Ban ki-moon: “Fatti passi in avanti, ma l’emergenza cibo è legata al clima”


Vincenzo Nigro


Il segretario dell’ONU promuove il risultato del vertice di Roma. E avverte: la vera sfida è il riscaldamento globale.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Ban ki-moon: “Fatti passi in avanti, ma l’emergenza cibo è legata al clima”

Roma: “Io saluto la Dichiarazione di Roma del summit Fao, che accoglie i principi fissati all’Aquila dal G8: ci sono varie interpretazioni su questa intesa, ma vorrei dire che passi in avanti ci sono. I leader del mondo hanno dimostrato di avere volontà politica per andare avanti sulla strada di un approccio comune ala sicurezza alimentare. Ma soprattutto è chiara una cosa: quest’ultima non può essere costruita senza sicurezza climatica. Ecco perché il prossimo vertice di Copenaghen sul riscaldamento globale sarà cruciale: c’è bisogno di un approccio omnicomprensivo, tutti i leader mondiali riconoscono questo come il tema decisivo nell’agenda del mondo".
Ban Ki moon, il segretario generale dell’ONU, è ripartito ieri da Roma: il “danno” di un vertice Fao nel quale nuovi impegni finanziari dei paesi industrializzati non si sono materializzati potrebbe essere un fatto minore rispetto al possibile fallimento di Copenaghen. Prima di lasciare l’Italia l’ex ministro degli esteri sud-coreano ha incontrato un gruppo di giornalisti.

Segretario generale, il rifiuto di USA e Cina di impegnarsi per nuovi limiti alle emissioni di fatto prepara il fallimento di Copenaghen?
“Non ci aspettiamo che a Copenaghen ci sia un accordo su tutto, ma in quel vertice nonostante le notizie che arrivano da USA e Cina, si faranno dei passi in avanti. A Copenaghen cercheremo un accordo che impegni legalmente gli stati. USA e Cina sono importanti, ma non sono tutto. Io vorrei rendere legalmente vincolanti le proposte della presidenza danese: 1) impegno dei paesi sviluppati a raggiungere degli obiettivi di “midterm” 2) i paesi in via di sviluppo dovrebbero impegnarsi ad azioni nazionali di mitigazione delle emissioni, in sintonia col piano di Bali 3) l’impegno dei paesi sviluppati a garantire supporto finanziario ai paesi in via di sviluppo, almeno 10 miliardi di dollari all’anno nei successi 3 anni (su questo la UE si è già impegnata, gli USA potrebbero seguire, ndr)".

Come giudica o stato del negoziato sul nucleare iraniano?

“Sono molto deluso e preoccupato dalla posizione iraniana, le autorità iraniane hanno perso opportunità importanti quest’anno, soluzioni proposte dal direttore generale dell’Aiea e, ancora più importante, dai paesi del gruppo del 5+1 (USA, Russia, Francia, Gran Bretagna, Cina e Germania, ndr). Hanno ancora la possibilità di dimostrare che il loro programma nucleare ha scopi genuinamente pacifici. L’onere è per l’Iran, la questione è nelle loro mani: le autorità iraniane hanno la responsabilità di rispettare pienamente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Ci sono state 5 risoluzioni sull’Iran, e con ‘ di queste risoluzioni sono state imposte delle sanzioni".

Crede che siano necessarie nuove sanzioni?

“Le sanzioni le decide il Consiglio di Sicurezza, io credo che la via diplomatica sia preferibile, che negoziare sia sempre meglio, ma prima che sia troppo tardi l’Iran dovrebbe rispondere alla comunità internazionale, dovrebbe utilizzare l’opportunità offerta dal negoziato".

In Afghanistan la situazione è sempre più delicata.

“Ieri sera a Roma ho partecipato alla cerimonia per i 5 funzionari del World food Program uccisi in Pakistan, dopo i colpi che l’ONU ha subito con l’attacco a Kabul: vorrei insistere sul fatto che l’ONU non abbandona l’Afghanistan. Abbiamo solo spostato temporaneamente da Kabul alcuni nostri funzionari perché la situazione logistica in cui erano va riorganizzata (vivevano in 93 luoghi differenti di Kabul). L’ONU viene attaccata per quello che fa, per l’aiuto che diamo ai popoli che ne hanno bisogno: questo è inaccettabile, e dobbiamo garantire al massimo livello la sicurezza del personale ONU; Ma non abbandoniamo l’Afghanistan".

Fonte: la Repubblica

18 novembre 2009

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento