L’Africa e la stampa italiana


Irene Panozzo - irenepanozzo.blogspot.it


I titoli dei principali quotidiani sugli attentati di Nairobi e Kano di oggi. Siamo alle solite. “Africa, attacchi contro i cristiani”, “Africa, nuova offensiva contro i cristiani” e “Africa, bombe contro i cristiani” sono gli attuali titoli di apertura dei principali quotidiani italiani, come si vede dalle immagini.


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L'Africa e la stampa italiana

Onestamente mi sembrano vergognosi. A leggerli, di primo acchito vien da pensare che le comunità cristiane di ogni denominazione, ordine e grado siano sotto attacco in tutto il continente, quasi un'offensiva coordinata contro le Chiese dal Mediterraneo al Capo di Buona Speranza. Invece si tratta di attacchi diversi per modalità e ampiezza (una bomba sotto un altare, pare, in una chiesa di Nairobi, in Kenia, e spari durati a lungo durante la messa in un campus universitario a Kano, nel nord della Nigeria), accaduti a diverse migliaia di chilometri di distanza, che potrebbero avere matrici politiche – naturalmente diverse – ma potrebbero anche essere stati causati da altro (pensate alle varie carneficine nei campus universitari negli States…).

Quanto accaduto a Nairobi e a Kano è grave, ma sarebbe ugualmente grave se si fosse trattato di comunità musulmane o di qualsiasi altra religione oppure di raggruppamenti politici o della società civile. Se così fosse stato, probabilmente i nostri quotidiani non li avrebbero neanche notati. Come quasi non hanno notato la ripresa degli scontri tra Sudan e Sud Sudan, per non parlare del conflitto in corso ormai quasi da un anno all'interno dei confini sudanesi, in Kordofan meridionale e nel Nilo Azzurro. O come hanno passato quasi sotto silenzio la notizia della condanna di Charles Taylor, ex presidente della Liberia, per crimini di guerra e contro l'umanità da parte del Tribunale speciale per la Sierra Leone. Una notizia che è stata l'apertura dei siti della BBC e di Al-Jazeera English per buona parte della giornata di giovedì, ma che sui quotidiani italiani è passata quasi inosservata.

Con tutto il più che dovuto rispetto per le vittime di Nairobi e di Kano, gli attacchi di oggi potrebbero (e speriamo sia così!) essere casi isolati e fine a se stessi. Sensazionali, forse, ma senza le conseguenze di media o purtroppo lunga durata che altre crisi, situazioni e notizie africane possono avere. Certo, questi casi sono più difficili da capire e spiegare, magari sfuggono al solito semplicistico schema dei buoni-contro-cattivi, ma potrebbero avere ripercussioni che vanno ben oltre l'evento strettamente locale, ripercussioni che potrebbero addirittura riguardarci direttamente.

E non si tratta neanche di mia personale fissazione con l'Africa, che peraltro ammetto senza problemi. Lo stesso discorso può essere esteso a buona parte del resto del mondo, compresi molti paesi europei. Pare davvero che questo paese non sappia guardare oltre il proprio naso. Anzi, oltre il proprio ombelico. E che il tentativo, spesso complesso, di comprensione e di analisi non interessi a nessuno. Nemmeno, ed è forse l'aspetto più drammatico, ai cosiddetti decisori politici. Continuiamo pure ad ascoltare le voci al telefono delle varie Minetti, Ruby & co. o a guardare le foto della Rusic in bikini a Miami, che tutti i quotidiani propongono da mesi a cadenza poco più che settimanale. Quelle sì che ci riguardano da vicino!

PS: Le vicende sudanesi continuano a essere molto preoccupanti. Ci sarebbero varie riflessioni da fare. Domani, in sha'Allah.

Fonte: http://irenepanozzo.blogspot.it/
30 Aprile 2012

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