Immigrati, diritti e uguaglianza contro camorra e sfruttamento


Aldo Cimmino


Un presidio a favore della integrazione sociale e di lotta alla camorra e quindi contro lo sfruttamento del lavoro degli immigrati, uno dei fenomeni più drammatici, strettamente legati alla criminalità organizzata.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Immigrati, diritti e uguaglianza contro camorra e sfruttamento

Quando si parla di “centro sociale” viene spesso in mente quella nota canzone del gruppo “99 Posse” che recita: “centro sociale occupato”; ma quello di Caserta, che sorge nei locali di un “ex-canapificio”, è invece concesso, dalla Regione Campania, in comodato d’uso gratuito, al movimento degli emigranti e rifugiati di Caserta e ad altre associazioni del territorio.  Un presidio, quello del “csa ex canapificio”, a favore della integrazione sociale e di lotta alla camorra e quindi contro lo sfruttamento del lavoro degli immigrati, uno dei fenomeni più drammatici, strettamente legati alla criminalità organizzata. Fenomeno per il quale le persone , per la maggior parte immigrati, sono costrette a lavorare dalle 12 alle 14 ore giornaliere per una paga pari a circa 20 euro. Il movimento degli emigranti e rifugiati di Caserta nasce nel 1995 con obiettivi ben precisi: legalità, antirazzismo e quindi integrazione sociale; sono queste le parole chiavi di «un’attività, che dura da 14 anni – racconta Mimma D’Amico, referente dello sportello informativo per immigrati e rifugiati – e che in un primo momento ha visto gli immigrati come semplici destinatari dei servizi dello sportello informativo, fino a diventare punto di riferimento per centinai e centinai di persone molte delle quali sono diventate protagoniste dello sportello stesso».

Non si tratta solo di associazionismo e volontariato. Lo sportello, infatti, svolge una vera e propria funzione di assistenza “burocratica” per quanto concerne, per esempio, problematiche relative ai permessi di soggiorno ed anche da intermediario con le istituzioni mediante una stretta collaborazione con l’ufficio immigrazione della questura di Caserta. Quella del movimento è anche una realtà a livello nazionale, attraverso la partecipazione ad un “tavolo tecnico” che fino all’ultimo governo Prodi ha visto interessare realtà come “Amnesty International” e “Magistratura Democratica” ma che con l’attuale governo, sembra che questa attività si sia arrestata. Una delle iniziative più significative è quella del progetto SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di cui il centro sociale è l’ente gestore. Finanziato dal Ministero dell’Interno, di concerto con gli enti locali, ha una durata biennale e mira all’inserimento sociale degli emigranti. Nella provincia di Caserta sono accolti, ogni anno, grazie al progetto SPRAR, 15 immigrati ospitati in 3 appartamenti e sono loro garantiti vitto e alloggio per tutto il periodo dell’accoglienza.

La strage di Castel Volturno e la questione dell' "America Palace"

Sei immigrati, uccisi per mano della camorra il 18 settembre 2008 a Castel Volturno, erano utenti dello sportello informativo per immigrati e rifugiati di Caserta. Sono stati uccisi per sbaglio non avendo nulla a che fare con gli affari della camorra. Lavoratori che alle 5 del mattino erano già in pasto ai caporali. Sono stati additati come spacciatori ma «un criminale – ci dice Mamadou Sy, vice presidente della comunità senegalese in Campania – non si alza alle cinque del mattino per cercare lavoro con una paga da fame». Non vendevano droga ma, come loro la maggior parte degli immigrati, erano costretti a lavorare senza-nessuna possibilità di denunciare le condizioni disumane in cui versavano. Dopo la strage del settembre, circa due mesi dopo, il 20 novembre 2008, viene effettuata dalle forze dell’ordine una grande operazione a Castel Volturno. L’American Palace, palazzina di 26 appartamenti abitati tutti da emigranti africani, viene presa da polizia e carabinieri con lo scopo di reperire armi, esplosivi e latitanti. Nessuna traccia di ciò ma solo 39 persone sottoposte a procedimento di esplusione. In un comunicato, il centro sociale “ex-canapificio”, fa sapere che si tratta di un’operazione che ha distrutto quanto si stava tentando di fare contro la camorra.  

Dalla manifestazione dell'ottobre 2008 alla manifestazione nazionale del 18 aprile 2009

La “tre giorni” di manifestazione-evento, tenutasi a Caserta, parte dal 4 ottobre 2008 ed è stata promossa dalle comunità dei migranti della provincia di Caserta, dal centro sociale “ex-canapificio” contro razzismo e  camorra all’indomani della strage di Castel Volturno dove persero la vita, per mano della camorra, 6 immigrati. «Nella movimentazione dello scorso ottobre – dichiara Mimma D’Amico – il fatto che hanno partecipato 15.000 persone e che circa il 95 per cento di esse erano immigrati, è il frutto di un lavoro che dura da anni». Ma si protesta anche contro l’attuale legislazione che non attiva flussi di ingresso regolare nel nostro paese perché nega l’introduzione di un permesso di soggiorno per ricercare lavoro, senza dare la possibilità al datore di regolarizzare i lavoratori. «Saremo presenti anche a Castel Volturno – afferma Said Larhchaoui rappresentante della comunità magrebina in Campania presso il movimento – divenuta ormai terra di nessuno e terra di sfruttamento da parte della camorra». Cosi il centro sociale annuncia la manifestazione del prossimo 18 aprile. «Vogliamo firmare con i castellani – ci dice ancora Mamadou Sy – un patto sociale di solidarietà». Un accordo che il movimento degli emigranti e rifugiati di Caserta vuole siglare con il territorio Domizio e che dovrebbe prevedere risposte concrete ai reali bisogni dei castellani che si traducano in un territorio più vivibile. Per fare questo la politica deve interessarsi realmente della condizione degli immigrati, prima di tutto, con il rilascio di un permesso di soggiorno per tutti.

Fonte: Liberainformazione.it

14 aprile 2009

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento