INTERNAZIONALE


Il Mondo dopo il virus

In questo momento di crisi, dobbiamo fare due scelte particolarmente importanti. La prima è tra la sorveglianza totalitaria e la responsabilizzazione dei cittadini. La seconda è tra l’isolamento nazionalista e la solidarietà globale.

Smettiamo di dire che è una guerra!

Non è una guerra ed è pericoloso pensare che lo sia perché in questa cornice risultano legittimate derive autoritarie.

La pandemia non ferma le guerre!

Sono i dannati del coronavirus: gli sfollati del nord della Siria, i rifugiati ammassati nella terra di nessuno tra la Turchia e la Grecia, gli abitanti intrappolati della Striscia di Gaza, i profughi delle guerre in Afghanistan, Sud Sudan e Yemen, i rohingya perseguitati in quella che fu la Birmania…

Siamo in guerra? Il coronavirus e le sue metafore

Parlare di guerra, d’invasione e di eroismo, con un lessico bellico ancora ottocentesco, ci allontana dall’idea di unità e condivisione di obiettivi che ci permetterà di uscirne.

La solitudine dei senzatetto nei giorni del coronavirus

Per stare a casa, bisogna averne una. Circa 50mila persone in Italia vivono per strada e non possono avere un medico. È un pezzo della solitudine generale che vive il paese, ma a differenza di altri, questo pezzo è quasi completamente tagliato fuori dal racconto collettivo.

La tragedia del secolo!

Non esistono parole abbastanza forti per descrivere la tragedia in atto nella provincia siriana di Idlib. E soprattutto, purtroppo, non c’è nessuno che voglia ascoltare, reagire o semplicemente agire.

Libia, a Tripoli si rischia la guerra civile!

Il generale libico Khalifa Haftar ha annunciato “l’ora zero, quella dell’attacco finale a Tripoli per liberarla dai terroristi e dai traditori”. Haftar aveva lanciato la sua offensiva contro Tripoli il 4 aprile scorso, e da allora è riuscito a tenere in scacco il governo del presidente Fayez Serraj. Altri annunci di vittoria o di “offensiva finale” si sono sempre rivelati delle sparate propagandistiche, ma il generale è arrivato a quest’ultimo proclama in una condizione militare apparentemente più favorevole.

Incertezza, il nostro stato d’animo!

Rapporto Censis. Lo stato d’animo prevalente è l’incertezza (69 per cento), per mancanza di lavoro, l’immigrazione, criminalità.

Gas serra, impegni insufficienti a rispettare accordi di Parigi

È la conclusione dell’ultimo rapporto del Programma delle Nazioni Unite sull’ambiente (Unep) sull’emission gap, la distanza tra le emissioni attuali e i livelli necessari per rispettare gli obiettivi stabiliti alla conferenza di Parigi nel 2015.
Dal 2 al 13 dicembre, a Madrid, conferenza per valutare i progressi fatti finora e rinnovare gli obiettivi in materia di riduzione delle emissioni.

Cosa cambia sull’immigrazione?

L’idea è quella di “raffreddare” la discussione sull’immigrazione e portarla sul piano dell’amministrazione ordinaria, ma intanto la nave umanitaria Ocean Viking di Sos Méditerranée e di Medici senza frontiere ha soccorso 84 persone al largo delle coste libiche e finora non ha ricevuto nessun divieto di sbarco da parte del governo italiano.