Facciamo pace con l’ambiente


Flavio Lotti


Oggi 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Se non impariamo a difendere e gestire correttamente i beni comuni globali di cui disponiamo, beni come l’aria, l’acqua, l’energia e la terra, non ci sarà né pace né sicurezza per nessuno.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
worldenvironmentday14

 

Il mondo è in pericolo e non ha più tempo da perdere. Siamo dinanzi ad una crisi strutturale estesa e di crescente intensità. Sono in corso cambiamenti drammatici.

Abbiamo (quasi) toccato il fondo ma possiamo risalire. Abbiamo a disposizione tutti gli strumenti per evitare che la crisi ecologica diventi irreversibile. Ma c’è bisogno di cambiare decisamente strada.

Le cose da fare sono note. Manca (ancora oggi) la volontà politica di attuarle.

Ma, nella società dell’interdipendenza, non possiamo più reggere l’incoscienza e l’immobilismo.

Ciascuno si deve assumere la responsabilità di agire, a tutti i livelli, in prima persona e insieme con gli altri.

In un mondo di 7 miliardi di abitanti che saranno 9 miliardi nel 2050, non regge il ciascun per se. L’illusione di poter fare (salvarsi) da soli fa male.

Dobbiamo riconoscere la nostra interdipendenza.

Dobbiamo rivitalizzare la solidarietà a dimensione universale. Abbandoniamo la logica della competizione per costruire nuovi rapporti basati sulla solidarietà.

Dobbiamo cercare nuove strade per promuovere una governabilità mondiale solidale e democratica.

Dobbiamo ristrutturare il dialogo mondiale (riconoscendo il mondo nuovo in cui viviamo) per affrontare le diverse crisi e le emergenze e riaprire i negoziati fondamentali.

Dobbiamo ridefinire i valori a partire dei quali vogliamo “fare società”, a livello locale, nazionale, europeo e mondiale.

Dobbiamo riesaminare tutte le nostre istituzioni e le loro pratiche alla luce del dei nuovi valori, obiettivi e metodi che adotteremo attraverso un processo di dialogo aperto e partecipativo costante.

La ricerca della governabilità mondiale deve spingere a rivitalizzare la democrazia.

A livello nazionale e internazionale, dobbiamo riconoscere e rispettare i diritti delle comunità locali, investendo sullo sviluppo delle politiche locali per lo sviluppo sostenibile.

Abbiamo bisogno di una politica del ben vivere.

Dobbiamo operare per la giustizia, per ridurre le disuguaglianze sociali, accrescere le pari opportunità.

Dobbiamo considerare illegittimo fare ciò che ha un impatto negativo sui più deboli, sull’ambiente e sulle generazioni future.

I principi che ci devono guidare:

  • la responsabilità
  • la solidarietà a dimensione universale
  • la sussidiarietà
  • la promozione e la condivisione del bene comune
  • l’accesso ai beni primari
  • la salvaguardia del creato
  • solidarietà ed equità intergenerazionale
  • la destinazione universale non solo dei beni ma anche dei frutti dell’attività umana

Se non impariamo a difendere e gestire correttamente i beni comuni globali di cui disponiamo, beni come l’aria, l’acqua, l’energia e la terra, non ci sarà né pace né sicurezza per nessuno. Nessuno si deve più appropriare di questi beni che devono essere tutelati e condivisi con tutti. Urgono istituzioni, politiche nazionali e internazionali democratiche capaci di operare in tal senso. Occorre ridurre la dipendenza dai fossili, introdurre nuove tecnologie verdi e nuovi stili di vita non più basati sull’individualismo, la mercificazione e il consumismo.

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento