“Aggredito senza motivo dai soldati israeliani”


La Stampa


La denuncia del videofotografo italiano Andrea Bernardi, si trova in Cisgiordania per l’Afp: «Hanno distrutta la telecamera».


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bernardi
Un videofotografo italiano dell’agenzia Afp, Andrea Berardi, ha denunciato di aver subito una «aggressione senza motivo» da parte di militari israeliani ieri pomeriggio a Beit Furik nei pressi di Nablus, in Cisgiordania. L’esercito israeliano ha annunciato prontamente che prenderà «misure disciplinari» nei confronti dei soldati per i fatti denunciati da Bernardi e dal suo collega Abbas Momani, entrambi dell’agenzia Afp, la quale ha protestato con i militari e ha annunciato che denuncerà il fatto.La conferma è arrivata oggi dal portavoce militare Peter Lerner, citato dai media. I fatti denunciati dai due giornalisti sono stati documentati anche da un video, postato in rete da Palmedia fin da ieri sera. Oggi l’Associazione della stampa estera (Fpa) in Israele ha attaccato «nei termini più forti il deplorevole comportamento dei soldati israeliani…che hanno aggredito e colpito» i due giornalisti, chiaramente identificabili tramite la pettorina con la scritta `stampa´, «rompendo i loro macchinari», in quello che ha definito un «attacco non provocato». La Fpa ha anche denunciato il fatto che i soldati «abbiano puntato le armi» contro i giornalisti.

Bernardi – che da pochi mesi fa parte stabilmente della Afp – ha raccontato all’Ansa i fatti in linea con quanto mostrano le immagini del video postato da Palmedia. «Appena arrivati sul posto – ha raccontato Bernardi che oggi è stato contattato dal Console generale italiano a Gerusalemme, Davide La Cecilia, che si è assicurato delle sue condizioni dopo essere stato costretto ieri a farsi medicare in ospedale – non abbiamo avuto problemi. Gli uomini della Guardia di frontiera israeliana ci hanno fatto passare tranquillamente dopo che abbiamo mostrato i documenti da giornalisti. Distanti da noi in fondo ad una strada ci saranno stati 50 ragazzini palestinesi che avevano alzato una barricata per impedire il transito e lanciavano sassi. Tra noi e loro, un gruppo di soldati stava lanciando lacrimogeni».

«Non appena ho alzato la telecamera che aveva avuto un problema, un soldato si è scagliato su di noi, ha dato un cazzotto alla telecamera buttandola per terra. Poi, non appena noi ce ne siamo andati, l’ha presa e l’ha scaraventata di nuovo al suolo». A quel punto, ha aggiunto Bernardi, i due si incamminano per tornare indietro. Fatti pochi passi, anche la jeep torna indietro, li sorpassa e si ferma. «Un soldato – ha spiegato – appena arrivato a piedi comincia a prendere la memoria da dentro la macchina fotografica del mio collega. Un altro, lo stesso che aveva già rotto la videocamera, scende dalla jeep prende la macchina fotografica del fotografo e la spacca per terra». Sempre sulla stessa strada, mentre Bernardi tenta di recuperare la telecamera rotta, «un’altra macchina di soldati arriva, uno di questi scende di corsa e mi punta la pistola al viso e mi buttano per terra e mi immobilizzano». «Solo quando ho gridato che ero un giornalista – ha spiegato – il soldato ha tolto la pistola e mi ha lasciato andare insieme al mio collega, non prima di aver sequestrato tutto, compreso il cellulare di servizio».

Fonte: www.lastampa.it

26 settembre 2015

 

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