Trump-Kim, stretta di mano storica


Il Sole 24 Ore


Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong Un hanno firmato dopo il summit di Singapore un documento sui negoziati per la denuclearizzazione della Corea del Nord.


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Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong Un hanno firmato dopo il summit di Singapore un documento sui negoziati per la denuclearizzazione che il presidente Usa ha definito «alquanto completo».

In ogni caso, il processo di denuclearizzazione della Corea del Nord inizierà «molto velocemente», secondo quanto riferito dal presidente Americano che, a proposito del suo omologo della Corea del Nord, ha detto: «Lo inviterò assolutamente alla Casa Bianca». Kim è un negoziatore «sveglio e abile».

Dodici lunghi secondi di stretta di mano sullo sfondo di una selva di bandiere a stelle e strisce e nordcoreane che sembravano unite e 38 minuti di colloqui faccia a faccia alla sola presenza degli interpreti, prima di far entrare i collaboratori per i negoziati formali: Donald Trump e Kim Jong-un a Singapore hanno fatto la storia mettendo in scena per il mondo intero una distensione che promette di portare a un trattato di pace che ponga fine al regime di armistizio che dal 1953 è in vigore nella penisola coreana.

Trump-Kim e il dubbio: chi è il vero vincitore?
Duro con amici e alleati, sorridente e disponibile con colui che Obama, nel passargli le consegne, gli aveva indicato come nemico numero Uno dell’America, Donald Trump e’ stato il primo presidente Usa in carica a incontrare un leader nordcoreano e a porre le premesse per un trattato di pace atteso dal 1953. In guerra verbale e tariffaria con gli alleati europei, giapponesi e canadesi, il presidente ha teso un ramoscello d’ulivo a chi nove mesi fa ha effettuato il suo sesto e piu’ potente test nucleare, dopo una ampia serie di test missilistici sempre piu’ avanzati.

Chi e’ dunque il vero vincitore dello storico summit di Singapore?
Secondo Trump, e’ ovviamente Trump: nella sua “narrativa”, e’ stata la sua durezza negoziale da businessman acuto – con un misto del bastone di gravi minacce e la carota di una normalizzazione diplomatica foriera di miglioramenti economici – a indurre Kim a incontrarlo per trattare. Nell’ultimo tweet, Trump se la prende con gli “odiatori e perdenti” che consideravano il summit come una grande perdita per gli States.e che invece e’ andato “meglio di ogni aspettativa” Ma per molti osservatori e’ il leader nordcoreano a uscire vincente da un vertice che sancisce una sua piu’ alta statura internazionale, senza che finora abbia concesso nulla di sostanziale. Dimenticata ogni questione di diritti umani nel suo Paese, messa la sordina al fatto che la Corea del Nord e’ diventata una Potenza nucleare in violazione di precedenti accordi. Kim potra’ entrare nei prossimi negoziati che cercheranno di dare corpo alla distensione tra i due Paesi da una posizione di forza. Il mondo, comunque, tira un sospiro di sollievo, visto che fino a gennaio era diffuso il timore di una guerra dalle potenziali conseguenze catastrofiche ben al di la’ della stessa penisola coreana.

Nord Corea, cosa aspettarsi dallo storico vertice tra Kim e Trump
Non solo: lo stesso Kim, dopo la stretta di mano e mentre si avviava con Trump nella stanza del Capella Hotel di Singapore dove erano previsti i colloqui, ha detto al presidente americano: «Molte persone nel mondo penseranno a questo come una forma di fantasia da un film di fantascienza». Deve aver pensato a un film nordcoreano di fiction rilasciato nel 2012 (“The Country I saw”) in cui il presidente americano Bill Clintonviene costretto ad andare a Pyongyang dal padre di Kim, Kim jong Il, per trattative, dopo il successo del programma nucleare nordcoreano.

Altre scene riportate dalle tv hanno colto l’emozione del momento: dalle lacrime copiose dell’ex campione della Nba Dennis Rodman, amico da lungo tempo di Kim e più volte visitatore della Corea del Nord, ai sussulti del presidente sudcoreano Moon jae-in, inquadrato in diretta tv con alcuni suoi collaboratori mentre guardava sullo schermo lo storico primo incontro di un presidente americano in carica con un leader nordcoreano.

Stati Uniti e Corea del Nord vanno dunque verso una normalizzazione delle relazioni diplomatiche e si apre la prospettiva di una “denuclearizzazione” della penisola coreana, il cui contenuto concreto dovrà però essere delineato in successive fasi negoziali. Il difficile viene ora, ma le premesse sembrano poste per una svolta in una situazione apparsa intrattabile per decenni.

Il Sole 24 ore

12 giugno 2018

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