In Libia la guerra continua


lastampa.it


Ancora bombardamenti su Sirte. In azione i jet Nato. “Gheddafi potrebbe essere in Algeria” e intanto gli insorti riconquistano il confine con la Tunisia.


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In Libia la guerra continua

I ribelli hanno assunto il controllo del principale posto di frontiera con la Tunisia, un nuovo importante successo contro il regime al collasso di Muammar Gheddafi. In Libia continuano intanto a levarsi gli appelli contro azioni di vendetta, in particolare a Tripoli dove i combattimenti vanno avanti. Non si arrestano i bombardamenti su Sirte, la città natale del leader libico dove il colonnello – secondo alcune fonti di intelligence – potrebbe nascondersi. Un convoglio di sei Mercedes blindate, con a bordo probabilmente alti responsabili libici o lo stesso Gheddafi, è transitato ieri dalla Libia in Algeria: lo ha affermato l'agenzia ufficiale egiziana, citando una fonte militare libica ribelle.

Dopo oltre sei mesi di aspri combattimenti, i due campi nel conflitto libico si sono reciprocamenti accusati di estorsioni, oltre che di esecuzioni sommarie, torture o saccheggi. A coronamento politico della loro lotta, gli insorti due giorni fa hanno annunciato di aver stabilito il loro governo a Tripoli, anche se Gheddafi resta introvabile e sacche di resistenza dei suoi fedelissimi rendono la sicurezza ancora fragile nella capitale. A ovest di Tripoli, dove si combate per il controllo della strada strategica che collega Tripoli alla Tunisia, i ribelli hanno issato la loro bandiera al varco di Ras Jdir. Sul piano diplomatico, il Consiglio nazionale di transizione (CNT), l'organo politico dell'opposizione, ha ricevuto nuovi sostegni. Ma l'Unione africana si è rifiutata di riconoscere la sua legittimità, mentre la vicina Algeria ha annunciato la sua rigorosa "neutralità".

"Ci sono ancora combattimenti (…). Dunque non possiamo dire che (il Cnt) è la forza che è legittima ora", ha dichiarato il presidente sudafricano Jacob Zuma, che si è espresso a nome dell'Ua dopo un mini-vertice ad Addis Abeba. L'Ua ha chiesto un "governo di transizione che includa tutte le parti". Nella capitale nella morsa del caldo, la violenza si è attenuata, dopo i combattimenti spesso intensi che imperversavano da martedì. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati avvertiti in lontananza, ci sono state esplosioni sporadiche. Ma nulla di paragonabile ai giorni precedenti. Secondo Abdel Nagib Mlegta, responsabile delle operazioni militari dell'opposizione a Tripoli, gli insorti controllano il "95 per cento" della capitale, dove restano soltanto "alcune sacche di resistenza", intorno all'aeroporto e nei quartieri di Salaheddine e di Abu Salim.

Fonte: lastampa.it

27 agosto 2011

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