Brescia, dalla gru al rimpatrio. Le espulsioni dopo la protesta


Mariagrazia Gerina - unita.it


Hanno denunciato la sanatoria-truffa, li stanno buttando fuori dall’Italia: già espulso il leader della protesta sulla gru. L’Arci: «È caccia al migrante».


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Brescia, dalla gru al rimpatrio. Le espulsioni dopo la protesta

Si era battuto contro la sanatoria-truffa. Non era salito con gli altri quattro fin sulla gru, ma dal basso era stato uno dei leader della protesta bresciana. Fu lui ad accompagnare Don Mario Toffari in un tentativo di mediazione. Invece del permesso di soggiorno il governo italiano lo ha ripagato con l’espulsione immediata. Mohammed Al-Haja, Mimmo, 28 anni, gli ultimi 7 vissuti in Italia, dove ha lavorato prima come operaio saldatore poi come informatico, è stato rispedito in Egitto. Neppure il tempo di presentare il ricorso. Epulso.

Insieme a Mohammed Shaban, 20 anni, anche lui egiziano. E come gli altri nove manifestanti, per cui Mohamed Mimmo era corso a Milano, lunedì. Nel tentativo di fermare la loro espulsione era andato a protestare insieme ad alcuni parlamentari, prima davanti al consolato egiziano, poi davanti alla prefettura. Ma quel gesto è costato l’espulsione anche a lui. Era a pochi metri dalla prefettura, quando lo hanno fermato.

Dal presidio anti-epulsione al centro di identificazione di via Corelli. In isolamento, senza possibilità di comunicare con l’esterno. Solo grazie agli operatori della Croce Rossa ha potuto parlare con il suo avvocato, Sergio Pezzucchi. E solo durante l’udienza di convalida, Mohammed ha saputo che fine aveva fatto la sua domanda per accedere alla sanatoria, presentata nel settembre del 2009. Rigettata. «Il provvedimento di rigetto non aveva una data, lo abbiamo fatto presente e ci hanno portato un foglio dattiloscritto in cui si diceva che la data era il 19 agosto 2010, ma ora sembra che quel documento non sia nemmeno più presente nel fascicolo», spiega l’avvocato. Non solo: «Il rigetto non è stato notificato, come richiesto, al datore di lavoro», aggiunge, preparandosi al ricorso. Non gli hanno nemmeno dato il tempo di presentarlo che Mohammed era già in viaggio verso l’aeroporto di Malpensa.

«Subito al Terminal 1», parte il tam tam per tentare di bloccare l’espulsione. I centri sociali occupano l’Egyptair. Ma Mohammed Mimmo viene messo lo stesso sull’areo che lo riporterà in Egitto.

«Il ricatto non paga» rivendica il vicesindaco di Milano, De Corato, chiedendo lo stesso trattamento anche per gli immgirati della sua città. A Brescia la caccia all’immigrato è già partita. Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, denuncia una vera e propria retata casa per casa. È il «conto» presentato agli immigrati per la loro protesta, denuncia. «La ritorsione è evidente», osserva un altro degli avvocati che stanno seguendo la vicenda bresciana, Manlio Vicini. Che nota un’altra stranezza nel caso Mohamed. «La notizia che sarebbe stato espulso tutti noi, compreso il suo avvocato, l’abbiamo appresa dal viceministro degli Esteri egiziano attraverso la stampa egiziana. E questo fa pensare che ci sia stato una collaborazione tra i due governi. Non è un bel segnale. In Egitto, il blogger che contesta Mubarak è stato liberato dopo quattro anni». I 9 rimpatriati sembra siano stati rilasciati. Ma si hanno solo poche parziali notizie.

Fonte: Unita.it

19 novembre 2010

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