Cercare un’altra strada
Occorrerebbe una politica attenta di cui si vedono deboli tracce. Perché c‘è sempre dell’altro cui riservare le priorità.
Occorrerebbe una politica attenta di cui si vedono deboli tracce. Perché c‘è sempre dell’altro cui riservare le priorità.
Si dice che chi più sa più soffre. E come si fa a non soffrire quando migliaia di bambini continuano a essere reclutati da bambini e forze armate?
Dalla città di Cuzco, dove la cultura Inca venne soggiogata dagli Spagnoli, vedere il mondo porta inesorabilmente ad una diversa misura della storia. E, nella impossibilità di scrivere un commento organico, vorrei fare alcune osservazioni sparse.
Non è la prima volta che Adriano Sofri invoca l’attacco di terra, se le bombe si mostrano inefficaci. Lo fece ai tempi dell’ex Jugoslavia e lo fa adesso parlando di Mosul.
Chissà se quell’augurio del Papa, vivere il Natale come fu il primo, ci porterà qualcosa di nuovo.
Ogni giorno quarantaduemila persone si mettono in cammino nel mondo per fuggire dalla morte e dalla disperazione. Oggi, in tanti e diversi, ci aggiungeremo a loro, camminando da Perugia ad Assisi.
Le incoerenze tra popolo e istituzioni, diplomazia e sentire comune sul tema della pace.
C’è un anello stradale a Torino che ricorda moltissimo il sacro Gra di Gianfranco Rosi. È un luogo di pellegrinaggi, due file ininterrotte di persone che si sfiorano quotidianamente senza incontrarsi.
E’ trascorso poco meno di mezzo secolo da quando ho incontrato per la prima volta Dario Fo. In una delle tante case del popolo che, allora, facevano la cultura di un paese.
Come sosteneva Norberto Bobbio: “ se serve acqua e tutti i contadini del mondo fanno una danza della pioggia, non è detto che piova davvero, ma se tutti i cittadini del mondo partecipano a una marcia per la pace, allora è certo: le guerre finiranno”.
Non so il perché di questa guerra, non so in nome di chi, di cosa, ma ditemi in nome di chi o cosa siete disposti a fermarvi e io lo farò.
In queste ore in molte parti d’Italia sono esauriti i pullman per recarsi il 9 ottobre alla PerugiAssisi, alla 21° edizione della Marcia della Pace, tacita risposta alle parole accorate di Aldo Capitini che 55 anni fa chiedeva “a ognuno di fare qualcosa”.