Il silenzio della Lega è agghiacciante


Guglielmo Nardocci, Famiglia Cristiana


Nel cosiddetto “Affaire Ruby”, a differenza del passato il partito di Bossi non difende affatto il Premier sulla vicenda dello scandalo. Ed è questo distacco che terrorizza Berlusconi.


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Il silenzio della Lega è agghiacciante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La preoccupazione che l’Affaire Ruby porti il Paese in un vicolo cieco con riflessi imprevedibili sulla situazione generale, ha spinto il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano a manifestare pubblicamente la necessità che Silvio Berlusconi chiarisca presto, bene e nelle sedi opportune, la vicenda. La preoccupazione del Capo dello Stato, che si è detto ”ben consapevole del turbamento dell’opinione pubblica dinanzi alla contestazione da parte della Procura della Repubblica di Milano al Presidente del Consiglio di gravi ipotesi di reato”, è stata ribadita anche dall’Agenzia di stampa dei Vescovi italiani, Sir, che auspica si faccia chiarezza “in tempi stringenti così da non tenere sul filo la politica, le istituzioni, più ampiamente la governabilità”.

Stesso invito anche dal direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio. Un coro di voci dunque, insistente e autorevole, ma chiarire presto e subito non sembra nelle intenzioni del Premier che davanti ai giudici non ci vuole andare e non ne fa mistero. Fra i suoi pretoriani, da La Russa a Cicchitto a Capezzone, regna la convinzione che questo, come altri scandali del passato, passerà presto e senza conseguenze e intanto attendono con ansia la nascita del cosiddetto “Polo di Responsabilità Nazionale”, che altro non è che il manipolo di deputati passati nel campo del Premier con sistemi e modi noti.

Come dire che la preoccupazione sono sempre i numeri in Parlamento e non la sostanza dei problemi e i rischi di involuzioni pericolose; sfiducia internazionale dei mercati compresa. Le opposizioni chiedono naturalmente le dimissioni del Premier, ma non tutti le elezioni che, comunque, a questo punto fanno paura a tutti; da destra a sinistra.

Meno che al leader della Lega Bossi che, a differenza del passato però, non difende affatto il Premier sulla vicenda dello scandalo. Il silenzio della Lega su questo punto è agghiacciante per il Cavaliere. L’insistenza degli uomini di Bossi sulle “cose da fare”, piuttosto che sulle ragioni dell’alleanza politica con il Capo del Governo, segna il passaggio della Lega in quell’area di diffidenza e distacco che preoccupa il Capo del Governo ben più di Ruby e dei giudici milanesi.

Fonte: Famiglia Cristiana

18 gennaio 2011

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