A Gaza sotto assedio, una conferenza per non impazzire!


Luisa Morgantini


Oggi 27 ottobre la conferenza si terrà a Gaza. Israele chiude il valico ai partecipanti internazionali, che saranno in collegamento video da Ramallah. In diverse parti del mondo, compresa l’Italia si terranno iniziative di sostegno per la fine dell’assedio.


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A Gaza sotto assedio, una conferenza per non impazzire!

Hani Al-Hasayneh aveva tre anni, è morta lo scorso 14 ottobre perché le autorità israeliane le hanno negato il permesso  di uscire dalla Striscia per farsi curare: la proteina necessaria per il nutrimento del suo cervello di cui era carente a Gaza non si trovava. Come la piccola Hani, altri 252 palestinesi di Gaza sono morti dal giugno del 2007  perché impossibilitati a lasciare la Striscia per la chiusura e i divieti israeliani: l'ultimo lo scorso 21 ottobre, Ahmad Al-Lahham, un malato di cancro che aveva bisogno di cure urgenti dall'estero, bloccato nella Striscia e morto poco dopo. Di tutte queste morti il 35% erano bambini.
La devastazione non riguarda però solo i corpi, ma anche le menti e a Gaza sono diffusissimi i disturbi psicologici, i traumi, le ansie e le depressioni, molti riscontrati su bambini: il 92.23% dei Palestinesi si sente chiuso come in una prigione, con l'ansia, la disperazione, la frustrazione che cresce giorno dopo giorno per la paura di non poter ricevere cure mediche appropriate, di non poter trovare medicine per i propri figli e non ottenere il permesso di farli curare all'estero, a rischio della loro stessa vita. Le donne comportano maggiore somatizzazione, disordini ossessivi, compulsivi e un'ansia fobica. Dal 2000 il numero di pazienti che hanno ricevuto cure dai centri per la salute mentale è aumentato del 38%, molti di questi minori ( dati OMS).
Per questo  il 27 e il 28 ottobre l'Ong Gaza Community Mental Health Program (GCMHP) in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità  organizzano una Conferenza Internazionale sull'impatto dell'assedio sulla salute mentale. Ma i 120 internazionali, medici, ricercatori, accademici, che volevano partecipare,  non hanno avuto il permesso dalle Autorità israeliane di entrare a Gaza e come scrive il GCMHP "la conferenza sugli effetti dell'assedio avviene essa stessa sotto assedio". Eppure non sarà cancellata: oggi dopo una conferenza stampa a Gerusalemme una manifestazione  al valico di Erez  denuncerà il comportamento israeliano, con la partecipazione di molti accademici statunitensi ed ebrei per la pace. Il 27 la conferenza si terrà a Gaza mentre da Ramallah saranno in collegamento video tutti gli internazionali che non hanno potuto recarsi a Gaza, e in diverse parti del mondo, compresa l' Italia si terranno iniziative di sostegno per la fine dell'assedio.
Durante gli ultimi 7 anni e sopratutto dal Giugno 2007, dopo la presa del potere delle forze di Hamas i Palestinesi nella Striscia  hanno vissuto traumi  drammatici, a causa del blocco israeliano, della violenza delle incursioni, dei bombardamenti, dei raid, della chiusura dei confini che hanno colpito i civili con una crisi umanitaria  e una situazione di povertà senza precedenti: per John Ging, Direttore dell'Unrwa a Gaza, dove il tasso di disoccupazione è al 45% e il 55% delle famiglie vive al di sotto della soglia della povertà, non si tratta solo di un "collasso politico" ma anche di "un'assenza di umanità" che è stata creata da esseri umani e che deve urgentemente terminare ponendo fine all'assedio "perché –dice Ging e io non posso che sottoscrivere con forza le sue parole- è tempo di vedere un cambiamento delle politiche in tutti coloro che hanno creato una simile povertà e questa vergogna". Ma le responsabilità non sono solo dell'occupazione militare israeliana e della Comunità internazionale anche se ne sono i primi responsabili, la divisione territoriale e tra la leadership palestinese, la crescita dell'intolleranza e le uccisioni tra palestinesi e palestinesi devono e possono finire con una diversa politica della leadership palestinese. La guerra, la violenza, la sofferenza, l'ingiustizia, la mancanza di libertà comportano conseguenze indelebili e disastrose sulla popolazione:  l'assedio alla Striscia di Gaza deve cessare.

Fonte: il Manifesto

26 ottobre 2008

Articolo: Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo

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