Siria: Onu; appello Brahimi, serve risoluzione su piano pace


ANSAmed


“E’ necessario convincere le parti in Siria a lavorare per una soluzione politica”: è l’appello che il rappresentante speciale di Onu e Lega araba, Lakhdar Brahimi, ha lanciato al Consiglio di Sicurezza delle’Onu perché approvi una risoluzione su un piano di pace.


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"E' necessario convincere le parti in Siria a lavorare per una soluzione politica": è l'appello che il rappresentante speciale di Onu e Lega araba, Lakhdar Brahimi, ha lanciato al Consiglio di Sicurezza delle'Onu perché approvi una risoluzione su un piano di pace.

Per il rappresentante di Onu e Lega Araba, è il momento di un cambiamento storico in Medio Oriente, e le alternative sono due: "Un processo politico che crei una nuova Siria e realizzi le legittime aspirazioni del suo popolo ad una Nazione giusta, equa, pacifica e democratica, oppure uno Stato che ha fallito, con prevedibili conseguenze per la sua gente, ma anche per la regione e per la pace e sicurezza internazionale". Durante il suo intervento, Brahimi ha sottolineato che "il confronto militare in Siria continua, e si è diffuso in tutte le parti del Paese". "Il governo non ha vinto il conflitto, e l'opposizione non lo ha perso", ha detto ancora, spiegando che "non c'é fiducia tra le parti".

"La minaccia alla pace e sicurezza della regione non è astratta né lontana", ha sottolineato ancora Brahimi, aggingendo che ''La situazione in Siria è drammatica".

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon ha da parte sua sottolineato come siano ormai circa 40 mila i morti in Siria dall'inizio della crisi, e come decine di migliaia di persone siano detenute arbitrariamente. "Potenzialmente 4 milioni di civili in Siria si troveranno in una situazione di emergenza prima della fine dell'anno – ha proseguito – e si stima che i rifugiati raggiungeranno quota 700.000".

Anche oggi, per il secondo giorno consecutivo in molte regioni Siria rimangono fuori uso le linee telefoniche cellulari e terrestri e la rete Internet. Sono inoltre inaccessibili la maggior parte dei siti Internet governativi. I media ufficiali siriani non danno notizia di questa circostanza, mentre ieri il ministro dell'informazione, citato dalla TV di Stato, aveva attribuito l'interruzione all'azione di non meglio precisati terroristi. Le uniche informazioni stamani disponibili sulle violenze in corso provengono dalle regioni frontaliere di Dayr az Zor, Homs e Daraa, dove i residenti usano reti telefoniche irachene, libanesi e giordane.

I comitati locali di coordinamento parlano di manifestazioni anti-regime in corso in numerose località siriane solidali con la rivolta nel tradizionale venerdì di protesta e preghiera islamica. A causa dell'oscuramento delle linee telefoniche e di Internet. gli attivisti affermano di poter caricare sul Web i filmati e le foto (Facebook/lccsy) grazie a modem satellitari.

Le immagini di alcun manifestazioni sono trasmesse in diretta dal sito Bambuser, che raccoglie i segnali dei cyber-attivisti siriani sul terreno. Lo slogan scelto per questo venerdì di protesta : "Le dita della vittoria sono sopra il palazzo", in riferimento all'avanzata dei ribelli attorno a Damasco e all'obiettivo di conquistare il palazzo presidenziale, situato in cima al monte Mezze che sovrasta la capitale. L'Unhcr denuncia infine da Ginevra che anche i civili in fuga sono presi di mira mentre cercano di raggiungere la Giordania, e lancia un appello a "tutte le parti a garantire un passaggio sicuro per i civili".

Fonte: http://www.ansamed.info
30 novembre 2012

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