ma la resistenza degli abitanti dei villaggi lungo il muro, che si erano visti togliere i campi coltivati – che ora sono annessi a Israele – o separare dai loro parenti qualche chilometro più in là è stata forte e solida. Sostenuta sia legalmente – anche da avvocati israeliani – che moralmente da attivisti venuti da tutto il mondo – anche da Tel Aviv – è una battaglia destinata a continuare. Nonostante tutte le mosse geopolitiche astutamente pianificate dallo stato Ebraico.

Fonte: http://nena-news.globalist.it
5 Luglio 2012

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