Burkina Faso, crisi dimenticata!


L’Osservatore Romano


Caritas Internationalis ha lanciato un appello di emergenza per la crisi dimenticata in Burkina Faso, dove oltre due milioni di persone rischiano di morire di fame nei prossimi mesi.


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Caritas Internationalis ha lanciato un appello di emergenza per la crisi dimenticata in Burkina Faso, dove oltre due milioni di persone rischiano di morire di fame nei prossimi mesi.

Secondo quanto reso noto da Caritas Burkina Faso, se non verrà fornito alcun aiuto per far fronte alla grave crisi, tra luglio e agosto, centinaia di migliaia di burkinabé non avranno né cibo, né acqua, né un rifugio adeguato.

Il Paese dell’Africa occidentale — spiega la Caritas — è divenuto l’epicentro di un drammatico conflitto regionale, che ha costretto più di un milione di persone ad abbandonare le proprie case.

Si tratta di una delle ondate di sfollati interni in più rapida evoluzione nel mondo. La popolazione è, inoltre, particolarmente esposta ai cambiamenti climatici estremi, come inondazioni, siccità e invasioni da cavallette. La crisi alimentare di solito si verifica nella regione sub-sahariana tra giugno e settembre, ma nel 2020 le persone colpite dalla gravissima carenza di cibo sono tre volte di più rispetto allo scorso anno.

«Il mondo ha dimenticato la crisi nel Sahel», afferma il direttore della Caritas Burkina Faso, padre Constatin Sere. «Paesi come il Burkina Faso — spiega — si trovano ad affrontare una serie di sfide e senza aiuto per sopravvivere alla grave crisi le persone soffriranno terribilmente». Gli sfollati interni non hanno accesso ai generi alimentari, né all’acqua, essenziale sia per bere che per l’igiene personale, ha aggiunto. Con l’avvicinarsi della stagione delle piogge — fa notare Padre Sere — le condizioni degli sfollati si fanno ancora più critiche, in quanto la maggior parte di loro non ha riparo adeguato per affrontare le tempeste, i forti venti e le inondazioni, che si susseguiranno nei prossimi tre o cinque mesi.

Anche le violenze nel Paese non accennano a diminuire. «Nonostante l’impegno da parte dello Stato, i gruppi armati continuano a seminare terrore e a spezzare delle vite» riferisce ancora padre Sere. Da circa quattro anni, i gruppi armati che operano lungo il confine settentrionale e nell’est del Burkina Faso continuano a uccidere e a terrorizzare i cittadini, causando una grave instabilità in tutto il Paese.

Per fronteggiare la crisi, Caritas ha quindi avviato un progetto di 600.000 euro per fornire agli sfollati e alle famiglie che li ospitano aiuti alimentari e un contributo economico fino alla fine di ottobre 2020. Il progetto, che mira a sostenere circa 50 mila persone, si concentrerà principalmente nelle diocesi di Kaya, Fada N’Gourma, Nouna e Dédougou. I pacchi viveri offerti a circa 1.500 famiglie, conterranno cibo sufficiente per un mese.

L’Osservatore Romano
4 luglio 2020

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