Multe e carcere per clienti e prostitute. Che senso ha?


Gruppo Abele


Il Gruppo Abele dice no al disegno di legge Maroni-Carfagna: "E’ assolutamente controproducente. La strada è pericolosa, è vero; ma non serve a niente punire le prostitute".


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Multe e carcere per clienti e prostitute. Che senso ha?

Non risponde alle evidenze scientifiche e ai dati fino ad oggi raccolti affermare che “è soprattutto in luogo pubblico che si perpetrano le più gravi fattispecie criminose finalizzate allo sfruttamento sessuale”. È invece il luogo chiuso, l’appartamento, la casa isolata, il circolo privato dove si può violare meglio chi è fragile e sfruttato. E’ al chiuso che ci sono più minorenni e dove le donne sono di fatto più indifese per l’impossibilità di ricorrere a qualsiasi aiuto.
La strada è pericolosa, è vero. In particolare in quei luoghi isolati (boschi e periferie) dove spesso vengono spostate le donne. Ma è raggiungibile dalle forze dell’ordine e soprattutto da chi può dare aiuto, fare prevenzione sanitaria, informare che uscire dalla prostituzione forzata si può.
Rendere punibile la prostituzione in strada per le prostitute e per i clienti è assolutamente controproducente.
Chi vuol fare questo si deve prendere la responsabilità di:
– mandare nel sommerso le donne più deboli, di cui anche minorenni;
– favorire la diffusione delle infezioni sessualmente trasmissibili (sifilide, gonorrea, hiv), perché di fatto si impediscono gli interventi di conoscenza e prevenzione che sono possibili solo attraverso i contatti di strada;
– togliere alle forze dell’ordine e alla magistratura uno dei principali strumenti per contrastare le organizzazioni criminali, così come ha favorito fino ad oggi l’articolo 18 del TU sull’immigrazione;
– generare pesanti ricadute anche per ciò che concerne i clienti, sui quali va comunque fatta una seria riflessione ampia ed approfondita in termini di educazione al rapporto tra i generi. Non vanno dimenticati i suicidi conseguenti ad alcuni interventi repressivi verificatisi nel recente passato.
È evidente che il disagio che la prostituzione e la tratta creano in alcune zone della città debba essere affrontato e gestito, ma senza scorciatoie illusorie o semplicemente spostando il problema da un luogo all’altro.
In questo senso il Gruppo Abele, in collaborazione con molte altre realtà del pubblico e del privato, ha attivato un progetto rivolto alle amministrazioni di tutta la Regione Piemonte con l’obiettivo di aiutare a meglio gestire i fenomeni sul loro territorio e a contrastare efficacemente il fenomeno della tratta.

Associazione Gruppo Abele

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