Assisi, 67° Corso di studi cristiani “ se alzi la lanterna sul mistero della fine. . .


La redazione


 67° Corso di studi cristiani “ se alzi la lanterna sul mistero della fine. . . le nuove frontiere della vita e della morte” La seconda serata del 67° Corso di Studi Cristiani alla Cittadella di Assisi è stata dedicata al cinema, con la proiezione di: “Il Tempo Interrotto (Frammenti dell’evento ultimo) della proiezione: oltre […]


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

 67° Corso di studi cristiani “ se alzi la lanterna sul mistero della fine. . . le nuove frontiere della vita e della morte”

La seconda serata del 67° Corso di Studi Cristiani alla Cittadella di Assisi è stata dedicata al cinema, con la proiezione di: “Il Tempo Interrotto (Frammenti dell’evento ultimo)”, un collage commentato di sequenze costituenti una vera e propria lettura intorno al tema della morte nella storia del cinema, a cura di Emanuele Filograna.

La domanda era: si può portare la morte sullo schermo, e in che modo ? La risposta positiva ha costituito il file rouge della proiezione: oltre due ore, con frammenti tratti da ben 19 diverse pellicole, fra le quali, solo per fare alcuni esempi: Orfeo (Cocteau), Ordet (Dreyer), Il Settimo Sigillo (Bergman), Accattone (Pasolini), La grande guerra (Monicelli), La Stanza del Figlio (Moretti), I Pugni in Tasca (Bellocchio), 21 Grammi (Inarritu), Volver (Almodovar), Saturno Contro (Ozpetek), 8 e ½ (Fellini).

Alcuni film hanno dato espressione all’ansia di anticipare un aldilà, di portarlo letteralmente da questa parte, sollecitandolo con questioni profonde o addirittura con atti eroici. Altri, quasi seguendo il motto dei costruttori delle grandi cattedrali del medioevo (“Lavora come se la tua opera dovesse restare per sempre e la tua vita dovesse finire domani”), manifestano l’irresistibile aspirazione dell’uomo a realizzare una sorta di eternizzazione dell’al di qua.

Alcuni film prendono la questione estremamente sul serio, altri conferiscono all’idea della morte una leggerezza impalpabile (Fellini disse una volta, rispondendo ad una domanda di Enzo Biagi: “Ho vissuto come a una prova generale in attesa del debutto…”). Altri ancora la buttano sul ridere (ma è un riso tutto particolare: istruttivo, come nella satira, e diversivo, come quando si raccontano barzellette a sé stesso nel buoi per non avere paura).

La conclusione è stata che il cinema può riuscire a fornire una prospettiva sulla morte quando la sua estetica rinuncia all’evidenza realistica (di solito – invece – esaltata nel cinema di genere) e utilizza le forme complesse della sintesi, dell’ellissi, dell’astrazione.

Per informazioni: Segreteria Corso di Studi Cittadella Cristiana    06081 – Assisi

Ufficio Stampa ( Carracchia – Cicoria – Morsolin – Portoghese)

tel. 075/813231; fax 075/812445;

www.cittadella.org 

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento