Afghanistan: resteremo in ventimila


Lettera22


Per il generale James Mattis, capo del Centcom, nel Paese resteranno 13mila soldati Usa e 7mila della Nato.


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Quanti soldati resteranno in Afghanistan dopo il 2014? Almeno ventimila, di cui 13,600 americani e il resto in forza alla Nato.
Lo ha sostenuto davanti al Senato del suo Paese il generale James Mattis, capo del Centcom (o United States Central Command-UsCentcom), il comando unificato che controlla i teatri di combattimento in Medio oriente, Asia centrale e Nord Africa e dunque anche la guerra in Afghanistan. La sua è una “raccomandazione”, una previsione che fa per la prima volta una cifra abbastanza chiara e che supera le previsioni degli ultimi mesi. Affiancheranno i circa 352mila soldati e poliziotti afgani e saranno quindi circa il 25% delle truppe al momento impiegate sul terreno (circa 90mila).

Se le cifre verranno confermate lo vedremo ma ci sono un paio di domande da farsi. A cosa serviranno tanti sodlati? Per il training dell’esercito afgano son fin troppi. Per far la guardia alle basi che gli americani (e dunque forse la Nato) vogliono conservare invece andrebbero bene. Ma la seconda domanda è se si tratta di una buona scelta. Io la considero pessima. La cifra è comunque così alta da irrigidire i talebani. E soprattutto non supera il grande ostacolo, peccato originale – a mio avviso – del confitto. Il fatto cioè che l’occupazione rimane. E si tratta di un’occupazione univoca, targata Stati uniti e Alleanza atlantica.

Gli afgani hanno a mio giudizio bisogno di truppe di interposizione con mandato di intervento che svolgano un lavoro di polizia internazionale come forza terza di interposizione e peacekeeping. Ciò rassicurerebbe chi teme l’uscita di scena della Nato ma potrebbe anche esser accettata dalla guerriglia. A un patto però: che questa forza sia terza davvero. E le Nazioni unite da sole, per intenderci, non basterebbero. Ci vorrebbe la Lega araba, la Conferenza islamica, la Sco e insomma tutta una serie di camere di compensazione che diano a questa forza un mandato politico chiaro ma davvero autonomo da una sola superpotenza e dai suoi alleati. Impossibile? Forse, chissà. Ma nessuno ci ha mai davvero provato. Anzi, nessuno si vuole sforzare per andare in questa direzione. Mentre la guerra – 90mila o 20mila – continua e a pagare restano gli afgani.
Fonte: www.lettera22.it
6 marzo 2013

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