Il venerdì dei Fratelli Musulmani


NEAR EAST NEWS AGENCY


Il movimento islamista terra’ oggi manifestazioni al Cairo e in tutto il Paese per protestare contro il colpo di stato compiuto dai militari e la deposizione di Morsi.


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sostenitorimorsi

L’Esercito egiziano ha lanciato, sulla sua pagina Facebook, un invito all’unità e alla riconciliazione che, allo stesso tempo, è anche un pesante avvertimento, in vista delle manifestazioni di protesta organizzate per oggi dai Fratelli Musulmani, il movimento al quale appartiene il presidente Mohammed Morsi deposto dal colpo di stato militare di mercoledì.

«L’uso eccessivo del diritto a protestare potrebbe diventare una minaccia per la pace sociale e la sicurezza», dicono le Forze Armate facendo capire che oggi sorveglieranno con ingenti forze le piazze del Paese dove si raduneranno, presumibilmente centinaia di migliaia di attivisti e simpatizzanti dal movimento dei Fratelli Musulmani che ha visto i suoi leader principali finire in detenzione in queste ultime ore.

Gli Stati Uniti hanno chiesto espressamente alle autorità egiziane di non procedere ad “arresti arbitrari” nei confronti del presidente deposto Mohammed Morsi e dei suoi collaboratori. L’amministrazione americana chiede inoltre un “ritorno rapido e responsabile” verso un governo civile democraticamente eletto. L’esercito ha sostituito Morsi con il presidente della Corte costituzionale, Adly Mansour, fino all’organizzazione di elezioni anticipate, come ha annunciato ieri il capo delle forze armate, generale Abdel Fattah al-Sissi, senza precisare la durata di questo periodo di transizione. A Morsi, che si trova agli arresti domiciliari, e ai vertici dei Fratelli Musulmani è stato vietato di lasciare l’Egitto.

Sulla scena comincia a muoversi Adly Mansour che ha giurato ieri. Il suo primo atto sarà la formazione del nuovo governo. Sembrava che l’esecutivo potesse essere presentato già oggi ma quello che appariva come il candidato naturale a fare il premier della transizione, Mohamed el Baradei, portavoce delle opposizioni, avrebbe declinato l’offerta, probabilmente per non bruciare le sue possibilita’ di candidarsi a presidente, se e quando ci saranno le elezioni. Si fa ora il nome di Faruk el Okda, ex goveratore della Banca centrale.

Intanto riesplode la tensione nel Sinai dove poche ore fa un soldato è stato ucciso in attacchi simultanei di militanti islamisti contro posti di blocco della polizia e dell’Esercito.

Fonte: http://nena-news.globalist.it
5 luglio 2013

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